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N. 64, VI anno, 2009 Mercoledì 1 Luglio  2009
 
 
 


  Intervista a Silvio Gagno nel suo studio trevigiano

A cura di Maria Ester Nichele

Silvio GagnoDa acuni mesi Silvio Gagno ha portato il suo studio in città in un appartamento sotto la sua abitazione, dove vive da molti anni, in un palazzo in mezzo ai giardini e tanti alberi, accanto alle cinquecentesche mura della città di Treviso.
Noi di Abceveneto siamo andati a trovarlo per parlare con lui della sua nuova sistemazione e del suo lavoro. L'appartamento-studio è grande, luminoso e molto confortevole. Dappertutto ci sono i quadri che rappresentano il suo percorso artistico. Ha messo tutta la collezione dei suoi libri nei mobili della cucina.

Abcveneto: Come nasce questa passione per la pittura?

Silvio Gagno: Credo di averla avuta da sempre dentro di me. Quando facevo il chierichetto in parrocchia ero sempre in ritardo a suonare il campanello del Sanctus. La causa? Mi incantavo a guardare le pale dell’Orioli. Ma mi colpivano anche le “scenografie” delle processioni della Madonna Pellegrina. Credo proprio che tutto ciò abbia influito sulla mia, allora inconscia, vocazione pittorica.

Silvio Gango fotografato da Maria Ester NicheleAbcveneto: Silvio Gagno. Un nome molto conosciuto nell'arte. È contento dove è arrivato oggi?

S. G.: Ogni essere umano sogna di poter realizzare qualcosa di positivo; esprimersi liberamente secondo le proprie aspirazioni, passioni, desideri. Sogno che pochissimi al mondo riescono a realizzare. Per diventare famosi è indispensabile un notevole talento. Però, nel nostro ambito, il successo dipende quasi sempre dal sostegno di importanti critici e galleristi; l’artista necessita di pubblicità e visibilità procurata da pubblicazioni nazionali e internazionali, di partecipazioni a mostre e fiere. In definitiva deve essere “imprenditoriale”, quindi supportato da investimenti onerosi di cui difficilmente può disporre o ottenere da terzi. Gli strumenti per far conoscere il lavoro degli artisti sono necessariamente prerogativa di istituzioni pubbliche e private quali musei, banche, fondazioni, imprese e gallerie.
Si sta facendo già molto in Italia; purtroppo sono troppo pochi i fondi destinati alla cultura. In Europa e nel mondo mi pare ci siano maggiori sensibilità e disponibilità.
Alla sua domanda rispondo sì: sono contento e ringrazio chi ha creduto nel mio lavoro e mi ha aiutato nella faticosa impresa di fare arte.

Abcveneto: Ora a che cosa sta lavorando e quali sono i suoi sogni per il futuro?

S. G. : Dopo l’ultima mostra “Codici 1999-2009” conclusa in marzo 2009 al Museo Civico di Treviso Ca’ da Noal ho dedicato un po’ del mio tempo a visitare la Biennale di Venezia e alcune tra le altre mostre collaterali (p.e. Punta della Dogana) per riflettere e confrontarmi.
Dopo aver dipinto “Bianco su bianco” e “Nero su nero” ho bisogno di un periodo di pausa. Per il futuro la grande ansia della ricerca, il desiderio di andare oltre il “già fatto” mi spinge ad inseguire il sogno del “capolavoro” non ancora realizzato.

Abcveneto: Quali padiglioni l’hanno maggiormente coinvolta?

S.G.: Quello spagnolo dedicato a Miquel Barceló. L’Italia è ben rappresentata da venti artisti scelti dai giovani curatori Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli in “Collaudi” nell’area delle Tese delle Vergini all’Arsenale, del Padiglione Italia. Una scelta molto variegata: sono presentati vari modi di fare arte. Le opere che mi hanno maggiormente colpito e coinvolto emotivamente sono quelle di Roberto Floreani in quanto mi sento molto vicino alla sua ricerca. Ne sono uscito soddisfatto del mio lavoro innovativo e con maggior stima di me stesso.

Abcveneto: Quali sono le mostre che le hanno dato più soddisfazione negli ultimi cinque anni?

