n.75 VII anno, 4 giugno 2010
SPAZIOEVENTI
A cura di Abcveneto
giovedì 3 giugno ore 18.30 - Letture Mario Levi e Fethiye Çetin
Nell’ambito della manifestazione Yollarda (in turco "sulla strada") organizzata dal Goethe Institut di Istanbul, che prevede una serie di letture di più di 50 autori in diverse città di Turchia ed Europa, Mario Levi (autore di Istanbul era una favola, Baldini) e Fethiye Çetin (Heranush mia nonna, Alet) parleranno delle loro opere, leggendone dei brani in italiano e in turco.
Mario Levi ha studiato lingua e letteratura francese all'università di Istanbul. I suoi primi scritti sono stati pubblicati dal giornale “Salom”. Il suo primo racconto, “Bir Sehre Gidememek” è del 1990, mentre il suo primo romanzo, En Güzel Ask Hikayemiz (italiano: La nostra più bella storia d'amore, 2008), è stato pubblicato nel 1992. Per le sue opere, nelle quali si riflette l'universo delle minoranze non musulmane della Turchia, Mario Levi ha vinto importanti premi letterari.
Fethiye Cetin ha studiato giurisprudenza all'università di Ankara. Ha fatto parte del Comitato per i diritti umani dell'Ordine degli Avvocati di Istanbul ed è stata portavoce del gruppo di studio sui diritti delle minoranze. Numerosi suoi articoli sui diritti umani e in particolare sui diritti delle minoranze sono apparsi in diverse riviste e quotidiani turchi. Attualmente è una degli avvocati del settimanale “Agos” e della famiglia di Hrant Dink, giornalista turco-armeno, che è stato ucciso nel 2007 a Istanbul. Nel 2006 il suo libro Anneannem (italiano: Heranush mia nonna, 2007), che ha riscosso grande successo ed è stato tradotto in otto lingue, compreso l'italiano, le ha fatto vincere il Prix Armenia in Francia. Attualmente vive e lavora ad Istanbul.
sabato 5 giugno ore 17.30 - Inaugurazione Venezia. Una donna senza tempo
Un progetto assolutamente inedito, nato dall’estro creativo di Oddo De Grandis - presidente dell’Associazione Culturale Teatrio - che da anni si occupa di eventi, mostre e pubblicazioni nel settore dell’arte, della grafica e dell’illustrazione. Da più di mille anni il corpo di Venezia, donna e dea, ispiratrice di mille poeti e di mille battaglie, attira ammiratori e visitatori da tutto il mondo. Il suo enorme fascino, eterno eppure mutevole, sarà in grado di vincere il tempo e i cambiamenti violenti delle società di oggi e di domani, mantenendo intatto il suo potere attrattivo ma anche la sua capacità di essere città viva e al contempo “divinità e mito” e dunque “luogo e volto” umano e divino, mortale e senza tempo? E’ la domanda a cui tre fotografi, Alberto Lisi, Massimiliano Simotti e Marcello Rapallino, su invito di Oddo De Grandis, hanno deciso a modo loro di dare una risposta. Attraverso un viaggio nella visione del corpo femminile tra passato, presente e futuro in una Venezia, specchio e protagonista di tutte le epoche, si materializza una mostra singolare e coinvolgente, a cui fa seguito un libro con testi redatti della giornalista Giovanna Pastega. 80 scatti fotografici e 3 scatti narrativi che ripercorrono l’oggi, l’ieri e il domani di Venezia eterno femminino e città universale.
L’immagine e la parola fusi in un unico progetto espositivo ed editoriale per raccontare una storia ricca di fascino, eros, bellezza, ambiguità, contrasti, forza, fragilità, tra sogno e realtà. Una storia senza fine.
In mostra fino al 24 giugno
mercoledì 9 giugno ore 19.00 - Presentazione
Stefano Soffiato, WWW.venessia.com, Granviale editore
Ne parlano con l'autore Pietro Bortoluzzi e Cesare Colonnese
"Irriverente, curioso, ironico, satirico. Tutto quello che non è stato scritto su Venezia, sui Veneziani e i suoi ospiti", questo il sottotitolo di www.venessia.com, libro di Stefano Soffiato che una "summa" di 10 anni del sito omonimo creato dall'autore nel maggio del 2000. Stefano lavora da sempre in piazza San Marco, a stretto contatto con le frotte di turisti che - a milioni ogni anno - l'affollano, e ha maturato una sensibilità, una sottile capacità di cogliere dalle sfumature i caratteri e le idiosincrasie che poi traduce, con la semplicità della battuta fulminante, in testo scritto.
