n.73 VII anno, 7 aprile 2010
Rassegna di Cinema russo SCHIAVO D'AMORE (PER IL CINEMA): I FILM DI NIKITA MICHALKOV
A cura di Abcveneto
Tale rassegna è dedicata a uno dei registi russi più famosi in occidente, molto amato e nello stesso tempo discusso e criticato in patria. La rassegna cinematografica è stata organizzata in collaborazione con il Centro Culturale Candiani di Mestre e a cura di Davide Giurlando, studioso di cinema russo (Università Ca' Foscari di Venezia) e verrà suddivisa in quatro incontri con quattro film considerati tra le migliori opere del regista: Schiava d’amore (Raba ljubvi, URSS 1975), Partitura incompiuta per pianola meccanica (Neokoncennaja p'essa dlja mechaniceskogo pianino, URSS 1976), Oblomov (Neskol'ko dnej iz žizni I.I.Oblomova, URSS 1979) e Oci ciornie (Oci cernye, ITALIA-URSS 1987).
Nella prima serata di Giovedì 8 Aprile alle 17.00 Davide Giurlando farà una breve introduzione all'idea principale della rassegna e al nesso connettivo tra i film proposti.
In seguito verrà proiettato il primo film della rassegna: Schiava d’amore (1975), la pellicola che rivelò il trentenne Nikita Michalkov come uno dei più brillanti registi dell'ultimo cinema sovietico.
La rassegna proseguirà con le seguenti proiezioni:
Lunedì 19 Aprile ore 17.00 Partitura incompiuta per pianola meccanica (1976)
Lunedì 26 Aprile ore 17.00 Oblomov (1979)
Giovedì 6 Maggio ore 17.00 Oci ciornie (1987)

Introduzione di Davide Giurlando
Mario Monicelli, nel corso di una serie di conversazioni recentemente raccolte in volume da Sebastiano Mondadori, rievoca un singolare episodio che vide protagonista l’amico e collega Nikita Michalkov: dopo un soggiorno in Russia, alla partenza dall’aeroporto, il regista russo passò di punto in bianco all’italiano, avvolta in un lenzuolo, una preziosa icona, che l’allibito Monicelli riuscì miracolosamente a riportare in occidente sfuggendo al controllo doganale. Quasi una metafora della carriera di Nikita Sergeevic, uno dei registi russi più famosi in occidente, ma capace di contrabbandare – nascosti tra le righe dei dialoghi, nel singolo fotogramma, nelle musiche – tratti di inconfondibile ed autentica russicità. Figlio d’arte (bisnipote del pittore Vasilij Surikov, figlio del poeta Sergej Michalkov e della scrittrice Natal’ja Koncalovskaja, e fratello del regista Andrej Koncalovskij), carriera precoce (divenne famoso ad appena 19 anni, recitando nella commedia cinematografica Ja šagaju po Moskve, del 1964), Michalkov, negli anni, non si è rivelato soltanto un autore straordinariamente personale e significativo (al punto di assurgere al rango di icona del cinema russo, come dimostrano i numerosi e divertiti cameo come attore in film suoi o di colleghi), ma anche un regista versatile, in grado di mescolare i generi dipanando piccole, contenute storie romantiche in contesti comici, sullo sfondo di possenti – e drammatici – avvenimenti storici.
Da questo punto di vista, Schiava d’amore (1975), da molti considerato il suo film più riuscito, è particolarmente significativo: nell’estate del 1918, in Crimea, in un set approntato per girare un mieloso melodramma, si consuma la storia d’amore della diva del cinema Ol’ga e dell’operatore rivoluzionario Viktor, mentre la polizia incombe e la troupe si gingilla in attesa della pellicola, dei soldi del produttore e di un attore che forse non arriverà mai, in un’atmosfera a metà fra Beckett e suggestioni cechoviane.
Cechov in persona è l’ispiratore di Partitura incompiuta per pianola meccanica (1976), tratto liberamente dalla commedia Platonov dello scrittore russo, in cui il fallimentare bilancio della vita di un maestro elementare ha esiti grotteschi e tragicomici. Oblomov (1979), riduzione dell’omonimo romanzo di Goncarov, continua sulla stessa linea, con uno dei protagonisti più complessi della storia del cinema russo: l’inerte proprietario terriero Oblomov, così romantico da conquistare la bella Ol’ga e così abulico ed infantile da non essere in grado di legarsi definitivamente a lei. Il personaggio, straordinariamente interpretato da Oleg Tabakov, anticipa infine il Mastroianni di Oci ciornie (1987), ispirato ancora a Cechov, su un dongiovanni un po’ invecchiato che scopre improvvisamente l’amore per poi perderlo, e dedicare la sua vita al tentativo di ritrovarlo, inseguendolo come fosse un miraggio. O un sogno. O un film.
Tutte le proiezioni si svolgeranno nella sala seminariale al 1° piano presso il Centro Culturale Candiani di Mestre.
L'ingresso è riservato ai Soci dell'ACIRV (Associazione Culturale Italo Russa del Veneto) e del Cinema Più.
Tessera socio ACIRV (anno 2010) sarà possibile acquistare all'inizio della serata nella sala seminariale al 1° piano del Centro Culturale Candiani di Mestre. Costo annuale tessera 25 euro, rinnovo 20 euro.
A cura di Abcveneto


 
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