S. G. : Gli ultimi cinque anni sono stati molto intensi con due pubblicazioni: “L’amicizia dipinta”, catalogo delle opere di Silvio Gagno nella collezione Anna Agosto Peghin - 1975/2005, GMV Libri 2006, curato da Eugenio Manzato con saggi dello stesso Manzato e Giorgio Segato; “Silvio Gagno 1975-2005”, monografia edita per i 30 anni di attività pittorica, a cura di Flavia Casagranda, consulenza scientifica di Eugenio Manzato e saggio introduttivo di Luciano Caramel, Leonardo Arte 2006. Questi cataloghi documentano tutta la mia ricerca artistica: un biglietto di presentazione che mi è servito per presentare mostre in prestigiosi spazi espositivi istituzionali e privati. Le prime opere del ciclo dei “Codici” vengono esposte a Possagno (Tv) nel 2005 nell’Ala Nuova della Gipsoteca Canoviana; successivamente, nel 2007, a Vienna presso l’Istituto Italiano di Cultura con la mostra “Codici significanti” e loro sviluppi nei dipinti “Pause” e “Oltre il codice”; infine a Treviso, nel 2009, presso il Museo Civico Ca’ da Noal continua questa mia ricerca con gli ultimi lavori “Codici genetici” e “Intervalli”. Cinque anni, quindi, stimolanti e fecondi di eventi avallati sia dalla critica che dai numerosi visitatori presenti alle esposizioni.

Abcveneto: Al di fuori della pittura, quali sono gli scrittori, poeti, musicisti-compositori, artisti in genere che legge, che ascolta e frequenta?

S. G.: Nel mio studio c’è sempre la radio accesa. Ascolto spesso le letture dei romanzi e musica classica e contemporanea in onda su radio RAI3.
Leggo biografie di artisti e riviste d’arte, le terze pagine dei quotidiani e l’inserto domenicale de “Il Sole/24 Ore”. Frequento il maestro Giusto Pio del quale apprezzo le composizioni musicali. Negli anni ’80, ebbi l’opportunità di frequentare il Club Verdurin di Lia e Flaminio De Martin a San Pietro di Feletto dove conobbi diverse persone interessate all’arte tra le quali l’allora giovanissimo Vittorio Sgarbi e, in particolare, il grande sceneggiatore e pittore Rodolfo Sonego che mi fece conoscere, anche nella sua casa a Roma, Alberto Sordi, Lina Wertmuller, Monica Vitti, lo scultore Consagra, il talentuoso Nunzio, ora uno dei più celebrati scultori italiani, e galleristi come Fabio Sargentini nella sua galleria “L’Attico”.
Tuttavia mi sento più a mio agio quando dialogo con scultori come Toni Benetton che fu per me maestro di consigli fin dal 1978, e ora con Simon Benetton, Romano Abate, Santorossi e altri. Tramite Alessandro Cadamuro, poliedrico artista con il quale ho un sodalizio artistico di trent’anni, ho modo di entrare in contatto con poeti, performers, scrittori, musicisti, attori e cantanti. Questo humus mi stimola molto nel mio lavoro.

Abcveneto: Socrate dice che “l'Agricoltura è la maestra di tutte le arti”. Lei che ne pensa?

S. G.: Sono perfettamente d’accordo. Essendo figlio di agricoltori ho avuto modo sin da bambino di fare i miei primi esperimenti artistici giocando con materiale vegetale.
Correndo in autostrada i filari dei vigneti sembrano opere cinetiche (optical art). Mentre il rinnovarsi delle coltivazioni, col mutare delle stagioni, appaiono veri e propri interventi nel paesaggio degni di essere paragonati alla “land art”. La natura è fonte di inesauribile ispirazione per il rinnovo dell’arte.

Abcveneto: Quali sono i suoi piatti e i vini preferiti? Che rapporto ha con il cibo?

S. G.: Quando lavoro mangio e bevo per sopravvivenza direttamente dal frigo. Diventa un rito cucinare e preparare la tavola per pochi e cari amici. Preferisco i piatti a base di carne, i vini friulani bianchi fermi, i rossi del Veneto, in particolare il Cabernet barrique. Partecipo volentieri alle cene dopo le vernici.

