n.75 VII anno, 14 giugno 2010
Un cavallo veneto e la sua bardatura. La tomba 49 della necropoli dell’Opera Pia Moro
A cura di Abcveneto
ODERZO – TV
Museo Archeologico Eno Bellis
Giovedì 24 giugno 2010, ore 20.45
Presentazione del restauro
Il 24 giugno 2010 al Museo Archeologico di Oderzo viene presentato l’intervento di restauro di uno scheletro di cavallo veneto e la sua bardatura. Al contempo viene inaugurata la vetrina espositiva all’interno del Museo.
In rappresentanza degli enti promotori dell’evento sono previsti gli interventi di saluto di:
Tiziana Stefanel Prevedello, Presidente Fondazione Oderzo Cultura Marzio Favero, Assessore ai beni culturali, Provincia di Treviso Angelo Tabaro, Segretario regionale alla cultura, Regione del Veneto Pietro Dalla Libera, sindaco Città di Oderzo Guglielmo Marcuzzo, Studio Marcuzzo – Benvegnù
Nel corso della serata il processo di scavo e di restauro sarà opportunamente presentato dai responsabili della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, anche con contributi video. A seguire, durante l’inaugurazione nelle sale del Museo, un piacevole intermezzo musicale.
La tomba di cavallo veneto è stata rinvenuta nel marzo del 2005 durante lo scavo per la realizzazione di un nuovo edificio dell’Opera Pia Moro, lungo la via Postumia, a pochi passi dal Museo stesso.
Nel settore meridionale rispetto al centro opitergino era stata individuata una necropoli preromana dove sono state portate in luce circa 60 sepolture, riunite in una quindicina di tumuli. Tre sono sepolture di cavalli, che si aggiungono ad una rinvenuta nei primi anni ’80 in località La Mutera di Colfrancui.
Fra queste però la tomba 49 si distingueva per la presenza di una ricca bardatura di ferro e di bronzo. E’ la tomba di un esemplare maschio, quasi certamente intero, quindi uno stallone, di circa 12-15 anni, deposto in una fossa coperta da un tumulo. La sepoltura risale al V secolo a.C.
Il cavallo della tomba 49 verrà esposto in due vetrine, una dedicata allo scheletro dell’animale e l’altra alla sua bardatura. Il progetto di recupero è stato promosso dalla Fondazione Oderzo Cultura Onlus e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto ed è stato realizzato grazie alla sponsorizzazione di un privato, il dott. Guglielmo Marcuzzo dello Studio Marcuzzo-Benvegnù Commercialisti e Avvocati di Oderzo.
Moderno mecenate, il dottor Marcuzzo, da appassionato studioso della cultura archeologica opitergina, ha sovvenzionato il restauro del cavallo. Grazie a lui quindi il cavallo veneto con la sua bardatura è stato restaurato e diverrà sicuramente uno dei punti di forza del Museo.
L’auspicio è che altri imprenditori privati si facciano avanti per finanziare l’esposizione anche degli splendidi corredi delle sepolture umane che appartenevano a questa necropoli e che, in questo caso già restaurati, attendono ora di essere esposti vicino al cavallo.
A cura di Abcveneto


 
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