Non può mancare, sul sito e nel libro, l'osservazione della "specie autoctona": i veneziani di cui Stefano racconta, atteggiamenti aneddoti e curiosità. Nel libro, organizzato come un dizionario in ordine alfabetico, ci sono i modi di dire registrati "in presa diretta", i soprannomi dei gondolieri, le parolacce e i ritratti, scanzonati e irriverenti, di tassisti, gondolieri e "foresti"
giovedì 10 giugno ore 18.00 - Presentazione Stefano Bianchi, Caverne, Montag
Ne parla con l'autore Manuela Vio
Jean Autier è un manager al culmine della carriera, che muore d'infarto nella sua casa di Parigi.
Jean si risveglia a Caverne: un mondo primitivo dove vivono quindici miliardi di esseri umani morti nelle diverse epoche storiche. A Caverne è in corso una guerra per il potere tra il Corpus, che governa il mondo attraverso una complessa rete di agenti, e il malvagio Vlad Tepes. Attraverso complotti, intrighi politici, tradimenti, Jean si ritroverà a tu per tu con il diabolico Vlad Tepes per la resa dei conti finale, ma un'amara sorpresa è in agguato.
venerdì 11 giugno ore 18.30 - Presentazione
Angelo Rubino, Davide Zanchettin, Riscaldamento globale: la fine, Perdisa
Partecipano gli autori, il colonnello Guido Guidi e Danilo Mainardi Un libro coraggioso, di sfida, scritto da due esperti della fisica del clima, che racconta i fatti che stanno alla base della grande paura, la “paura perfetta” dei cambiamenti climatici. Con linguaggio comprensibile a tutti, ma senza banalizzazioni, parla delle ipotesi, delle incertezze, delle luci e delle ombre di una teoria che potrebbe cambiare il mondo. Presenta inoltre una rifl essione profonda sulle dinamiche sociali che potrebbero emergere da scelte affidate ad una scienza troppo spesso non matura per guidare una rivoluzione globale. Ha un senso identificare una temperatura planetaria? È possibile prevedere veramente il clima futuro della Terra? È realizzabile una stabilità climatica, oppure il clima è destinato comunque e per sempre a cambiare? Come si sconfi ggono le conseguenze dei fenomeni climatici estremi? Quanta parte della discussione degli ultimi anni è legata a paure irrazionali e quanta si riferisce invece a pericoli reali? Cosa dimostrano gli ultimi, clamorosi sviluppi dello scandalo climatico denominato “Climategate” e del fallimento del vertice mondiale sul clima di Copenhagen? La lettura del libro consente ai profani come ai più esperti di districarsi nella foresta ombrosa di un tema troppo grande per vedere vincenti le semplificazioni e gli estremismi. Il linguaggio è frizzante, spassoso e dissacratore. Fatto non solo per informare e far riflettere, ma anche per divertire il lettore.
Angelo Rubino, nato a Formia nel 1963, è dottore di ricerca in Oceanografia fisica e Privatdozent del sistema universitario tedesco. Attualmente è ricercatore presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, dove è titolare di diversi corsi, tra i quali quello di Climatologia e meteorologia del corso di laurea in Scienze ambientali. Ha pubblicato più di 40 lavori su riviste internazionali "peer reviewed" nel campo dell’oceanografia, della fisica teorica e sperimentale, della modellistica numerica di fenomeni di interesse geofisico, della climatologia e della dinamica dei fluidi rotanti. Numerose le sue collaborazioni internazionali. Nel 1996 ha vinto il premio internazionale Humboldt-Ritter-Penck della “Società Geografica di Berlino” per i suoi studi sulle catastrofi naturali.
Davide Zanchettin, classe 1976, ha conseguito nel 2005 il titolo di dottore di ricerca in Scienze ambientali presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, dove è stato per tre anni titolare di un assegno di ricerca. Attualmente è impiegato presso il prestigioso “Max-Planck-Institut für Meteorologie” di Amburgo. I suoi lavori, che riguardano soprattutto la ricerca climatologica regionale e globale, si basano principalmente sull’analisi statistica di dati osservati di rilevanza climatica
sabato 12 giugno ore 18.00 - Inaugurazione a SpazioArte
Silvia Silvan, Interiormente
Figure femminili emergono da una dimensione senza tempo, sospese al di fuori di qualsiasi contesto reale. L'artista rivela intense e graffianti emozioni tracciate a punta di matita. Indelebili segni che fuoriescono dall'anima per fissarsi su un foglio. Occhi, che come specchi frantumati, scrutano lo spettatore denunciando la necessità di emergere. I tratti che caratterizzano il lavoro dell'artista hanno un forte richiamo all'espressionismo tedesco, riferimento che ha sempre accompagnato le sue opere. In mostra fino al 26 giugno
lunedì 21 giugno ore 18.00 - Presentazione
Giancarlo Lehner, La famiglia Gramsci in Russia, Mondadori
Ne parla con l'autore Tullia Vivante, presidente del circolo Margareth Thatcher
Il 27 aprile 1937, nella clinica Quisisana di Roma, si spegneva dopo anni di prigione e di malattia Antonio Gramsci, il più nobile ed amato dirigente del PCI. Arrestato dalla polizia fascista nel 1926, era stato condannato a vent’anni di reclusione, da scontare presso il carcere di Turi, in provincia di Bari.
