n.76 VII anno, 2 luglio 2010
Quarta edizione del Premio Nazionale di Poesia Religiosa: «I versi di Dio»

Testi di Chiara Voltarel - foto di Lucia Tommasi
Si è svolta domenica 13 giugno presso il Ridotto Teatro Accademico di Conegliano la premiazione della quarta edizione del Premio Nazionale di Poesia Religiosa «I versi di Dio», della terza edizione del Premio di Poesia dedicato a Mario Luzi e della seconda edizione di quello riservato ai giovani autori di età compresa tra i 14 e i 20 anni.
In una sala gremita, erano presenti autorità, il Sindaco di Conegliano, l’Assessore alla Cultura della Provincia di Treviso e numerosi intellettuali. Molti sono stati gli interventi, brevi e puntuali relazioni, quella del giornalista Marco Roncalli, di Massimo Donà che ha spiegato, dal punto di vista filosofico la natura propria che ha la poesia, come pensiero diverso, come pensiero altro. Marzio Favero ha lamentato la crisi della cultura contemporanea facendo riferimento a vari filosofi e sottolineato la necessità di un ritorno ai valori. Queste parole hanno sollecitato altre riflessioni, come quelle del presidente della giuria, Toni Toniato, il quale ha ricordato che la poesia più grande e solenne, assume e ha assunto la forma di preghiera, basti pensare a Dante “sommo poeta”.
La giuria, ha quindi assegnato il primo premio per la prima sezione a Rodolfo Vettorello di Milano, vincitrice della seconda sezione è Giustina Menegazzi Barcato di Treviso, per la sezione giovani Giacomo dall’Ava di Treviso.
La serietà del premio è garantita dai componenti della giuria presieduta dal critico d’arte e artista Toni Toniato, affiancato dal segretario, critico e letterato Oliviero Pillon, composta dal teologo Mons. Pietro Coda (Pontificia Università Lateranense), dai filosofi Massimo Donà, Michele Zaggia, Vincenzo Vitiello, dallo scrittore mons. Giampiero Moret, dal poeta Massimo Ruffilli, dall’avvocato Vittorino Pavan, dagli storici Lorenzo Morao e Marco Roncalli giornalista e saggista, nipote di Papa Giovanni XXIII, tutti illustri personaggi, che rivestono grandissimo peso nell’ambito culturale italiano.
Verrà ricordata come giornata intensa e ricca di emozioni.
Nel pomeriggio, presso la sala Giovanni Paolo II di San Pietro di Feletto è stata inaugurata la mostra di pittura di GiaZan- Gian Luigi Zanette- artista in continua ricerca ed evoluzione. Le sue tele sono esplosioni di materia e colore. La sua arte nasce sempre da un dato reale, è poi GiaZan ad elaborarlo lasciandosi guidare dall’emozione e l’istinto lo conduce in un percorso, in sperimentazioni, trascinandolo in complesse ed elaborate tecniche artistiche. Ma parlando di GiaZan è riduttivo parlare di colore. I suoi lavori sono materici, usa terre e quarzi che creano sul supporto una superficie scabra, porosa, dove tutto è un divenire per arrivare all’informale. Spazi, universi che sono vortici, nebulose, realizzati con “cadute”, sgocciolature, spruzzi di colore, screpolature e l’immancabile graffito. Infine, complice una splendida scenografia dove spicca l’antica Pieve su uno sfondo di verdeggianti colline, è stato ricordato a vent’anni dalla morte Beppi Mazzariol, grande storico e critico d’arte, figlio e amante di queste terre. Toni Toniato e Vitalino Angelini hanno delineato la sua complessa personalità, ricordato l’impegno profuso in tantissimi ambiti, l’esperienza editoriale con il manuale realizzato assieme a Pignatti, gli interessi e gli studi sul recupero e analisi delle Ville Venete, il concetto che aveva portato avanti di città di Venezia quale centro propulsore, una città puntata soprattutto sul tempo, sul tempo del vissuto. Sono state poi riconosciute da due suoi allievi, le qualità didattiche e in maniera rilevante le capacità d’eloquio, il suo modo di affascinare con una ricchezza letteraria estremamente pungente, acuta e di grande fascino poetico.
Il concorso e la giornata sono state organizzate dallo storico “Clan Verdurin”, associazione e cenacolo di letterati, pittori, musicisti, intellettuali, artisti, personalità onorevoli e di cultura, in collaborazione con il Comune di Conegliano.
Di Chiara Voltarel - foto di Lucia Tommasi


 
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