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N. 68, VI anno 1 novembre  2009
 
 
 


  Premio Gubbio 2009 alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova per il progetto di Renzo Piano ai Magazzini del Sale

A cura di Caterina Pallaoro

È stato assegnato alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, per il progetto che Renzo Piano ha realizzato - con Maurizio Milan e Alessandro Traldi - ai Magazzini del Sale, il prestigioso Premio Gubbio 2009 organizzato dall’ANCSA - Associazione Nazionale Centri Storici Artistici e dal Comune di Gubbio. Il riconoscimento – che verrà consegnato venerdì 23 ottobre al Presidente Alfredo Bianchini – vuole valorizzare le esperienze interpretative più consapevoli e coerenti con le preesistenze storiche e ambientali e, però, capaci di comprendere e rappresentare mediante le molteplici forme e figure del progetto la complessità della vita e delle dinamiche urbane contemporanee.

“Sono estremamente lieto dell’assegnazione del Premio Gubbio” ha commentato il Presidente Bianchini “si tratta, infatti, di un riconoscimento di grande importanza che valorizza lo sforzo della Fondazione per realizzare il pensiero artistico di Emilio Vedova, contribuendo, al tempo stesso, alla riqualificazione culturale di Venezia”.

Le motivazioni del Premio sottolineano, tra l’altro che il progetto realizzato ai Magazzini del Sale alle Zattere “raduna molteplici caratteri di qualità estetica ed urbana che ne fanno un’opera radicalmente contemporanea nel riuso progettuale di un centro storico ( …) coniugando il recupero della tradizione con un uso sapiente dell’innovazione, all’insegna, dichiarata, della leggerezza con l’esposizione di opere d’arte del moderno-contemporaneo nel circuito internazionale e la celebrazione di un grande artista….” e che “Renzo Piano ha interpretato il tema, assieme a un gruppo pregevole di progettazione, con un uso sobrio dell’innovazione che mette a frutto l’esperienza di un’ampia opera dell’autore sull’architettura museale ed espositiva, e che è capace di risolvere il problema del rapporto tra la quantità delle opere in archivio e quantità e qualità delle opere mostrate, anzi lo mette a frutto, se è vero che una fruizione dinamica e leggera –assistita però dalla presenza di alcuni lavori stabili- costituisce un valore aggiunto e coerente con lo spirito dell’artista”.

A cura di Caterina Pallaoro


 
 
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