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bed-breakfast Appiani36 a Treviso- Italia
N. 69, VI anno   1 dicembre  2009

 
 


  Ombralonga, alla salute dell’ipocrisia

Di Alberto Leoncini

Il primo autunno dopo tanti senza l’Ombralonga a Treviso è passato fra polemiche paesane e qualche scaramuccia. Quest’anno non abbiamo assistito allo spettacolo di veder porticati adattati a pisciatoi, cartacce e gente brilla invadere il centro. Bene, per raggiungere questo risultato, come sempre in Italia, c’è dovuto scappare il morto. Solo allora si è smesso di magnificare i reni dei giovani trevigiani e la “valorizzazione delle culture enogastronomiche locali”. D’improvviso l’Ombralonga non era più figlia di nessuno e tutti se ne sono pilatescamente lavati le mani, a partire dagli amministratori locali che l’avevano pervicacemente sostenuta.
Prima di questo tragico epilogo mettere in discussione la manifestazione era impensabile, ripensarla in altri termini dopo, è altrettanto improponibile. Purtroppo si continua a muoversi solo a seconda delle ondate emotive: succede così con le morti sul lavoro, con le catastrofi ambientali e con gli episodi di cronaca nera. Solo per citare esempi lampanti, e tristemente noti. Analizzare razionalmente i problemi e proporne le soluzioni è assolutamente fuori discussione, con i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi. Il tempo delle due fazioni è finito, adesso tutti hanno compattamente mandato in soffitta l’eredità scomoda della manifestazione, ma allora viene spontaneo domandarsi se tutte quelle polemiche non fossero semplicemente strumentali ad altri fini politici più che realmente inerenti alla natura della manifestazione stessa, che, a questo punto, appare sempre più come un capro espiatorio per la più minuta politichetta locale.
Di certo osterie e baretti hanno perso una ghiotta occasione di business, ma a parte questo, il colmo dell’ipocrisia lo si raggiunge, a mio modo di vedere, nascondendo sotto il tappeto il problema dell’alcolismo. Sparita l’Ombralonga è sparito anche l’alcolismo giovanile. Questo è il capolavoro della falsificazione. Nessuno beve più, nessuno eccede più con i mix di alcolici, quasi che, a volersi ubriacare, si deve aspettare una domenica di autunno una volta all’anno.
L’importante è non vedere, non parlarne e nascondere l’evidenza almeno fintanto che il problema non esploda di nuovo con qualche eclatante caso da prima pagina. E proprio qui sta il punto: che ci si sbronzi ogni sabato sera non fa notizia, almeno fintanto che non succeda qualche grave incidente, che tutti invece vedano una città invasa da gente che beve si nota e allora, con una brillante prova di perbenismo, si elimina l’epifenomeno dicendo di eliminare anche il problema che ci sta sotto. Una grande prova di maturità. So bene che l’alcol è una delle più diffuse droghe e nessuno vuole negarne gli effetti devastanti per chi ne è dipendente, ma addossare la responsabilità dei mali del mondo all’Ombralonga mi sembra quantomeno una forzatura… Non vorrei sembrare un impenitente frequentatore di raduni etilici, ma mi sono davvero parse ridicole le giustificazioni addotte per cancellare la manifestazione quasi che, senza l’Ombralonga, i problemi si fossero risolti da soli. Suvvia non scherziamo… Piuttosto beviamoci un bicchiere sopra, di vino buono però! Alberto Leoncini

Di Alberto Leoncini

 

 
 
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