n.76 VII anno, 5 luglio 2010
Al Garage apre la Mostra "Geografie umane" di Liuba Giro
A cura di Abcveneto
Luogo: Garage eventi Conegliano (TV)
Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele 13 Conegliano (TV)
Date: dal 9 luglio al 31 luglio 2010
Vernissage: 9 luglio alle ore 21.00
Aperto: giorni dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30 mercoledì chiuso
Nella mostra Geografie umane, a cura di Mara Campaner, Liuba Giro inizia a interrogarsi se il corpo femminile è un luogo o meglio, il luogo della realtà materiale, matrice, principio di produzione di senso, chiave di lettura di varie realtà quotidiane
Indirizzi: macamp@email.it
Ingresso libero
Cura: Mara Campaner
Geografie UmaneMara Campaner:"...Nella mostra Geografie umane Liuba Giro inizia a interrogarsi se il corpo femminile è un luogo o meglio, il luogo della realtà materiale, matrice, principio di produzione di senso, chiave di lettura di varie realtà quotidiane attraverso lo studio della “Globalità dei linguaggi” di Stefania Guerra Lisi. Liuba arriva a sublimare la donna in un omaggio costante alla sua armonia fisica, alla sua sensualità, al suo erotismo, porgendola come simbolo terreno dell’offrirsi e del ritirarsi. La tematica viene affrontata ogni volta con tecniche differenti, alcune volte il vero e proprio figurativo classico altre volte arriva a compiere delle opere al limite con il surrealismo e infine ci porta all’astrattismo, ma in ognuno la sua trama strutturale si conclude come una diagnosi del tutto convincente e precisa del momento narrativo che l’autrice ha scelto di fissare con il pennello sulla superficie della tela. Ma un vero e proprio processo di analisi dell’immagine lo troviamo nei tratti sottili: questi filamenti assomigliano sempre più a una trama tessuta che rappresenta i fili della vita stessa, e sono tesi alla generazione di quest’ultima fino ad arrivare alla figura umana e alla percezione corporea, portandoci verso la sua realtà interiore, cercando la bellezza nel segreto di uno sguardo, nel fremito controllato di una bocca, nel movimento di una ciocca di capelli. Le sue figure femminili sono per alcuni versi drammatiche e contorte, per altri indifese e disperate.
Soprattutto i suoi ritratti, studi minuziosi del suo corpo, arrivano ad essere dei costrutti analitici, nei quali vibrano temperature esistenziali tenute sotto controllo dal pudore dei sentimenti ma che vogliono trasmetterci una forte sensualità senza mai arrivare a un turpiloquio delle stesse.
Le sue radici potrebbero essere ricollegate agli anni Venti del ‘900, in quella fase di ricerca sul vero che aveva segnato il superamento dell’ermetismo futurista. Liuba ha una forte reminiscenza di Lucien Freud, i quali tendono ad una forte espressività, deformando dei volti e oggetti in direzione della Nuova Oggettività la quale si distingue dal realismo in quanto conserva una componente emozionale all’estremo ed intensificata espressivamente.
La pittrice compie una sfida continua, sgomitolando, giorno dopo giorno, una matassa, cercando di trovare attraverso la sperimentazione delle luci, delle ombre e dei passaggi cromatici un suo unico filo conduttore per dare il giusto risalto al soggetto figurale e per conferire alla visione una sensualità appagante..."
A cura di Abcveneto


 
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