info@abcveneto.com

abcveneto.com mensile telematico
fotonotizie per la stampa: Marcellino Radogna
N. 65, VI anno, 2009 27 agosto 2009
 
 
 


Lettera aperta al Presidente della Repubblica:QUALE RISORGIMENTO, QUALE UNITÀ NAZIONALE?

A cura di Abcveneto

Il Quirinale chiuso al pubblico mentre il Museo delle Cere espone il Gran Consiglio del Fascismo. E il Vittoriano mostra solo cimeli, mentre Garibaldi dorme sul Gianicolo all’ombra di una Massoneria che non si vuole storicamente legittimare

Signor Presidente della Repubblica,

nell’imminenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che si celebrerà nel 2011, mi sono recato a Roma per visitare i luoghi più rappresentativi di questo avvenimento storico, anticipando un itinerario che dovrebbe essere condiviso da tutti gli italiani.

Ho quindi iniziato dal luogo più significativo, ovvero la Sua dimora istituzionale presso il Quirinale. Con sorpresa e amarezza ho constatato che al luogo simbolo di quell’unità nazionale che ai sensi della Costituzione Lei rappresenta, l’accesso al pubblico e ai cittadini è interdetto. Lo stesso per l’adiacente Palazzo della Consulta sede della Corte Costituzionale, e del Parlamento presso Monte Citorio. Non Le so riferire la situazione del Palazzo che ospita il nostro Governo, Palazzo Chigi, né del Palazzo dei Marescialli sede del Consiglio Superiore della Magistratura: lo scoramento mi ha impedito di affrontare la possibilità di ulteriori delusioni.

Le sottolineo che queste chiusure si riferiscono al momento in cui sono stato presente nella capitale: una settimana del mese d’agosto, quando è maggiore l’affluenza di turisti e assente l’attività istituzionale, circostanze che consentirebbero accessi copiosi e disturbo minimo alle attività istituzionali.

Lo scorso anno ho egualmente visitato la capitale, dedicandomi all’emblema del nostro Risorgimento: il Vittoriano. Come Lei sa il monumento reca come elementi centrali le allegorie delle sedici regioni allora esistenti in Italia, e delle principali città. Esso venne infatti concepito intendendo l’Italia come elemento di assimilazione di tutte le realtà locali che la compongono. Ma, una volta entrato nel monumento, ho osservato che il Museo Centrale del Risorgimento allestito al suo interno e da me visitato lo scorso anno, si presentava come una mera successione di cimeli risorgimentali, senza alcun riferimento organico proprio a quelle specifiche realtà locali che il Vittoriano con tanta organicità ricorda e che del nostro Risorgimento furono le protagoniste.

Mi spiace doverLe significare quanto la ricaduta di queste improvvide lacune di politica culturale da parte delle nostre istituzioni verso i cittadini sia ben visibile proprio a pochi metri dal Vittoriano, ovvero all’interno del Museo delle Cere. Il Museo, di natura privata, mostra al pubblico innanzitutto il Gran Consiglio del Fascismo, in una riunione in cui compaiono gran parte dei membri. Il Museo delle Cere è un’iniziativa a forte valenza popolare; per questa sua natura si rivolge quindi al nostro inconscio collettivo, divenendo così la spia di come realmente i nostri concittadini percepiscono la presenza delle istituzioni che li governano. Se questo tipo di rappresentazioni sono accettate senza riserve dall’opinione pubblica, significa che è ancora il fascismo, e non le istituzioni repubblicane, a trovarsi radicato nelle loro teste. Ma significa anche che le istituzioni repubblicane non sono ancora state in grado di creare, in oltre sessant’anni di presenza, dei simboli e dei veicoli con cui trasmettere tali simboli.

Lei parla spesso dei valori della nostra democrazia. Cominci a parlare anche dei suoi simboli: apra la porta del Suo (anzi nostro) Palazzo. Con grande dispiacere, ma senza alcuno stupore, ho constato che all’interno del Museo delle Cere non compare la Sua statua, ma quella del Presidente degli Stati Uniti d’America. La prego di riflettere su questa circostanza, che Le confesso essere per me, come italiano, più imbarazzante che scandalosa.

Per ultimo sono stato sul Gianicolo, a rendere almeno omaggio ad uno dei protagonisti del nostro Risorgimento: Giuseppe Garibaldi. Lei saprà che un’inequivoca lapide riferisce circa la committenza dell’imponente monumento dedicato al celebre condottiero, ovvero la Massoneria italiana. Questa circostanza, a differenza della precedente riferita al Museo delle Cere, non mi crea imbarazzo alcuno. Quel che mi crea imbarazzo è che ancora non si voglia inquadrare e accettare il ruolo avuto dalla Massoneria nel nostro Risorgimento, e che si rinunci quindi a disegnare un fondamentale tassello della nostra identità civile. A tutto si deve assegnare un posto, ed è bene assegnarlo anche alla Massoneria all’interno della storia d’Italia. Il disordine non giova a nessuno, tranne qualche sciagurata eccezione, come le tristi vicende degli anni di piombo ci hanno insegnato.

Mi rendo conto, signor Presidente, che in questa situazione il Suo ruolo di rappresentante dell’unità nazionale è oltremodo difficile. Per questo Le sono, con fiducia, solidale e vicino.

Un abbraccio.

Pietro Casetta

A cura di Abcveneto


 
 
 
Il mensile telematico abcveneto.com è gestito da Abcveneto, associazione culturale - codice fiscale 94113202606

HTMLpad