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N. 66, VI anno, 2008 1 Settembre  2009
 
 
 


  Le nozze di Canaa alla Fondazione Giorgio Cini a Venezia

Di Luigia Stefanelli

le nozze di Caana alla Fondazione CiniPeter Greenway torna a Venezia, dopo oltre quindici anni dalla indimenticabile installazione a Palazzo Fortuny, per far rivivere uno dei capolavori di Paolo Veronese “Le Nozze di Cana” alla Fondazione Cini nell’Isola di San Giorgio. L’isola che fronteggia Piazza San Marco è stata fin dai primi dell’ottocento la sede di una abbazia benedettina, rimasta per secoli centro non solo spirituale ma anche di cultura.
L’enorme tela che riempiva completamente la parete di fondo del refettorio palladiano, completandola quasi ne fosse la logica, illusionistica conclusione dell’architettura, fu realizzata da Paolo Veronese tra il 1562 ed il 1563. Un dipinto grandioso,una iconografia opulenta, una festa con oltre centoventi personaggi, più cani e gatti ed un sole che sorge in un cielo solcato da uccelli che volano, circondato da una architettura che spalanca il refettorio del convento veneziano alla gioia ed al sogno. La fama del capolavoro fu tale che Cosimo de’ Medici racconta che chiunque si recasse a Venezia non poteva mancarne la visita ….nel 1797 però la tela fu staccata dalla parete e tagliata per meglio essere trasportata a Parigi,dove tuttora si trova ricomposta ed esposta al Louvre.
Dopo anni di abbandono, Vittorio Cini ottenne, dallo stato italiano la concessione dell’isola per farne una fondazione dedicata a suo figlio Giorgio e così il refettorio fu riportato al suo antico splendore ma l’impossibilità di riportare il telero del Veronese nel luogo per il quale era stato concepito rimaneva come una ferita aperta, fu per questo che si intraprese una sperimentazione, mai avvenuta prima con tele di quelle dimensioni. Si affidò ad Adam Lowe ed alla sua ”Factum Arte” il compito di riprodurre con tecnologie digitali una tela che fosse esattamente identica alla originale. Nel settembre del 2007 fu possibile ricostituire nella sua interezza l’opera d’arte costituita dall’insieme dell’architettura e del quadro ed offrirla all’ammirazione del mondo.
Ora Peter Greenway, con la sua straordinaria lettura, attraverso un sofisticato gioco di effetti speciali, trasforma la pittura in qualcosa che non si può descrivere ma che bisogna vivere…
Una performance multimediale, della durata di circa 50 minuti, che fa rivivere al pubblico il primo miracolo di Gesù, narrato nel Vangelo di Giovanni, quasi ne fosse egli stesso non solo spettatore ma attore in prima persona foto, immagini, luci, suoni, voci, musiche che sembrano scaturire direttamente dal dipinto facendolo animare.
Una esperienza da non perdere che l’artista inglese ha realizzato in collaborazione con l’olandese Reinier van Brummelen, direttore della fotografia e mago degli effetti speciali e Change Performing Arts di Milano che ha curato e prodotto l’evento e che sarà possibile vedere tutti i giorni dalle 11 alle 19, fino al 13 settembre 2009.

www.fondazionecini.it

Di Luigia Stefanelli


 
 
 
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