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N. 67, VI anno 1 ottobre  2009
 
 
 


  Architettura moderna e contemporanea a Stoccarda

Testo e foto di Giovanna Dal Magro

Entrando dalla Svizzera a Sud o dalla Francia ad Ovest o dalla Baviera ad Est si raggiunge il Land Baden-Württemberg con la magnifica regione della Foresta Nera, del Lago di Costanza e delle storiche cantine del vino del Reno e con i suoi 60 luoghi di cure e di terme. E’ una delle aree più visitate della Germania perché offre una grande varietà di splendidi panorami e paesaggi.
Il capoluogo è Stoccarda, una delle più piacevoli città tedesche.
Ciò che più colpisce al primo impatto della visita sono i contrasti: pur essendo allo snodo di svincoli autostradali e pur essendo il principale centro dell’industria automobilistica (Porsche e Mercedes), è la città più verde della Germania possiede il più grande parco pubblico del mondo in pieno centro. Pur avendo una serie di nuovi quartieri residenziali, vanta nel sobborgo di Weissenhof, uno straordinario complesso di architettura moderna, con edifici firmati da Walter Gropius, Mies van der Rohe, Le Corbusier. Pur essendo stata duramente colpita dalla guerra, ha saputo fedelmente ricostruire il suo centro storico.
Il nuovissimo Museo Porsche a Stoccarda-Zuffenhausen, completato nel dicembre del 2008 contiene 80 Porsche storiche, come la Porsche 356, la Mc Laren TAG MP 4/2 C Formula 1 e il Maggiolino Volkswagen originale disegnato da Ferdinand Porsche.
Alla Mostra delle vetture si aggiungono l’archivio e una speciale officina dove vengono restaurati i modelli storici della Porsche.
Sempre a Stoccarda si può farsi conquistare dalla tecnologia e dal design all’avanguardia nell’avveniristico Museo Mercedes-Benz esteso su una superficie di 17.000 metri quadri, distribuita su nove livelli, che ripercorre la storia della nota casa automobilistica dagli albori ad oggi. Fu inaugurato nel 2006 alle porte dello stabilimento Daimler-Chrysler.
Strutturato su tre piani presenta oltre 120 anni di storia automobilistica innovativa. Si possono ammirare le prime automobili al mondo costruite da Karl Benz e Gottlieb Daimier, la prima Mercedes ed altri 80 modelli storici. Le “frecce d’argento” che hanno scritto molti capitoli gloriosi della storia delle competizioni sportive anche dopo la guerra.
La rinomata Neue Staatsgalerie (1979-1984) è stata progettata dagli architetti britannici James Stirling, Michael Wilford & Associates ed è la nuova ala della Staatgalerie costruita tra gli anni 1838-1843 all’epoca di re Guglielmo I° von Württemberg. La vecchia galleria ospita opere dal XIV al XIX secolo ed è in stili neoclassico, l’ala nuova è invece dedicata all’arte del XX° secolo . La fama internazionale di cui gode si deve ai maggiori gruppi di opere appartenenti alle correnti “Fauves”, “ Brücke, “Blauer Reiter”, “ Cubismo” e ai complessi artistici dedicati a Picasso, Beckmann, Schlemmer, Beuys, Kiefer.
Cubo di vetroSempre in tema di Musei, una delle più impressionanti architetture moderne di spicco nella città, è il cubo di vetro del Stuttgart Art Museum, che aggiunge un singolare colpo d’occhio all’orizzonte di Stoccarda. Durante il giorno s’impone per l’eleganza della forma, mentre di notte risplende come un gioiello. La sorpresa aumenta quando il visitatore entra nello spazio espositivo di 5.000 metri, creato dagli architetti di Berlino Hascher e Jehle. Con questo nuovo edificio, completato nel 2005, si aprì una nuova era per l’arte a Stoccarda. Nel futuro si aggiungeranno alle collezioni anche numerose mostre.
La base delle collezioni fu garantita dal conte Silvio della Valle di Casanova nel 1924, quando egli donò 77 quadri di impressionisti svevi alla città. Poi la collezione crebbe con 15.000 opere, comprese 250 dell’artista Otto Dix, tra cui una delle opere più importanti al mondo, il mitico trittico “La grande città” ( 1927/28) Si possono poi ammirare altri artisti come Adolf Hölzel, Willi Baumeister, Fritz Winter.
Un importante complesso di edifici, ormai esemplari nella storia dell’architettura moderna, è costituito dal quartiere Weissenhof, sorto nel 1927 come Esposizione di architettura del Deutscher Werkbund, una federazione tedesca di artisti e architetti.
E’ uno degli interventi architettonici più importanti del “ Movimento moderno”. Sotto la direzione artistica di Mies van der Rohe, 17 architetti di cinque Paesi realizzarono il loro concetto di abitazione del futuro. L’attenzione venne attirata in particolare da Le Corbusier, che realizzò insieme a P.Jeeanneret due “scatole abitative” che, appoggiate su pilastri, sembrano fluttuare sul versante della collina.
Dal 2006 questa casa ospita il Museo Weissenhof di Storia dell’Architettura ( Weissenhofmuseum für Architekturgeschichte). In metà della casa è allestita una mostra sulla storia di tutto il quartiere, nell’altra metà la Casa di Le Corbusier è visitabile, così come era nel 1927, come vero e proprio “pezzo d’esposizione” che comprende 21 edifici con complessivamente 63 appartamenti. Passiamo ora ad un importante recupero non ad uso museale, ma alberghiero: l’imponente Arcotel Camino situato in Heilbronner Strasse 21. Un elegante, funzionale Hotel quattro stelle ha trovato ospitalità in un interessante esempio di architettura industriale: operazione paragonabile a quella del Mulino Stucky a Venezia sapientemente trasformato in un Hotel Hilton.
Architettura storica e design contemporaneo s’incontrano in un hotel di alto livello.
L’esterno dell’edificio, la cui facciata risale al 1890, è fedelmente restaurato e conserva tutto il suo fascino, l’interno è interpretato con uno stile moderno lussuoso e funzionale su quattro piani, 168 stanze, suites comprese, sei sale per conferenze per 250 partecipanti, area fittness, area ristorante e bar. Il tutto risulta dalla collaborazione fra l’architetto austriaco Harld Schreiber e lo studio di architettura di Francoforte Christoph Mäckler.
Il nome ARCOTEL Camino si ispira al leggendario “ Camino de Santiago”. Di fronte all’Arcotel emergono nuovi spettacolari edifici amministrativi,tra i quali svetta l’audace spigolo di cristallo, che sembra ispirato ai principi del Feng Shui.

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Testo e foto di Giovanna Dal Magro


 
 
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