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N. 67, VI anno 1 ottobre  2009
 
 
 


  Un Google islamico

A cura di A cura di Raffaella Biasi

Negli ultimi tempi i musulmani sono diventati molto attivi su internet . Un giovane olandese di origini iraniano- kuwaitiane, Reza Sardeha, ha ideato un nuovo motore di ricerca – I’m halal , cioe “sono lecito” - che permette di accedere direttamente a tutte le informazioni del web, ma con una nuova condizione: favorire quelle lecite attraverso un filtro. Ora esiste questo motore che si propone di favorire le ricerche su internet senza far incappare accidentalmente i musulmani in siti porno o siti spazzatura, eliminandone un vastissimo numero e riducendo i link a quelli leciti. Questo per navigare in acque chiare e sicure!
Infatti il motore di ricerca è “islamicamente corretto". Per alcune parole scatta l'avviso di "haram", cioè a rischio: accade con "sesso" e "bikini", per esempio. Il progetto è notevole: diventare il motore di ricerca preferito dei milioni di musulmani che ogni giorno sono online. Ci sono già stati 500mila contatti nelle prime settimane, ma la sfida presenta non poche ambiguità. Il nuovo motore di ricerca è concepito in modo da assicurare ai musulmani di non trovare siti "haram", ovvero “illeciti”. Quando la ricerca tocca "contenuti illeciti", una schermata avverte il navigatore dei rischi, classificandoli con una scala da uno a tre. Spetta poi all'utente scegliere se proseguire o meno nell'esplorazione.
Così, ad esempio digitando la parola "sex" si ottiene una risposta che recita: "Opps. La tua richiesta ha un livello haram di due su tre. I risultati possono essere proibiti. Se pensi ancora di voler proseguire clicca qui". Stesso risultato se si inseriscono termini come gay, lesbian, pig , porno ecc. Le ricerche possono essere effettuate in una quindicina di lingue ma L'italiano al momento non è incluso. Anche per chi non è pratico di idiomi stranieri però, un'occhiata può risultare interessante: un vocabolo internazionale come "bikini" ottiene un livello di haram di due su tre. Invece del bikini si invita ad usare il buqini, il costume da bagno islamico, che viene presentato in tutto il suo splendore…
La differenza con un sito per bambini, in cui appunto il genitore immette la parola chiave per bloccare determinati accessi, è che si può accedere a tutto, comprese guerre e armi.
Dalle interviste a Sardeha si evince che il sito è in evoluzione. L’ideatore dice: "Riceviamo molti feedback dagli utenti e in qualche caso facciamo delle modifiche - spiega - e siamo in contatto con degli imam che ci aiuteranno a stabilire cosa deve essere considerato haram". Sempre l’autore ribadisce: "L'ispirazione mi è venuta dopo lunghe discussioni con i miei amici riguardo alle ricerche con Google. Molti di loro sono finiti per caso su siti dai contenuti troppo espliciti: così ho pensato che avremmo potuto sviluppare un motore di ricerca più orientato verso i valori islamici".
Il giovane ideatore - che in un'intervista via e-mail si definisce un musulmano "praticante" afferma che non c’è censura: "Non lo credo assolutamente - risponde - filtriamo prima di tutto contenuti per adulti e pornografia. Ma nulla che riguardi la politica o l'arte".
A questa notizia è necessario aggiungere una spiegazione ‘culturale’, il fatto che la sessualità è vista come il fattore portante del comportamento sociale e intorno a questa si sistema tutto il mondo e tutti gli argomenti si dipartono da questo. E’ però importante capire che ognuno è libero di accedere comunque a qualsivoglia sito, il motore islamico serve a far solo da riferimento a chi vuol comportarsi secondo il pensiero religioso comportamentale islamico o vuole perdere poco tempo nel marasma di notizie che invadono internet.
Pare strano, però, che venga considerato più pericoloso il sesso che la violenza o le immagini di guerra! A questa affermazione si può ribattere che l’abuso della sessualità ha portato l’Europa ad un caos di comportamenti che l’hanno resa decadente e quindi sostanzialmente debole e verso il declino tanto da favorire la perdita di nuclei di valori che hanno permesso un facile inserimento di nuovi valori da chi li poteva proporre, ossia gli immigrati musulmani.

A cura di Raffaella Biasi


 
 
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