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N. 70, VII anno   1 gennaio  2010

 
 
600 milioni di euro. Questa la cifra stratosferica che le imprese artigiane venete “avanzano” dai propri committenti tra ritardi di pagamento e insoluti

A cura di Abcveneto

Le imprese artigiane venete del manifatturiero che lavorano nella subfornitura, avanzano dai committenti circa 600 milioni di euro.
Soldi per prodotti già consegnati, per lavori già effettuati. Che però i sub fornitori non riescono ad incassare. E rischiano, in molti, di dover chiudere l’attività per questo motivo: “Che attraversiamo un periodo di crisi molto duro, per quanto riguarda il manifatturiero, non è una novità –spiega Giuliano Secco, presidente regionale dell’abbigliamento per la Confartigianato- Questa crisi ha diverse sfaccettature: per le grandi imprese, ad esempio, c’è il problema del ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Per noi il problema è del ritardo dei pagamenti da parte dei committenti. E’ un ritardo crescente, si arriva a 180 giorni per i pagamenti; sempre più spesso, il pagamento non avviene. Punto e basta. Uno scandalo tutto italiano al quale non è riuscita a porre un argine nemmeno la legge. Sono infatti ben undici anni che nel nostro Paese è inapplicata la Legge n° 192 sulla Subfornitura che imporrebbe il saldo delle fatture a 60 giorni dall'avviso di merce pronta, pena l'applicazione di tassi di mora maggiorati”.
“Per quanto riguarda la mia azienda –prosegue Secco-, ad esempio, il ritardo dei pagamenti arriva al 25% del fatturato. C’è chi ha dovuto smobilitare la pensione integrativa, per far fronte alla crisi di liquidità; e chi, semplicemente, ha chiuso. Sempre più numerose sono le aziende che chiedono al committente una parte di pagamento anticipata, per poter acquistare le materie prime per la commessa; altrimenti non accettano il lavoro. E’ evidente che così non si può andare avanti, non possiamo fare da banca per gli altri”.
Ad evidenziare che il ritardo dei pagamenti è un problema serio, per le aziende artigiane, è un’indagine della Confartigianato del Veneto che ha visto intervistate 1.000 imprenditori artigiani. La metà delle imprese artigiane intervistate denuncia un allungamento dei tempi di pagamento, mentre per l’altra metà i tempi sono rimasti invariati. L’allungamento, per le imprese che lamentano questo fenomeno, è mediamente di 20,7 giorni. Ma nell’ edilizia arriva quasi a 30 giorni, mentre nel manifatturiero scende a 19,6: “Bisogna tener presente che questi allungamenti di sommano ai tempi già lunghi, oltre i due mesi, che nel nostro Paese sono purtroppo la norma –spiega Secco- Si arriva, in alcuni casi, a tempi di 18 mesi per il pagamento. Lavorare in questo modo è pressoché impossibile”.
Claudio Miotto, presidente regionale di Confartigianato lancia due proposte per cercare di venire incontro al sistema produttivo artigiano, il più esporto al fenomeno: “la prima valutare con alcune primarie società di recupero crediti possibili condizioni favorevoli per i nostri soci al fine di agevolare il recupero degli insoluti, riducendo il costo dell’operazione oggi troppo onerosa per le singole imprese. Secondo proponiamo una modifica legislativa dell’attuale diritto fallimentare che in caso di chiusura per insolvenza del committente ponga i debiti verso i fornitori artigiani inequivocabilmente tra quelli “privilegiati”.

A cura di Abcveneto

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