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N. 66, VI anno, 2008 1 Settembre  2009
 
 
 


  Fernanda Pivano è di nuovo 'Sulla Strada'

Testo di Federico De Nardi-foto di Maria Ester Nichele

Gillo Pontecorvo e Federico De Nardi, Roma, 1993Fernanda Pivano se ne è andata in un silenzioso martedi d'agosto, caldissimo e afoso. Lei sarà sempre viva nei libri, quelli che ha scritto e quelli che ha tradotto e nel cuore di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerla.
Ha lasciato il suo tesoro letterario alla Fondazione Benetton, unica istituzione in Italia ad accettare la biblioteca e tutto il suo archivio. Conobbi Fernanda Pivano durante i miei anni romani, dal 1992 al 1995. Fra i molti impegni, stavo anche lavorando alla tesi di laurea, una tesi su una sceneggiattura inedita di Gillo Pontecorvo, personaggio, a quel tempo del tutto dimenticato in Italia, al contrario degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, dove veniva sempre ricordato e invitato. Poco dopo per una fortunata coincidenza, Gillo Pontecorvo fu chiamato a dirigere il Festival del Cinema di Venezia e tutti oggi lo ricordano come Direttore di questa mostra.

In quegli anni romani mi capitò anche di conoscere Fernanda Pivano, che passava l'estate nella sua casa in via Della Lungara. Lei era la famosa traduttrice e conoscitrice della letteratura americana degli ultimi cinquant'anni, a partire dal Dopoguerra. Conoscere colei che aveva incontrato personalmente i giganti della Letteratura e del Mito americano fu per me una grande emozione. In quel periodo ebbi modo di vederla spesso. Mi offriva acqua e menta e parlava. A me piaceva ascoltarla parlare, raccontare aneddoti e ricordi dei grandi scrittori e anche certe disavventure con le case editrici. Lei era anche molto genorosa, non solo nei ricordi che divideva con tutti, ma anche nei consigli e nei suggerimenti. Benché nata in Liguria a Genova e residente a Milano, Fernanda Pivano amava molto Roma dove andava nel mese d'agosto, diceva "a passare le vacanze". Preferiva stare a Roma perché la città era deserta e poteva viverla, assaporando i pomeriggi e le serate immersa in quell'aria romana che fa sempre tanto sognare i poeti e gli artisti.
La rividi poi a Venezia nel 1995, assieme a Allen Ginsberg l'ultimo sopravvissuto della Beat Generation. Fernanda Pivano firma autografi a Treviso, nel 2004L'ultima volta che la incontrai, fu nell'aprile 2004, nella piccola ma graziosa città di Treviso, alla Fondazione Benetton, quando è stata festeggiata per la donazione di tutti i suoi libri, scritti e materiali. Mi fece il suo autografo su una sua vecchia traduzione di un libro poco conosciuto di Jack Kerouac, "Visioni di Cody", scritto con tutto quello che rimase fuori da "On The road". Quella sera alla Fondazione Benetton fu un incontro indimenticabile, erano presenti tantissimi giovani e meno giovani. Alla fine della serata tutti sono accorsi attorno a lei per farsi autografare i libri da lei scritti e tradotti e per farsi fotografare insieme! Anche quest'anno, a luglio, Treviso (Trevisoviva) ha festeggiato il suo compleanno con letture, spettacoli itineranti, concerti. Fernanda Pivano e Luciano BenettonLei non è potuta venire, perché ormai stava già facendo le valigie per andarsene, "Sulla Strada". La serata si è conclusa alla Fondazione Benetton, spegnendo le candeline in suo omaggio. Ricordo di nuovo, con molto piacere, che la Fondazione trevigiana -Fernanda Pivano ancora in vita- è stata l'unica istituzione in Italia, ad accettare il suo tesoro librario e il suo archivio con le lettere e anche la corrispondenza con Pavese, di cui si tanto è parlato in questi giorni sulla stampa.

Di Federico De Nardi- foto di Maria Ester Nichele


 
 
 
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