Pensatore marxista, intellettuale e giornalista (fu lui a fondare l’Unità nel 1924), Gramsci, a distanza di decenni, continua ad essere al centro del dibattito storiografico. Attorno alla sua tragica vicenda personale si addensano ancora nubi, sospetti, interrogativi. Quale fu il vero ruolo di Palmiro Togliatti nella gestione dell’affaire Gramsci? Perché l’autore delle Lettere e dei Quaderni, ad un certo punto, cominciò a diffidare dei suoi stessi compagni di partito? A dubitare che si stessero attivando concretamente per ottenere la sua liberazione?
Nuovi documenti emersi dagli archivi sovietici – nonché la recente ed intricata polemica sui diritti d’autore delle opere dell’intellettuale del PCI – hanno riaperto la discussione su alcuni momenti essenziali della biografia gramsciana, a partire dai sospetti sui veri motivi della morte.
Giancarlo Lehner contribuisce con questo volume al dibattito, presentando per la prima volta al pubblico italiano le voci delle donne di casa Gramsci. Nell’ampio saggio introduttivo Lehner non rievoca soltanto i giorni tristi e angosciati della prigionia, ma ricostruisce in maniera più sfumata e problematica di quanto non sia stato fatto finora dagli storici il complesso rapporto tra il PCI e Gramsci. Nella seconda parte del volume, il diario inedito di Margarita, la prima moglie di Giuliano Gramsci (secondogenito di Antonio), e i ricordi di Olga, la nipote, oltre a offrire uno spettacolo realistico della società sovietica, dalla stagione del "terrore staliniano" alla "perestrojka di Gorbacév" raccontano le difficoltà economiche e le pressioni psicologiche cui dovettero fare fronte i parenti del leader comunista rimasti a vivere in Russia.
A settant’anni dal disperato esposto a Stalin con il quale i familiari avevano chiesto di fare piena luce sul "caso Antonio Gramsci", il cammino diretto all’accertamento della verità non è ancora compiuto e Giancarlo Lehner ci propone una ricostruzione attenta e scrupolosa di un calvario personale e familiare, il ritratto nitido e dolente della banalità del Male realizzato a misura d'uomo
mercoledì 23 giugno ore 18.30 - Presentazione
Vincenzo Pipino, Rubare ai ricchi non è peccato, Biblioteca dell'immagine Ne parla con l'autore Toni Negri
Un libro che, uscito da poche settimane, fa già discutere. Un pezzo di storia minore di Venezia vista dalla parte di un personaggio controverso. I ricordi, le memorie, la "filosofia" di uno dei più grandi ladri della storia, unico capace di violare Palazzo Ducale, che si racconta senza reticenze, svelando tra l’altro tutti i retroscena del famoso furto del Canaletto in casa Falck, alle Zattere.
Cosa faccio per vivere? Ah, non ve l’ho detto? Semplice: sono un ladro. Anzi, secondo alcuni, il "re dei ladri"… Durante le mie azioni ho incontrato personaggi famosi come Cary Grant e molti altri, mi sono spaventato camminando in mezzo alle tombe o, semplicemente, mi sono fermato a raccontare una fiaba a un bambino perché non prendesse paura. Anche per queste scene da "ladro gentiluomo" ho deciso di scrivere. E poi la mia vita è sempre stata difficile, ma l’ho vissuta in pieno. E ne sono fiero.
venerdì 25 giugno ore 18.30 - Inaugurazione La babele dei linguaggi
A cura di Imagoars. Espongono Luciano Chinese, Vincenzo Eulisse, Paolo Frascati, Mariano Fuga, Riziero Giunti, Carlo Sartori
Una mostra che si inserisce in un progetto condiviso ed intrapreso già da tempo dall'associazione Imagoars, che raccoglie vari artisti di provenienza e scuole diverse: dal figurativo come, all’informale, dal geometrico espressivo, all’astratto onirico-riflessivo per creare un’unica identità, stimolati dai linguaggi diversi per ottenere messaggi condivisi.
Una babele dove tutti usano liberamente il loro linguaggio artistico legato alla loro esperienza, al loro percorso artistico con obiettivi universali, obiettivi che non devono essere mercificati, barattati, depauperati da interessi egoistici. Per questa mostra è stato realizzato un catalogo di 64 facciate con la collaborazione del critico Luca Vianello e grazie al contributo della Cassa di Risparimio di Venezia.
Il rinfresco è offerto dall'Osteria al Portego
SPAZIOEVENTI
Libreria Mondadori Venezia
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A cura di Abcveneto


 
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