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N. 68, VI anno 3 novembre  2009

 
 
 


  Maria Calzavara, con i segreti della raccolta foscoliana al Museo di Santa Caterina a Treviso

A cura di Virginia Men

Lippi- Crosato -FerranteLa Presidente della F.I.D.A.P.A Giovanna Crosato, il direttore dei Musei Civici di Treviso e delle biblioteche, il Dott. Emilio Lippi, l'assessore alla Cultura Vittorio Zanini, hanno parlato della favolosa raccolta unica in Italia, di Maria Calzavara che il marito Natale Mazzolà donò nel 1970, in memoria della moglie. Comprende circa 400 cento edizioni, fra cui la prima delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, sedici lettere autografate di Ugo Foscolo e una lettera firmata da Giacomo Leopardi. Non solo libri donarono, ma anche una ventina di quadri di Nino Springolo e diverse opere di Arturo Martini.

Maria Calzavara nasce a Istrana l'11 di luglio 1893, da famiglia borghese; la sorella Ippolita si distinguerà come insegnate, il fratello Flavio, diventerà stimato regista cinematografico. Il 20 dicenbre 1918 Maria sposa l'avvocato Natale Mazzolà e lo segue prima a Milano poi a Roma, dove nuore nel 1970. "Spirito colto e gentile", -così Maria è definita- condivide con il marito una vita intensa dedicandosi alla scrittura alla ricerca, coltivando amicizie preziose, di cui rimangono, emozionanti testimonianze, due epistolari: uno curato da Giovanni Comisso, contenente le lettere che l'amico scultore Arturo Martini inviò a Natale e Maria dal 1921 al 1964, l'altro contenente trecento lettere dello stesso Comisso, legato ai Mazzolà di vincoli di profonda amicizia e stima, la cui pubblicazione nel 1972, è stata curata dal professor Demattè.

Riguardo ad Arturo Martini, Natale e Maria collaborarono nel 1968 alla pubblicazione dei Colloqui che lo scultore aveva avuto con il giornalista e scrittore Gino Scarpa tra il 1944 e il 1945.
Nel 1960 era uscito Pietro aspetta il sole, opera nata sul filo nostalgico dei ricordi della lotta clandestina in Val Brembana: opera condivisa da Maria con il marito, così come avevano condiviso le ansie, i pericoli e le speranze in quel perido.
"Brava Maria, paziente e laboriosa! Animata da una fede da far invidia a tanti studiosi superficiali delle cose del passato": con queste parole Giovanni Comisso accoglie, nel 1964 la pubblicazione delle Memorie domestiche dei Mazzolà, cittadini veneti e muranesi frutto di una lunga, meticolosa appassionata ricerca che Maria compie tra Murano e Venezia. Il testo va la di là delle semplici "Memorie domestiche" per offrirci un prezioso spaccato della vita veneziana dal 1200 a fine 1800.
Nel 1971 a Treviso presso l'Editrice Trevigiana, esce il catalogo della raccolta foscoliana donata alla biblioteca Comunale di Treviso (l'Appendice appare nel 1974).

Con questa manifestazione al Museo Civico di Santa Caterina si è voluto ricordare questa donna "spirito colto e gentile" che ha generosamente donato alla città di Treviso un inestimabile patrimonio d'arte e di Cultura.

A cura di Abcveneto


 
 
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