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N. 71, VII anno   5 febbraio  2010

 
 


  Experimenta. Autogestione e sperimentazione artistica: il caso Verifica 8+1 (1978-2008) al Centro Culturale Candiani

A cura di Abcveneto

E’ dedicata al sodalizio artistico Verifica 8+1, in occasione di una corposa donazione di opere destinate ad arricchire la futura sede bibliotecaria di Villa Erizzo,  la nuova mostra Experimenta. Autogestione e sperimentazione artistica: il caso Verifica 8+1 (1978-2008) che sarà inaugurata venerdì 12 febbraio alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani.
Visitabile fino al 28 marzo 2010, la mostra è organizzata in collaborazione con la Biblioteca Civica di Mestre e Galleria Contemporaneo per illustrare e comprendere gli intenti e il compito che i componenti del gruppo si erano dati fin dall’inizio della loro attività. Verifica 8+1 era descritta da Bruno Munari, “come “‘una testa di ponte’, come si dice in gergo militare, per le conquiste culturali, un piccolo ma sempre attivo centro con la funzione di far conoscere al pubblico i nuovi modi di operare nel campo dell’arte,di mostrare opere di artisti nuovi, di promuovere discussioni, di interessare i giovani e di prepararli per un futuro di larghe vedute”.
Questo gruppo avrebbe garantito la continuità di uno spazio sperimentale per le arti completamente autogestito, unico nel suo genere non solo nella Terraferma veneziana, senza chiedere o ricevere aiuti da parte politico-amministrativa, attento a conservare indipendenza nella programmazione e capacità di aprirsi a quello che di innovativo proveniva dal territorio, dall’Italia e dall’estero. L’iniziale appuntamento con Munari indicava una linea di ricerca cui il gruppo si sarebbe in seguito riferito, però articolandola in modo assai flessibile, e mai ‘ideologico’. L’ascendenza munariana aveva come riferimento iniziale il Movimento arte concreta (MAC) fondato alla fine degli anni Quaranta, che aveva avuto come teorico Gillo Dorfles. A sua volta la linea genealogica risaliva alle sperimentazioni del Bauhaus, del Costruttivismo, di De Stijl e della ripresa che di queste linee avrebbe fatto Max Bill con la scuola di Ulm. Arte dunque come elemento di un intenso confronto fra la ragione artistica e la società, la scienza e la comunicazione massmediale, la produzione industriale (con il ruolo cardine svolto dal design) e gli aspetti anche didattici inerenti ad una nuova percezione delle cose. Da qui prende avvio quel primato della misura e della geometria come antidoti al pathos soggettivo dell’espressionismo astratto, e delle declinazioni (siamo alla fine degli anni Settanta) transavanguardistiche, che avrebbe contraddistinto l’insieme delle proposte del sodalizio veneziano.
La polivalenza degli approcci individuali, pur con i tratti comuni cui ci si è riferiti, ha permesso che moltissimi artisti venissero coinvolti nei 254 appuntamenti espositivi e che si costituisse così il fondo della donazione di opere fatto dal gruppo al Comune di Venezia, che viene presentato per la prima volta al Centro Culturale Candiani. Un fondo la cui lettura delle complesse trame individuali che lo compongono, in cui compaiono esempi di ricerche internazionali come quelle di Sonia Delaunay, Horacio Garcia Rossi, Julio Le Parc (per non citare che i più noti), di grandissime esperienze italiane come quelle di Bruno Munari o Alberto Biasi, costituisce di fatto una mappa artistica di grande originalità della stessa ricerca nazionale.

Dal 13 febbraio al 28 marzo 2010

Inaugurazione della mostra
venerdì 12 febbraio alle ore 18.00

orario:
da lunedì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30

sala espositiva secondo piano
ingresso libero

A cura di Abcveneto

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