n.76 VII anno, 19 luglio 2010
Basta alberghi a Venezia
A cura di Abcveneto
Vittorio Bonacini, Presidnete dell’Ava: “E’ un periodo di crisi economica per il settore dell’hotellerie veneziana . Chiedo ai nostri politici di non peggiorare la situazione trasformando ad uso ricettivo alcuni immobili di proprietà della pubblica amministrazione”
Passata l’euforia del week end del Redentore e in attesa di conoscere nei dettagli il piano economico quinquennale della città di Venezia, si è riproposta all’Associazione veneziana albergatori la questione dell’utilizzo futuro da parte dell’attuale amministrazione del patrimonio pubblico. “Al riguardo – spiega Vittorio Bonacini, presidente dell’Ava - non si sa ancora nulla riguardo alla possibile trasformazione ad uso ricettivo di edifici di proprietà della pubblica amministrazione. Se è vero che non è lecito fare il processo alle intenzioni, è altrettanto vero che è un preciso dovere prendere in esame tutte le inevitabili conseguenze che tali provvedimenti inopportunamente licenziati dalla precedente giunta rischierebbero di originare”
“E’ necessario, a volte, procedere a scelte coraggiose e pesanti solo all’apparenza – continua il presidente -, controindicate solo nell’immediato, sempre che non si voglia nel futuro gestire situazioni o lasciare eredità ancor più pesanti di quelle che si son ricevute”.
Per gli albergatori di Venezia le congiunture economiche internazionali non favorevoli, le fosche tinte che si profilano all’orizzonte a causa delle manovre economiche delle nazioni guida dell’Europa, non lasciano presagire alcuna ripresa nel versante turistico nell’immediato.
Incontestabili dati Istat affermano che le tariffe alberghiere da gennaio a maggio sono diminuite. L’occupazione dei dipendenti, in pari periodo, ha perso un 3%. Anche la stessa Federalberghi Italia a cui l’Ava è associata, parla di “situazione di stagnazione con punte di criticità nelle voci tariffe e fatturati e nella componente forza di lavoro”. Il risultato, pur in un contesto di maggior competitività tariffaria dell’offerta, porta ad un calo generalizzato dei fatturati delle imprese del 5-7%; si è passati dai 13.000 posti letto di dieci anni fa ai 26.000 posti letto nel 2010.
“Molte aziende – spiega Bonacini - stanno rinegoziando e presumibilmente otterranno una riduzione della locazione da parte delle proprietà immobiliari che si stanno dimostrando prudenzialmente lungimiranti e particolarmente attente ad una più corretta e realistica remunerazione del capitale e gestione del rischio. Il recente rapporto Nomisma informa che le quotazioni dei mercati immobiliari sono scesi del 5%, i valori di locazione del 7% mentre i valori immobiliari effettivi son tornati a quelli di circa 5 anni fa. A ciò si aggiunga che management di importanti strutture alberghiere, stanno meditando di limitare la operatività solo su base stagionale”.
“Questi dati devono essere presi in considerazione seriamente dai politici per non procedere ad inopportune scelte non condivisibili che, se effettuate, comprometterebbero in modo irreversibile una situazione ormai giunta all’estremo. E’ impensabile, stante l’attuale situazione finanziaria generale, richiedere misure di politica economica favorevole al settore. E’ obbligatorio invece pretendere, esigere ed ottenere di non essere ulteriormente ostacolati nella gestione di questa fase particolarmente pesante per il turismo”. Bonacini sottolinea l’importanza del settore turismo per Venezia: un valore che varia tra 1 miliardo e 300 milioni e 1 miliardo e 500 milioni di euro. Il 72% di tale cifra è garantito dai turisti pernottanti nel comune di Venezia. “E’ bene pertanto conclude Bonacini - avere esatta cognizione di quanto potenzialmente si rischi di compromettere. Qualora determinate decisioni venissero adottate, si rinuncerebbe ad un patrimonio di storia e cultura che ha fatto grande nel mondo l’hotellerie veneziana. Venezia non merita tutto questo”.
A cura di Abcveneto


 
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