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N. 61, VI anno, 2008 Mercoledì 1 Aprile  2009
 
 
 


  Banca rotta: un tascabile per conoscere la crisi…come le proprie tasche

Di Alberto Leoncini

Banca rotta, edizioni Sperling&Kupfer"Conoscere come le proprie tasche" è una espressione che indica in genere la possibilità di avere totale padronanza di un argomento, un tema, una situazione… Le tasche, spesso vuote, sono una metafora molto in voga per descrivere la situazione di tante persone che in questo periodo sono travolte dalla crisi economico-finanziaria che si sta abbattendo su scala globale da circa un anno e mezzo, ma i cui prodromi sono ben più distanti nel tempo. Il risparmiatore italiano è dunque con le tasche vuote, ma per tentare di arginare gli effetti della crisi stessa può risultare utile la lettura di “Banca rotta”, tascabile fresco di stampa concepito come vademecum di autodifesa e consapevolezza.
Si tratta di un libro intervista a quattro mani: l’intervistato è Eugenio Benetazzo, che in questa sede sistematizza molte sue analisi e previsioni, offrendo consigli e suggerimenti per sopravvivere alla buriana internazionale dalla quale siamo circondati.

Eugenio BenettazzoBenetazzo, le cui analisi sono in auge da quando i fatti ne hanno dimostrato la sostanziale fondatezza, conduce il lettore in una panoramica sulle cause che hanno generato la crisi dei mercati finanziari globali e si prodiga in suggerimenti che possono aiutare colui che sia meno avvezzo alla cronaca economica a cogliere i problemi sottesi rispetto all’attuale scenario. Il libro ha chiaramente una matrice divulgativa, che forse potrà apparire troppo marcata per chi abbia competenze tecniche articolate, ma i meccanismi di base sono comunque analizzati con rigore e serietà, quindi non si perde nulla della solidità richiesta per questi temi, come pure nulla si può eccepire sulle fonti e i dati riportati.
La conclusione di fondo alla quale arrivano gli autori è la necessità di una maggiore consapevolezza e attenzione da parte dei risparmiatori rispetto alle tematiche economico-finanziarie, troppo spesso tralasciate e incomprese fintanto che le conseguenze non vengano a ricadere sui nostri patrimoni.
E’ finita l’epoca di quelli che nel libro vengono definiti “apprendisti stregoni” degli investimenti, che tramite qualche formula ben assestata o un fare suadente ci propinano ogni sorta di investimento i cui esiti sono stati troppo spesso disastrosi.
La fine del cosiddetto turbocapitalismo, come lo ha felicemente definito Benetazzo stesso, era già nota a coloro che si fossero addentrati nelle sue analisi tempo addietro e avessero avuto modo di seguirlo nelle numerose tappe dei suoi incontri pubblici in giro per l’Italia, ma questo testo è un contributo originale proprio perché è concepito nella logica del “fai da te economico”, ossia nella direzione di creare consapevolezza e formazione verso i temi più scottanti della cronaca borsistica e valutaria. Ciò che giova sottolineare è la significativa differenza, molto marcata nel testo, fra l’attuale crisi e quella del 1929, troppo spesso maldestramente citata come paragone, senza rendersi conto davvero del mutamento di scenario nel quale ci troviamo a prendere parte e, della cui evoluzione, siamo solo all’inizio. A pagina uno, come viene detto nel libro, non certo “in fase di conclusione” come ancora si ostina a sostenere qualche opinionista, peraltro sempre più solitario, in qualche talk-show serale.

www.eugeniobenetazzo.com

Eugenio Benetazzo- David Parenzo
Banca rotta
Con la prefazione di Beppe Grillo
Sperling & Kupfer
€ 12,00 pp.112
www.sperling.it

Di Alberto Leoncini


 
 
 
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