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N. 64, VI anno, 2009 | Mercoledì 1 Luglio 2009 | ||
A cura di Virginia Men Fabrizio Plessi ha creato la sua installazione all'interno dell'atrio di Palazzo Loredan dove è stata da poco ri-collocata la collezione di busti ottocenteschi marmorei chiamata "Pantheon Veneto"(è scritto senza acca). La raccolta fu iniziata nel 1847 per celebrare i maggiori esponenti della storia e della cultura veneziana e conta oggi una sessantina si esemplari.
Restaurare significa trovare una nuova, vitale relazione fra uomini d'oggi e gli oggetti del passato affinché testimonianze della storia siano ispirazione per un futuro basato sulla cultura. La rivisitazione realizzata da Plessi ha questo profondo significato: un dialogo fra l'artista e l'architetto, fra l'arte e il restauro, un passaggio del testimone fra storia e contemporaneità. Quando i busti ritorneranno “al loro posto” la collezione non sarà più la stessa perché si sarà arricchita di nuovi significati: la storia avrà fatto un nuovo passo in avanti, non più reliquia muta, ma soggetto narratore di racconti. Fabrizio Plessi è un video artista, autore di istallazioni, film, videotape e performance le sue opere si trovano nei più importanti musei d'arte contemporanea. Di formazione veneziana, ha partecipato alle principali manifestazioni artistiche in tutto il mondo (Venezia, Parigi, Barcellona, Madrid, New York, Giappone e Corea). E' sempre rimasto legato a Venezia nonostante i frequenti spostamenti. L'Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti venne fondato da Napoleone per sostenere le arti e le scienze e la sua importanza venne riconosciuta anche dall'Impero Asburgico e dal Regno d'Italia. Nel 1891 lo Stato, proprietario di Palazzo Loredan, lo concede in uso gratuito e perpetuo all'Istituto: negli ampi spazi rinascimentali del palazzo si conservano il patrimonio librario, gli importanti archivi le collezioni donate nel tempo all'Istituto, tra cui l'archivio Luzzati. Il palazzo è di origine medievale come testimoniano i caratteri gotici in parte riconoscibili lungo il lato che si affaccia sul rio San Vidal; i lati su campo Santo Stefano e in particolar modo la facciata nord rivestita in pietra d'Istria, presentano dei pregevoli interventi rinascimentali della prima metà del Cinquecento; altre modifiche furono realizzate nel '700 e nel '800. (Fulvio Caputo)
L'anima di pietra, 1995-2009 A cura di Virginia Men |
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