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I segreti della città proibita e Matteo Ricci alla corte dei Ming

Di Abcveneto

©Maria Ester Nichele

Il dottor Adriano Madaro, esperto sinologo e membro del Consiglio Direttivo Permanente dell’Accademia Cinese, conoscitore della Cina come pochi, ha affascinato e conquistato la difficile platea dei giornalisti all'inaugurazione della mostra i 'Segreti della Città Proibita e Matteo Ricci alla Corte dei Ming". L'inaugurazione è avvenuta il 24 ottobre 2009; l'esposizione rimarrà a Treviso fino al 9 maggio 2010 e rappresenta il terzo appuntamento delle grandi mostre “La Via della Seta e la Civiltà Cinese”, ospitate a Casa dei Carraresi a Treviso e promosse da Fondazione Cassamarca, in collaborazione con l’Accademia Cinese di Cultura Internazionale di Pechino e con la Fondazione Italia Cina presieduta da Cesare Romiti. L’organizzazione delle Grandi Mostre di Casa dei Carraresi è affidata a Sigillum, che ha già realizzato le rassegne dedicate alla Nascita del Celeste Impero (2005-2006) e a Gengis Khan (2007-2008) e sono curate da Adriano Màdaro, sinologo . Il curatore della mostra ha spiegato che Ming, ‘splendore’, è il nome che nel 1368 venne attribuito dal capo rivoluzionario Zhu Yuanzhang alla dinastia che egli fondò a Nanchino, dopo aver abbattuto il potere mongolo degli Yuan. Con il suo regno, iniziò una stagione di straordinaria fioritura delle arti e dell’industria manifatturiera, al punto da divenire ‘un secondo Rinascimento’ per la storia cinese, che attrasse dall’Occidente, mercanti, viaggiatori e missionari come il gesuita Matteo Ricci. Il gesuita ebbe il merito di introdurre a Corte le scienze occidentali (per esempio che la Terra sia rotonda e che l'ago della bussola deve puntare a Nord, non a sud) contribuendo ad avvicinare l’Europa all’Impero cinese. La mostra quindi, attraverso reperti importantissimi, mai usciti dalla Cina e addirittura mai esposti a occhi umani, ricostruisce trecento anni di storia, dal 1368 al 1644. Fra i 'pezzi' notevoli di menzione in questa cronaca è una stupenda opera, realizzata, su richiesta del dottor Madaro, da quattrodici ebanisti e tre architetti in due anni di lavoro certosino: un modellino in legno di tiglio della Città Proibita - favolosa reggia fatta costruire tra il 1406 e il 1421 da Yongle, terzo Imperatore della Dinastia dei Ming -, riprodotto fedelmente perfino nei particolari più accurati, come la rifinitura delle tegole dei tetti in scala 1 a 300 per un totale di 40 metri quadrati. Preziosi gioielli, sontuosi abiti di seta, pregiate porcellane e oggetti della vita quotidiana della famiglia imperiale si affiancheranno a delicati dipinti, statue d’oro buddiste, giade raffinate, tessuti rari, mobili finemente lavorati, tutti reperti di enorme valore storico ed artistico. “Tra i pezzi più pregiati – ha spiegato Adriano Madaro, nel corso della presentazione – ci sono le due corone imperiali, le uniche due esistenti al mondo, imperdibili. Vi sono anche rotoli di seta lunghi svariati metri, dipinti con scene di corte e rare figure umane con paesaggio”.
Tornando alla parte che c'interessa di più il curatore ha detto che “Matteo Ricci ancor oggi è molto famoso in Cina dove è stato sepolto. Fu matematico, storico e astrologo molto apprezzato alla corte dei Ming. E proprio nella nostra mostra saranno esposti alcuni suoi trattati e testi”. A lui è così dedicata la sezione finale della mostra, quasi a significare la sua figura di connessione tra Occidente e Oriente, una sezione che comprende rarissimi documenti autografi, antichi testi, una mappa del mondo di 4x2 metri con un particolare uso degli ideogrammi e ingegnosi meccanismi per lo studio dell’astronomia, giunti direttamente dalle collezioni ricciane di Macerata, città natale del grande missionario e dal Museo dell’Astronomia di Roma.

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