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N. 70, VII anno | 1 gennaio 2010 | ||
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A cura di Gioia
L'altro giorno, ospite di alcuni amici montanari, mi sono ritrovata nel piatto i canederli. Sono grossi gnocchi, non di patate, bensì di pane raffermo molto diffusi nella cucina tedesca con nomi diversi e numerose varianti dolci e salate. Nella cucina italiana sono presenti nel Bellunese,(ricordo di averli mangiati a Cortina) nel Trentino e in Friuli. Il nome "canederli" è infatti in dialettale trentino, e deriva dal nome tirolese "Knödel". Si tratta di un piatto che, nella cucina contadina, permetteva il riciclo del cibo avanzato. La ricetta è antichissima: c'è anche una testimonianza artistica, raffigurata nel ciclo di affreschi romanici della cappella di Castel d'Appiano (Bz).
Passiamo dunque alla ricetta più comune, quella salata, che mi sono trovata nel piatto: nella versione salata l'impasto base è composto da cubetti di pane raffermo, latte e uova, (esistono però varianti che, al posto del pane, prevedono polenta di grano saraceno), lo Speckknödel viene insaporito con speck; il Käseknödel è la versione al formaggio; Comune a tutti è l'aggiunta di un poì prezzemolo e talvolta anche cipolla, questi ultimi due ingredienti che solleticano il palato. Ingredienti
40 gr di farina Preparazione
In un contenitore mettere latte e il pane raffermo. A parte sbattere le uova con un pizzico di sale e pepe. Aggiungetele al pane. Mescolate il tutto e lasciare riposare per circa due ore, al buio. Ogni tanto mescolare tutto.
Nel frattempo, preparate un soffritto, in olio d’oliva, con speck e cipolla, finemente tritati e un po' di burro. Aggiungete al pane ammorbidito il soffritto, il prezzemolo tritato, la noce moscata e la farina. A cura di Gioia |
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