Editoriale n 63: c'ero o non c'ero?

Di Federico De Nardi

La battaglia che infuria sui media italiani e esteri in questo periodo -parliamo degli attacchi veri, falsi o presunti tali contro il Presidente del Consiglio e le sue frequentazioni femminili e le successive smentite e prese di posizione- mi porta a una riflessione generale:

come fa una persona ad affermare di sapere qual è la verità se non era presente al fatto di cui si parla?

Secondo me questo vale per qualunque vicenda della vita, potrebbe essere una rapina o un matrimonio, una inaugurazione, una guerra.
Il problema è dunque come fa una persona, non presente ai fatti -parliamo di eventi contemporanei, non di fatti storici, oppure nell'assenza di una documentazione e di testimonianze affidabili e prove -a impugnare l'una o l'altra versione della vicenda di cui si discute?
Non sarebbe meglio dire: "Non c'ero e non ho prove e quindi non posso rispondere." Oppure, "C'ero e ho visto ciò che ora vi racconterò...".
E questo io ho risposto a un amico che me l'ha chiesto: "Non c'ero e non ne so nulla." Se invece, mi chiedessero un'opinione, potrei rispondere in modo piuttosto sorprendente, ma si sa, opinione e verità sono due parole differenti.

Di Federico De Nardi