“#2_TO HAWAH/EVA”
A cura di Abcveneto
"#2_TO HAWAH/EVA”, è uno gradino di un lavoro in divenire volto ad indagare l’esistenza umana. Un focus che via via viene puntato su figure femminili che possono essere reali o immaginarie, ma comunque cariche di forti connotazioni simboliche, pur rappresentate da segni
apparentemente anonimi.
Le installazioni, di
DIandEM/donatella.meropiali & maria.angela.brion, si snodano nei tre piani della Torre (torre delle campane
piazza Castello
Noale (ve); visitabile
6 e
7 marzo 2010) interagendo con le sue geometrie dinamiche e allo stesso tempo essenziali, cariche di ricordi di storie personali e storie dell’umanità.
In questo contesto, si insinua la nascita della storia, se è vero che Hawah/Eva rappresenta di per sé la scoperta e l’inizio della conoscenza umana. La mela, che nell’immaginario collettivo rappresenta la tentazione e l’origine del peccato, viene invece intesa come la scintilla che muove all’intraprendenza, alla curiosità, alla non passività, al gesto responsabile. Senza “incauto assaggio”, non ci sarebbe stata storia e progressione, non ci sarebbe stato né inizio né fine.
L’ambiente rappresentato, Eden spogliato da atavica perfezione, è la nostra esistenza.
Hawah/Eva compie il suo percorso nuovamente, alla ricerca della domanda che la condurrà alla
risposta. La sua è una corsa compresa fra più e meno infinito, quasi una lotta che dimora in
una forte consapevolezza di preservazione.
Hawah/Eva disgrega il concetto darwiniano di evoluzione della specie che privilegia
l’adattamento all’ambiente, e lo trasmuta in demolizione delle barriere sociali che sono state
erette nel corso della storia.
Non quindi involuzione come adattamento/rassegnazione, ma evoluzione come
superamento/ribellione. "
INDAGINE: Le installazioni, usano materiali essenziali che vengono privati del significato
originario: strutture semplici, diventano specchi che propongono a chi li guarda un’anima
spogliata dalla ragione, su cui cadono i frames confusi del complesso cammino della ricerca
interiore.
SCELTA: Cubi trasparenti che lasciano intravedere, offrono un’apertura da cui è possibile
penetrarli.
CONDIZIONE: Sedie geneticamente modificate parlano di esistenze, oggetti di uso quotidiano
rimandano a pensieri di vite che ci passano invisibili accanto.
EVOLUZIONE: Macro ancorate ad un supporto fragile ma indelebile, fermo immagine di istanti
colti da un osservatore incorporeo, rivelano manipolazioni postume operate consapevolmente,
o incoscientemente, dall’essere umano quando interseca la vita che appare al di fuori di sè.
“Queste installazioni sono dedicate ad Eva, da “sempre” considerata colpevole di aver “procreato” non
tanto il genere umano, quanto il peccato, condizione che ha segnato da subito il destino sociale della
figura femminile.
Eva rappresenta tutte noi: bambine, adolescenti, madri, donne di successo, donne represse, donne
indigenti, donne emarginate, donne in bilico. Donne che, pur essendo inserite in un differente contesto
sociale, mantengono intatto quel filo sottile che le accomuna, che le mantiene legate quasi in cordata.
Perché la donna, quale sia la sua strada, combatte per vivere, per ribadire il suo posto nel mondo.
Per vivere, non per sopravvivere.
Compagine unita in un destino forzato a cui si contrappone.
QUELLA COLPA NON E’ ALTRO CHE LA MELA PROIBITA CHE ASSAGGIAMO OGNI GIORNO.
A cura di Abcveneto