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L'elogio delle mutandeDel Grillo Parlante
Giorni di svendita, questi, di saldi, di negozianti spaventati dalla crisi in arrivo, anche qui nel Veneto, anche se le code sulle strade e i parcheggi strapieni dei centri commerciali fanno pensare al contrario, ma si sa, a una certa umanità piace danzare sull'orlo del baratro, almeno nell'inconscio. Consapevoli della nostra grave responsabilità di comunicatori e testimoni di catoniana memoria del tempo presente, abbiamo fatto un giro per Treviso e siamo rimasti colpiti da un bellissimo centro storico, ostaggio, se così si può dire, di numerosissimi negozi di 'mutande', capo di abbigliamento che mi pare si chiami così proprio perché deve essere 'mutato' spesso... noi abbiamo nulla contro questo capo di abbigliamento, s'intende, però ci è sembrato che tutte queste esposizioni di glutei tessili, davanzali rinforzati e inguini tessutei sotto una luce abbagliante, modernissima, artificiale, urlante, per meglio farsi notare, un po' stridano con il contesto delle pietre severe e anche con il buon gusto ormai defunto. Mi ha colpito anche il fatto, che si esponga sotto riflettori merce che un tempo riuscivano a vedere solo i discoli, sollevando brevemente la gonna a una ragazza per vedere il colore delle mutandine e se fossero dotate di nastri o pizzi. Azione questa, che oggi sembra così innocente da appartenere all'era dei dinosauri, in più, le ragazze oggi portano tutte i jeans. Forse per questo certi giovani sono infelici e si drogano/ubriacano? Del Grillo Parlante |
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