Abcveneto: Pensa che il progresso delle arti e della scienza abbia contribuito a migliore o a peggiorare i costumi?

S. G: Penso ad un miglioramento.

Abcveneto: Cosa pensa dei giovani pittori d’oggi?

S. G: Non si può parlare solo di pittura. Ho potuto notare nell’attuale Biennale di Venezia la massiccia presenza di giovani under 35; naturalmente usano materiali diversi dai tradizionali (installazioni, video, performances, plastiche, realizzazioni al computer, fotografia). Abbiamo l’esempio di Lara Favaretto, nata a Treviso nel ’73, già presente nella precedente edizione, che propone ora una installazione al Giardino delle Vergini usando torba nera, terra vegetale, sabbia vulcanica, acqua dolce, alghe acquatiche, ferro, legno.
Ho notato una significativa presenza femminile. La ricerca del Contemporaneo non è arte da salotto ma per il collezionismo sia museale che privato.

Abcveneto: Le sue manie?

S. G.: Ne ho tante, ma una in particolare: dopo aver terminato l’ultimo lavoro riordino lo studio molto meticolosamente avendo cura di non lasciare traccia di ciò che ho realizzato in precedenza.

Abcveneto: Come nasce un suo lavoro?

S. G.: Anche da un errore fatto in una precedente opera. Poi realizzo il dipinto come immerso in un crescendo di esaltanti brividi.

Abcveneto: Qual è il primo quadro che ha dipinto?

S. G.: “Cavalli rossi e blu”: una imitazione di Aligi Sassu.

Abcveneto: L’opera d’arte più bella della storia?

S. G.: La crocifissione di Mathias Grünewald ammirata a Colmar dalla quale ho tratto tanta ispirazione e tecnica.

Abcveneto: Mi parli dei materiali da lei usati nelle sue realizzazioni?

S. G.: Ho provato un po’ tutti i materiali. In particolare ho utilizzato per molti anni i colori ad olio. Ultimamente, per il ciclo dei “Codici” predispongo la tela con un fondo in acrilico: è un colore piatto congeniale per ottenere in breve tempo diverse stesure. Alla fine termino il lavoro con gli oli che rendono l’effetto della velatura e danno spessore materico all’opera.

Abcveneto: Di che cosa ha paura (cosa teme maggiormente) e cosa le fa più male?

S. G.: Mi impaurisce il dolore fisico e la morte. Mi fa male la cattiveria, soprattutto quella gratuita: l’ho provata ed è veramente brutta; nell’ambiente artistico si manifesta nella forma di invidia.

Abcveneto: Cosa la disturba di più?

S. G.: La superbia e l’ignoranza di chi raggiunge un immeritato successo.

Abcveneto La ringrazia del tempo che ci ha dedicato.

Nota biografica

Silvio Gagno nel suo studioSilvio Gagno è nato nel 1945 a Ponzano Veneto (Tv), risiede con studio a Treviso, ed è attivo nel panorama artistico ed espositivo dal 1974.
Di formazione libera e indipendente, ha seguito tuttavia i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Venezia con il maestro Emilio Vedova; la sua formazione personale e autonoma si è evoluta nella frequentazione di critici, artisti, galleristi, viaggiando e studiando le più importanti raccolte d’arte sia antica che moderna europee e americane. A Monaco conosce e frequenta gli artisti del “Nuovo Espressionismo Tedesco”: Salomé, Jürgen Draeger, Fassbinder, con i quali instaura un sodalizio artistico.
Ha al suo attivo oltre ottanta personali e un centinaio di collettive in Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Portogallo, Svezia, Croazia; negli Stati Uniti e in Australia.
Nel 1995 partecipa alla mostra Memorie e Attese: 1895 - 1995, con il patrocinio della XLVI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, in occasione delle manifestazioni per il centenario.
Dal 2007 sue opere sono esposte in permanenza alla Kro Art Gallery di Vienna.

Studio:
vicolo Monfenera 5, 31100 Treviso
+39 0422.969555 / 338.6412631
artista@silviogagno.it www.silviogagno.it

Testi di Alessandra Pucci – fotografie di Luccia Danesin


 
 
 
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