n.80 VII anno, 1 novembre 2010
Donne Arabe alla guida del futuro: intervista a Samira Moosa, Senatrice, Sultanato dell'Oman

di Raffaella Biasi
Il 15-16-17 ottobre 2010, si sono svolte a Rimini presso il Teatro NOvelli, "Le giornate internazionali di studio", una serie di incontri che avevano come scopo niente di meno che guardare al futuro attraverso lo studio di quattro grandi tematiche che coinvolgono l'intera società perché riguardano il senso del futuro dell'umanità. Il tutto è stato organizzato dalla Fondazione Pio Manzù.
Nei seminari e nelle ricerche si è parlato di ambiente e fabbisogno energetico, migrazioni innarrestabili e loro gestione, sovrappopolazione per la crescita asimmetrica e quindi grandi conflitti, la geopolitica e il terrorismo, la trasformazione dell'economia e la nuova finanza dopo la crisi europea e americana e la crescita della Cina ed infine l'emancipazione femminile che ha molti aspetti ma tra gli obiettivi principali è spingere le donne ad essere il motore dell'economia globale.
Ma chi poteva permettersi tanto potere decisionale? I relatori erano 25 persone di eccezionale livello ed enorme responsabilità internazionale.
Senza poterli qui citare tutti forniremo solo alcuni nomi che, sia che concordiamo o no con il loro punto di vista, decidono una buona fetta della politica internazionale e quindi decidono sulle nostre teste la quotidianità del nostro vivere: Jean Claude Trichet (BancaCE), Shirin Ebadi (nobel per la pace), Zaha Hadid (architetto), J A Oropega e Khalid Koser (organizzazioni internaz per le migrazioni!), Bruce Riedel ( CIA e consigliere di Obama), Forasassi (scienziato Nucleare), Hanifa Mezoui e Alice Hecht (ONU) e altri straordinari esperti.
Tra questi abbiamo scelto di intervistare la direttrice del dipartimento dell'educazione, membro del senato del Sultanato dell'Oman, professoressa Samira Moosa, forse perché conosciamo pochissimo cosa avviene in alcune parti del medio oriente e così approfittiamo di cancellare gli stereotipi o i vuoti di conoscenza.
Professoressa Moosa, di cosa parla la sua ricerca?
Di quanto è stato ottenuto in Oman quanto a diritti, sociali civili e politici e delle sfide per il futuro.
Nel tempo, la competitività di una nazione, dipende significativamente da come questa nazione educa i suoi figli e ovviamente anche i talenti femminili.
Nel contesto della crisi economica mondiale e attuale è importante che la partecipazione all'economia delle donne non si riduca. In questo l'Oman ha fatto un grosso salto di qualità aumentando le scuole e lanciando le donne non solo nell'economia interna, ma sul piano internazionale.
Quando è cominciato il vero sviluppo dell'Oman?
Lo stato ha circa 40 anni e da quando ha lanciato un rinnovamento delle strategie, nel 1976, sono cominciate le pari opportunità in tutte le sfere della vita. Lo statuto dell'Oman, comunque, è del 1996 e Sua Maestà ha dichiarato che escludere le donne è come escludere il 50% del potenziale del Paese. Sua Maestà ricorda sempre un proverbio arabo che dice che un uccello non può volare con una sola ala.
Per esempio, quali erano gli obiettivi concreti?
Aumentare il numero delle studentesse nelle discipline tecniche e professionali, che invece sono prerogativa maschile; incoraggiare il mercato coinvolgendo le donne omanite; garantire pari opportunità nel salario e imparzialità di fronte alla legge (ndr: la testimonianza di una donna solitamente vale metà).
Come avete raggiunto gli obiettivi?
L'istruzione è stata prioritaria nelle politiche del governo. Nel 1984, l' 84% delle donne era ancora analfabeta e nel 2002 il tasso era arrivato al 34%. All'inizio le scuole erano solo per maschi e ora addirittura la metà dei laureati è femmina!
Sappiamo che in Egitto Suzanne Mubarak si è data molto da fare negli ultimi 30 anni per arginare due grosse piaghe della società, l'infibulazione e l'alfabetizzazione femminile, ed inoltre ora si è data da fare per impiegare le donne in modo che ognuna avesse un piccolo reddito per poter essere più autonoma. In Oman quanti anni ci avete messo per arrivare a questo livello di qualità?
Lo stato ha solo 40 anni e alcune conquiste sono iniziate da poco ma con grandi progressi perchè l'impegno è stato reale.Purtroppo è solo dal 1984 che c'è il diritto di voto ma l'anno scorso avevamo già 4 ministri e 15 donne in Camera e Senato.
Per esempio, a differenza di certi Paesi europei, da noi anche la maternità viene tutelata a tal punto che le donne possono stare a casa per due anni e il permesso si può estendere fino a 4 o addirittura possono accompagnare il marito che deve viaggiare all'estero per 6 mesi, in modo da non dividere la famiglia.
Molti di questi diritti le nazioni europee li hanno raggiunti già da decenni, ma a ben vedere dalle Sue parole sembra che l'Oman sia molto avanti rispetto al mondo arabo-islamico.
Le cifre che ho dato non significano che abbiamo raggiunto il massimo o che il futuro sarà roseo, ma il livello di evoluzione sociale è comunque maggiore rispetto a quello di altre nazioni, dove molti ostacoli si contrappongono continuamente allo sviluppo della donna. Anche se ci sono cambiamenti nella società alcune persone hanno atteggiamenti stereotipati nei confronti delle donne e comunque sono le donne stesse che hanno ancora barriere culturali - che le bloccano psicologicamente - e anche di mobilità, ossia capacità di spostarsi.
Ma è una questione di stratificazione culturale e di tradizione oppure è un problema di religione? C'entra l'islam?
No, qui entra in gioco il discorso della interpretazione della religione. Le società conservatrici che hanno degli atteggiamenti tradizionali e quindi limitanti nei confronti delle donne, passano questi atteggiamenti da una generazione all'altra. Per esempio, per collegarmi al discorso precedente, le donne stesse si sentono troppo in colpa se trascurano la famiglia per il lavoro. Bisognerebbe rivedere anche il ruolo che ha la donna in famiglia. Ripeto che l'interpretazione è fondamentale per non cadere nella convenienza di tradizioni di comodo....
Mi scusi l'impertinenza, ma non è che ai massimi livelli sono arrivate solo le donne che sono parenti o legate alla famiglia dominante? Purtroppo è così in moltissimi sistemi, compreso il nostro italiano...
No, assolutamente. Ognuno raggiunge la meta a seconda delle sue capacità!
Di Raffaella Biasi


 
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