n.79 VII anno, 25 ottobre 2010
“Diario notturno”: Mostra personale dell’artista Fabio Calvetti alla Marciana
A cura di Abcveneto
La Biblioteca Nazionale Marciana, in collaborazione con la Galleria Artesanterasmo e Galleria Guidi, organizza dal 5 al 25 novembre 2010 la mostra personale dell’artista Fabio Calvetti intitolata “Diario notturno”, a cura di Gaia Fiertler, che si terrà nelle sue Sale Monumentali (all’interno del Percorso integrato dei Musei di Piazza San Marco, con ingresso dal Museo Correr, informazioni su orari e prezzi: museiciviciveneziani.it).
Fabio CalvettiL’inaugurazione avverrà il 4 novembre 2010, alle ore 17.00 nell’Antisala della Libreria Sansoviniana (ingresso da Piazzetta San Marco 13/a). Introduzione di Maria Letizia Sebastiani (direttore della Biblioteca Nazionale Marciana). Intervento di Gaia Fiertler. Sarà presente l’autore.
Le opere esposte, una ventina di dipinti su tavola, sono tutte collegate dal file rouge della notte, quello spazio emotivo in cui ognuno si raccoglie in sé, s’interroga, si abbandona a un ricordo o a un sogno e scrive nuove pagine del proprio diario. Da qui il titolo della mostra, Diario notturno, che è un omaggio al grande Flaiano, ma anche un nuovo sguardo sulla notte, dopo la mostra di Parigi del 2006 (Attraversando la notte) e quella di Arezzo del 2008 (Oltre la notte). L’occhio di Calvetti, come dotato di teleobbiettivo, entra dalla finestra nelle case delle persone, fissandole nei momenti più privati di silenzio e assorta solitudine. Anche quando lo sguardo si sposta all’esterno, la visione è notturna: auto spente sotto i lampioni, locali vuoti all’ora della chiusura e scorci metropolitani dove tutto tace e si interrompe per qualche ora. E in questo spazio di silenzio dove un televisore acceso è “solo un rumore” e il pensiero va a “significati diversi” e a “vite e luoghi paralleli” potrebbe aprirsi una possibilità per trovare un nuovo senso, ma anche per soccombere allo struggimento del vuoto e dell’attesa. Calvetti non dà risposte precise e lascia a noi libertà di scelta: “Io non so quale sia la soluzione, né se ci sia una soluzione, alla frenesia e al consumismo spinto dei nostri tempi, ma cerco di restituire attraverso la mia pittura il senso di vuoto che alla fine ci resta. È in questo modo che faccio la mia parte ‘critica’.” E ci riesce. I suoi dipinti, dalla grande forza evocativa, difficilmente lasciano indifferenti.
Fabio Calvetti nasce nel 1956 a Certaldo, in provincia di Firenze, dove vive e lavora. Ha esposto in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti alla Nuova Caledonia, con mostre personali e collettive. Esponente della nuova Figurazione italiana, nelle sue opere rappresenta l’attesa, l’assenza e i silenzi dell’anima.Spesso è protagonista una donna malinconica e sola calata in interni di case e bar sospesi in una dimensione atemporale Altre volte protagonista è l’ambiente stesso, un scorcio d’interno o di città notturna. Calvetti non nasconde il confronto con Hopper, dal quale nel tempo si è staccato sviluppando un proprio stile espressivo. Filo rosso della sua ricerca sono l’attesa, l’assenza, i silenzi dell’anima, uno spazio vuoto prolifico di domande. In un contesto di atemporalità quasi teatrale e senza luce naturale, donne sole sembrano in ascolto di se stesse, in attesa che qualcosa accada o che una qualche risposta arrivi. Nella sua opera c'è un clima di sospensione, opposto alla frenesia della vita moderna, che si evidenzia ancor più nell'ultima produzione, dove esce in esterno e si concentra su scorci metropolitani e periferie industriali nelle ore silenziose della notte.
A cura di Abcveneto


 
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