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N. 68, VI anno 9 novembre  2009

 
 
 


  PREMIO GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI”: sabato 14 si apre la Mostra fotografica “LE MONTAGNE DEL SISTEMA SOLARE”

Di Abcveneto

Iniziativa collegata al prestigioso Premio, l'esposizione sarà allestita a San Polo di Piave (TV) – Parco Gambrinus, Sale delle Rose, e sarà visitabile fino al 29 novembre. Si inserisce nel ricco parterre di iniziative che circondano e ulteriormente qualificano il XXVII Premio Gambrinus “GIUSEPPE MAZZOTTI” la mostra fotografica “Le montagne del sistema solare”, a cura di Andrea Bernagozzi, ricercatore scientifico per l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, che verrà inaugurata sabato 14 novembre a San Polo di Piave (TV) – Parco Gambrinus, Sale delle Rose (dove sarà visitabile fino al 29 novembre).

Sabato 14 novembre la mostra verrà presentata alle 17,30 presso la Sala Teatrale del Patronato “Don Bosco” di San Polo di Piave: interverranno Andrea Bernagozzi e Giuliano Romano, già docente di Cosmologia e Storia dell’Astronomia all’Università degli Studi di Padova.

Seguirà alle 19.00 l’inaugurazione dell'esposizione nella Sala delle Rose del Parco Gambrinus.

La mostra, che racchiude una piccola scelta dell’incredibile varietà di panorami montani che troviamo nel Sistema Solare, vuole costruire un parallelismo tra montagne di altri pianeti e montagne terresti, tema, quest'ultimo, che fu particolarmente caro a Giuseppe Mazzotti e al quale oggi è dedicata una delle sezioni di gara del Premio letterario a lui dedicato.

Confrontati con i rilievi terrestri, contemplando somiglianze e differenze, aspetto e meccanismi di formazione, l'osservazione delle montagne di pianeti diversi dal nostro aiutano a comprendere meglio l’unicità e la bellezza dei monti del nostro pianeta, a partire da quelli, silenziosi e imponenti, che vediamo intorno a noi.

Lungo il percorso espositivo sono indicate alcune tra le tappe più significative dello studio del Sistema Solare, da Galileo allo Sputnik.

Da sempre la montagna rappresenta un luogo privilegiato per l’osservazione degli astri. Quando il cielo è limpido e terso, le stelle brillano così vivide da sembrare a portata di mano. Non è un caso se i più importanti osservatori astronomici si trovano in quota, dalle Alpi alle Ande, dai vulcani delle Canarie a quelli delle Hawaii. Ma il legame tra le montagne e l’astronomia è ancora più profondo. Nell’autunno del 1609 Galileo Galilei puntò il cannocchiale che aveva costruito verso la Luna e scoprì sulla sua superficie crateri simili a vallate circondate da grandi catene montuose. Cadeva così la millenaria credenza che i corpi celesti e la Terra non avessero nulla in comune e si iniziò invece a capire che tutti gli oggetti del cosmo condividevano la stessa natura fisica. L’osservazione galileiana delle montagne della Luna aprì l’era dell’astronomia moderna.

Oggi, quasi quattrocento anni dopo, grazie alle sonde spaziali stiamo imparando a conoscere le montagne di tanti altri oggetti del Sistema Solare: dalle vette di Venere, nascoste alla vista dalla spessa atmosfera del pianeta, ai giganteschi monti di Marte, alti più del doppio dell’Everest; dai vulcani in perenne eruzione di Io, satellite di Giove, alle cime coperte di ghiacci eterni di Encelado, satellite di Saturno; dai dirupi scoscesi dei crateri di Mimas, un altro satellite di Saturno, agli asteroidi, che nel loro peregrinare nello spazio sembrano quasi montagne in cerca di un pianeta su cui poggiare.

Orario di apertura:
dal Lunedì al Venerdì: dalle ore18.30 alle ore 22.00
Sabato e Domenica: dalle ore 9.00 alle ore 22.00

di Abcveneto


 
 
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