n.72 VII anno 12 marzo 2010
Storie di Mafia all'Ateneo Veneto
A cura di Abcveneto
Storie di Mafia è il titolo dell'incontro organizzato dall'Ordine dei Giornalisti del Veneto per lunedì 15 marzo 2010, alle ore 18, all'Ateneo Veneto, nell'ambito del ciclo In Punta di Penna, promosso con il patrocinio del Comune di Venezia e la collaborazione dello Studio Systema, e dedicato ai principali temi di attualità e ai protagonisti del mondo dell'informazione.
Petra Reski, autrice del volume - Santa Mafia, da Palermo a Duisburg: sangue, affari, politica e devozioneA discutere di criminalità organizzata, di infiltrazioni mafiose, di riciclaggio di denaro sporco, saranno il procuratore distrettuale antimafia del Veneto, Vittorio Borraccetti, e la giornalista Petra Reski, autrice del volume - Santa Mafia, da Palermo a Duisburg: sangue, affari, politica e devozione, edito da Nuovi Mondi, che dimostra come il fenomeno mafioso non è una questione esclusivamente italiana, né un affare di realtà arretrate del Meridione, ma un problema europeo. Dunque si parlerà di fenomeni mafiosi in termini generali, ma anche di come la criminalità organizzata di stampo mafioso è riuscita ad infiltrarsi anche nel tessuto economico-finanziario locale nel Veneto, come dimostrato da più di un'inchiesta della magistratura. E come perfino in Germania la Mafia, o meglio la 'Ndrangheta calabrese, sia riuscita a mettere radici solide, approfittando di carenze legislative, ma anche e soprattutto della mancanza di un’ adeguata "cultura" in grado di capire e analizzare i fenomeni mafiosi; e di conseguenza di combatterli in maniera adeguata.
La giornalista tedesca Petra Reski lo racconta nelle pagine del suo libro partendo dalla strage di Duisburg dell'agosto 2007 quando, davanti al ristorante Da Bruno furono ritrovati i cadaveri di sei uomini, tutti calabresi, crivellati da 70 proiettili. Sarà chiamata la Strage di Ferragosto: il primo segno evidente della penetrazione delle mafie italiane nel mondo, della lenta ma inarrestabile colonizzazione portata avanti in Francia, Spagna e Germania. Ed è proprio qui, nel cuore produttivo d’Europa, che la mafia ha da tempo indirizzato i propri traffici, non solo per farli fruttare, ma soprattutto per “ripulirli”: alberghi, pizzerie, ristoranti di lusso ma anche conti correnti e finanziarie.
Il libro di Petra Reski, da vent’anni corrispondente in Italia per la stampa tedesca, è un lungo viaggio di ritorno da Palermo a Duisburg. La ricostruzione di un mosaico di luoghi, persone e vicende che parte dalla Sicilia e sale seguendo le rotte della criminalità: Calabria, Campania, su fino al ricco Nordest. E poi ancora Oltralpe, nella sua Germania, terra di elezione della mafia, dove non esiste il reato di associazione mafiosa e non sono ammessi l’uso intensivo delle intercettazioni e la confisca dei beni.
Nell’edizione originale il libro è uscito censurato per volontà dell’autorità giudiziaria tedesca, intervenuta su richiesta di alcuni personaggi i cui nomi sono ben noti perché figurano nelle informative di polizia (sia italiane che tedesche), nei documenti giudiziari, in numerosi resoconti giornalistici. Tuttavia, di loro non si può parlare in un libro; la gente deve continuare a ignorare il problema. L’edizione italiana poteva scegliere di eliminare semplicemente queste parti del testo; invece ha deciso di riportare le medesime righe nere sulle parole che sono costate a Petra Reski intimidazioni e minacce. Perché il lettore abbia una chiara immagine del bavaglio con cui il potere cerca costantemente di ridurre al silenzio il giornalismo più coraggioso.
Biografia
Petra Reski è nata in Germania, nella regione della Ruhr, ha studiato a Trier, Münster e Parigi e si è laureata in letteratura francese, scienze politiche e sociologia. Ha vinto il concorso della scuola di giornalismo di Amburgo, la prestigiosa Henri-Nannen-Schule, e ha iniziato la sua carriera come reporter per il settimanale Stern. Attualmente è corrispondente culturale per Die Zeit e altre testate tedesche, mensili e settimanali, tra cui Geo, Focus, Merian, e ha pubblicato svariati libri. Arrivata in Italia nel 1989 per scrivere un reportage sulla primavera a Palermo, decide di rimanervi “per comprendere quelle che sono le contraddizioni di questa terra anche attraverso la mafia”. Da allora non ha mai più smesso di occuparsene. In Germania è stata eletta Miglior Giornalista del 2008 nella categoria “reporter” proprio a seguito della pubblicazione di questo libro. In Italia, per il suo impegno “al servizio dei grandi valori del giornalismo”, ha ricevuto a Nocera Inferiore il Premio Civitas 2009 da parte dell’associazione ANDE, che premia donne distintesi per il loro impegno nella lotta alla mafia, e l’ Amalfi Coast Media Award, il premio internazionale del giornalismo. Il suo sito è www.petrareski.com
Vittorio Borraccetti, è procuratore capo di Venezia e procuratore distrettuale antimafia del Veneto dal 2002, e in questi anni ha coordinato numerose importanti inchieste. In precedenza era stato componente della Direzione nazionale antimafia. E' in magistratura dal 1967: ha esordito come sostituto procuratore a Trieste, dove è rimasto fino al '71 per poi andare ad occupare la poltrona di giudice a Venezia. Trasferitosi a Padova, è stato prima pretore e poi pm, dal '79, occupandosi di delicati procedimenti per terrorismo ed eversione, come quello sulle violenze subite dai brigatisti autori del sequestro del generale americano James Dozier. Dal '93 Borraccetti era sostituto alla Dna, incarico che lo ha portato ad occuparsi delle indagini seguite alle rivelazioni dell'allora pentito Felice Maniero che hanno portato in carcere diversi esponenti della mafia del Brenta.
A cura di Abcveneto


 
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