n.72 VII anno 18 marzo 2010
«Chi non paga le tasse va mandato in prigione. Basta mezzi termini, occorre dirlo a gran voce»
A cura di Abcveneto
Zelarino (Venezia), 17 marzo 2010 - «Chi non paga le tasse va mandato in prigione. Basta mezzi termini, occorre dirlo a gran voce». Una fermezza che risuona in tutto l’intervento di Franca Porto, segretaria generale della Cisl Veneto, al seminario “Fisco: la vera riforma istituzionale. La Cisl per un nuovo patto di cittadinanza” che a Zelarino ha visto la presenza dei più alti livelli delle associazioni di categoria regionali. «Bisogna dotarsi di strumenti che agiscano in questo senso – ha continuato -, e alleggerire chi invece di tasse ne paga troppe, come i lavoratori, i pensionati e le imprese serie. Il fisco picchia sul lavoro e allo stesso tempo consente una grande area nera di evasione. Se non si affermano i principi dell’equità e il fatto che tutti devono pagare, se non si recuperano risorse da ridistribuire a imprese, famiglie, lavoratori e pensionati, non può ripartire una vera stagione di sviluppo». Per questo la riforma del fisco è la vera riforma istituzionale, anzi costituzionale, quella più urgente e indispensabile. Una convinzione che sta alla base della proposta presentata dal sindacato a livello nazionale (“meno tasse sul lavoro e sull’impresa per garantire il sistema del welfare”) e della sua campagna di pressione affinché il Governo dia il via alla necessaria rivoluzione copernicana in tema di fisco e istituisca subito l’atteso tavolo di confronto con imprese e forze sociali.
«Dal 1982 dico che la riforma del fisco è una vera riforma istituzionale – ha insistito Mario Bertolissi, professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Padova -. Il diritto costituzionale nasce come diritto al bilancio, come fiscalità, oltre che come tutela delle libertà religiose. La Cisl fa bene a evidenziarlo, il fisco è il vero grande problema: le libertà e i diritti di prestazione senza risorse sono aria fritta, cioè “zero”. Se non ci sono doveri per tutti rispetto al fisco, sono a rischio dunque i diritti. Allora discutere del fisco e della riforma significa discutere della realtà, di quel che si può mantenere dopo aver promesso. Se apriamo oggi un famoso quotidiano nazionale è evidente come nella edizione nazionale si parli dei problemi di alcuni, cioè del palazzo (di auto blindate, di conflitti, di stupidaggini, di vanità personali…), in quella locale della vita reale. E qui si scrive che il fisco recupera in Veneto 600 milioni di euro: al di là del fatto che bisogna poi vedere cosa si riesce a introitare, ciò significa che il fisco è cosa della vita vera e quotidiana».
Bertolissi si esprime con durezza rispetto all’evasione che in Italia ha una consistenza enorme: «L’evasore totale dovrebbe essere sanzionato con la perdita dell’elettorato sia attivo sia passivo. Chi non paga il tributo, e quindi viene meno al dovere di solidarietà rispetto ai concittadini, deve essere privato del diritto di dire la sua rispetto al governo di una società alla quale è estraneo per libera scelta». Cosa fare concretamente sul territorio? Insomma perché una riforma fiscale in senso federalista? «Nella dimensione nazionale si perde il rapporto tra chi paga l’imposta e chi gestisce il provento e deve spendere, ossia tra società, produttore di ricchezza e politica. È solo nell’ambito più ristretto dei singoli territori che si può innestare un circolo virtuoso. È scritto tutto sui libri di scienza delle finanze. Cito un autore tra tutti, Francesco Saverio Nitti, che è stato anche presidente del consiglio, professore di scienza delle finanze. E non in Padania: a Napoli!».
L’appuntamento di Zelarino ha inteso avvalorare quell’alleanza imprescindibile con il mondo economico-produttivo su cui la Cisl apre anche a livello locale. A partire dal mondo delle imprese. «La riforma fiscale è davvero una priorità per il Paese – ha esordito Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto. La capacità di accumulare patrimonio, che in questo momento è un elemento di competitività importante per le imprese, va di pari passo con un prelievo meno oneroso per quelle che lo pagano, che tra l’altro per le aziende italiane è molto alto e dà punti di svantaggio competitivo rispetto ai colleghi di altri Paesi. Per questo le imprese accolgono l’appello all’alleanza della Cisl. È fondamentale lavorare insieme a temi e problemi di tale portata e trovare ogni convergenza possibile».
Un sì all’alleanza, a un “nuovo patto sociale”, che arriva anche dagli artigiani. «Noi siamo vicini al documento Cisl soprattutto per quanto riguarda il sistema sociale, la famiglia e l’attenzione ai redditi. Garanzia di redditi significa opportunità di spesa e di fare economia – ha detto Claudio Miotto, presidente di Confartigianato Veneto, che ha aggiunto: «Le nostre imprese sono imprese famiglia non imprese di capitale. La pressione fiscale per loro è eccessiva, la burocrazia connessa pure e costituisce un ulteriore costo. La riforma è uno strumento per guardare avanti, costruire progetti nuovi e uscire dalla crisi». Anche il sostegno alla persone, “vero patrimonio delle nostre aziende”, è fondamentale: «Abbiamo in media 4 dipendenti; perderne 2 significa non essere più azienda!».
D’accordo anche il presidente di Confesercenti Veneto Maurizio Franceschi: «La riforma proposta dalla Cisl è condivisibile nella sostanza, soprattutto rispetto alla necessità di sostenere la famiglia. Infatti se da una parte è necessario ridurre la tassazione sia per le imprese che per i lavoratori, dall’altra c’è un problema di crisi economica legata ai consumi. Il nostro è un fisco, costoso, complicato e che permette l’evasione fiscale; è indubbio che le parti sociali devono concorrere unitariamente e trovare punti di condivisione per chiedere al Governo di dare finalmente avvio alla riforma».
A cura di Abcveneto


 
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