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N. 66, VI anno, 2008 | 22 Settembre 2009 | ||
A cura di Abcveneto Immergersi nell'immensità della Pustza, specchiarsi nelle tranquille acque del Balaton, addentrarsi nella babele della vecchia Buda. Scoprire come un artista sappia trasmettere lo spirito profondo di un logo, soprattutto se quel luogo egli lo avverte come proprio pur non essendoci nato ma forse proprio per questo riuscendo a sviluppare una capacità di osservazione e confronto ancora più articolata. Queste le sensazioni che il visitatore è chiamato a vivere nei grandi spazi dell'Esedra di Levante di Villa Manin di Passariano visitando "Scene d'Ungheria", la grande mostra a tema che Matteo Massagrande propone dal 25 settembre al primo novembre 2009. Una quarantina di grandi e grandissime opere, più della metà create proprio per questa esposizione. Marco Goldin, che è il curatore della rassegna di Massagrande, l'ha voluta perché l'artista veneto-ungherese incarna come pochi la capacità di declinazione attuale del tema del paesaggio, delle acque e delle città, ovvero dei grandi filoni della produzione artistica nell'Europa del secondo Ottocento affrontati poche decine di metri più in là, nel corpo centrale della magnifica reggia dei Manin, nella grande mostra "L'età di Courbet e Monet. La diffusione del realismo e dell'impressionismo nell'Europa centrale o orientale".
Un legame, quello tra Massagrande ed i maestri del naturalismo, sia francese che centro europeo e ungherese in particolare, fatto di tensioni, d'atmosfere, di qualità pittorica. Di colori particolari, di erba che è più erba di altre.
"Passeggio tanto nei campi ungheresi, proprio - ricorda Massagrande - per capire cosa significhi l'immancabile esclamazione da parte di mia moglie che tornando nella sua terra dice ogni volta: "Ma non vedi che qui il verde è diverso? È verde ungherese. Il cielo poi.". Certo che lo vedo, ma capirlo, e poi riportarlo sulla tela, è un'altra storia. Divido il mio lavoro tra lo studio padovano e quello di Hajòs in Ungheria. Sono sedici anni che faccio queste lunghe passeggiate solitarie nella pianura ungherese, nelle città, nella puszta, lungo il lago, nei campi, col sole, con la neve, quando c'è nebbia, un po' come facevo da ragazzo per capire il paesaggio veneto. Camminando, penso e pian piano capisco. Per capire il paesaggio ungherese devi avere dei ricordi che ti leghino a quella terra, devi conoscere l'alfabeto segreto di quel paesaggio per poterlo leggere e poi citarlo, altrimenti si comporta come con tutti - bello, disteso, maestoso - ma non ti fa vedere il suo blu o verde, quelli sinceri. Gli alberi a volte sono blu. Magari per cinque minuti, per uno strano gioco di luce lo sono davvero. Matteo Massagrande, nato a Padova nel 1959, pittore e incisore è un profondo conoscitore della storia dell'arte antica e contemporanea. Si interessa allo studio di antiche tecniche di pittura, di incisione e all'arte del restauro. Frequenti sono i suoi viaggi in Europa e nel mondo, pretesti, spesso, per sviluppare cicli pittorici e grandi composizioni. Ha iniziato a esporre nel 1973 ottenendo numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Città di Pordenone 1980, il Premio Rizzoli per la grafica 1982, il Premio Burano di pittura 1986; ottiene il Premio Under 35 alla Terza Biennale d'Arte Sacra di Venezia 1987. Decine da allora le mostre personali in sede pubbliche in Italia e all'estero. Negli ultimi due anni ha esposto a Verona, Bologna Legnano, Brunico Grosseto, Barcellona. Su richiesta della Pontificia della Basilica del Santo di Padova ha eseguito il dipinto Maria, Madre dei giovani per il Sermig Arsenale della Pace di Torino. Su incarico dell'Ente Nazionale Francesco Petrarca ha eseguito il ritratto di "Laura". Vive a Padova e divide la sua attività tra lo studio a Padova e quello di Hajòs (Ungheria). Massagrande. Scene d'Ungheria Passariano di Codroipo, Villa Manin, Esedra di levante 25 settembre - 1 novembre 2009 Ingresso gratuito Orario: tutti i giorni dalle 13 alle 19 A cura di Abcveneto |
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