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N. 58, VI anno, 2008 Sabato 17 Gennaio  2009
 
 
 


  Marco Romano, il curatore della Mostra Personale di Gianni Ambrogio, racconta la sua esperienza

Di Marco Romano

Presso la sede museale di S. Caterina (Dal 31 gennaio ore 17.30, al 22 marzo.)

Quando il maestro Gianni Ambrogio mi ha chiesto di organizzare una sua mostra personale al museo di S. Caterina di Treviso ho accettato con sincero piacere e fervore.
L’occasione che si presentava era di estremo interesse. Soprattutto per il repertorio pittorico del Maestro: non si tratta, infatti, soltanto di una mostra antologica in occasione dei suoi ottant’anni, ma anche la possibilità di poter offrire risalto e visibilità a un nuovo periodo prolifico ed esaltante dell’artista. Negli ultimi dieci anni Ambrogio ha creato numerose opere dando dimostrazione che, a dispetto dell’età, la sua arte e il suo genio indagano ancor’oggi con tenacia e acume le tematiche dell’umano.
La forza della sua arte e il contesto stesso della sala Ipogea di S. Caterina mi hanno stimolato a ideare un modulo polisensoriale visivo-auditivo che potesse dare origine a un processo progressivo di coinvolgimento del fruitore.
La presentazione al pubblico delle arti figurative e della pittura oggi e la loro giusta collocazione in un contesto degno, isolante ma non isolato, dall’ambiente urbano quotidiano, non è facilmente ottenibile per via della sovverchiante presenza ingombrante di tutto ciò che è e fa immagine. Una delle soluzioni possibili, a mio avviso per aiutare il visitatore a mutare piano di ricezione, è la sinestesia concettuale di colore, suono, atomosfera e luce.
La geometria dello spazio ha favorito la naturale collocazione delle opere: quattro sono i periodi del Maestro e quattro sono i “petali” di un immaginario quadrifoglio che nasce dalla stessa struttura architettonica. L’allestimento, progettato dall’architetto Alberto Salvadori, ospita quindi le quattro tematiche pittoriche di Ambrogio: Surreale, Astratto, Ingegneria genetica e Umano che pur mantenendo le proprie identità distintive si ricollegano in un unicum concettuale. A favorire tutto ciò, quattro colonne sonore separate, composte da Gabriele Bruzzolo, si fondono in un’unica armonia creando un filo conduttore che unifica questo evento artistico.
A completamento dei dipinti protagonisti in questa mostra, è presentata nel catalogo una breve ma ragionata sezione antologico monografica con opere del maestro Gianni Ambrogio che vanno dagli anni ’50 fino ai giorni nostri.
Sono certo che, col cd di supporto in allegato al catalogo con le musiche e il video della mostra, chiunque abbia la possibilità, anche solo per qualche istante, di ritrovarsi immerso nella medesima ambientazione scenografica pensata per questo particolare evento.

Di Marco Romano


 
 
 
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