n.74 VII anno, 11 maggio 2010
Convegno Internazionale ECCE HOMO, ma se questo è un uomo. Umanizzazione e deumanizzazione nel dolore del morire
A cura di Abcveneto
28 - 29 maggio 2010. Auditorium - Centro Culturale Altinate/San Gaetano. Padova, via Altinate 71
Il Convegno affronta, per la prima volta a livello internazionale, il rapporto tra l'umanizzazione della cura e il suo opposto - la deumanizzazione - passando attraverso il concetto di "autodeterminazione". Il tema viene introdotto da Amos Luzzatto e Dora Capozza, studiosi di fama internazionale cui spetta il compito di mettere in luce il grande implicito che guida l'intero evento, ovvero il ruolo delle cognizioni sociali rispetto all'olocausto nazista iniziato con un programma sanitario eugenetico. Si tratta del temibile convitato di pietra che in tutta la discussione bioetica contemporanea giustifica la limitazione del riconoscimento del potere di autodeterminazione degli individui rispetto alla gestione del rapporto vita-morte.
Parallelamente, la dialettica del Convegno si sviluppa attraverso l'analisi dell’innovazione introdotta dalle medical humanities, volta a promuovere un nuovo paradigma di intervento, tanto essenziale quanto auspicabile, in quanto fondato sull'umanizzazione delle cure grazie al riconoscimento dell’imprescindibile centralità della persona. Ma non può essere lasciato nascosto il fatto che tale preziosa innovazione mantiene al proprio interno anche un implicito: quello di essere considerato come la via maestra per eliminare qualsiasi istanza legata alla gestione dell'eutanasia. Tra umanizzazione e deumanizzazione rimane dunque aperta una questione che non può rimanere sottaciuta: se la libertà soggettiva è lo spazio in cui l’umano riconosce la propria qualità caratterizzante, dove comincia l'una e dove l'altra allorché in gioco ci sia la limitazione delle possibilità di scelta individuale? E, di converso, poiché però la gestione della morte è la prima dimensione esistenziale che deve essere socialmente normata, quali principi l'uomo contemporaneo, nell'età della tecnica, può tenere presenti per non rivelarsi ai posteri nemico di se stesso? Intorno a questo centro di gravitazione orbita la proiezione di due documentari inchiesta a testimoni privilegiati. Ma sarà anche possibile discutere con due figure significative nell'esperienza italiana: Beppino Englaro e Amato De Monte, il cui intervento sarà ripreso e discusso da bioeticisti di area laica e di area cattolica. La parola conclusiva, relativa al piano inclinato nazista, sarà lasciata a un documento eccezionale che il regista Enrico Ghezzi commenterà insieme ad Adriano Zamperini. Per iscrizioni e ulteriori approfondimenti visitare il sito endlife.it (www.endlife.it).
A cura di Abcveneto


 
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