n.78 VII anno, 1 settembre 2010
Le Arti di Piranesi architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer

A cura di Luigia Stefanelli
Venezia Fondazione G.Cini, Isola di San Giorgio Maggiore
Dal 28/agosto al 21 novembre 2010
0re 10.30 - 18.30, chiuso martedì

Giambattista Piranesi (nacque a Venezia nel 1720 morì a Roma nel 1778) fu una straordinaria figura della cultura della seconda metà del XVIII° secolo che attraverso l’uso della stampa con la sua arte e la sua molteplice genialità influenzò il gusto della sua epoca.
Sala della mostra Il “Veneto Architetto”, quale lui stesso volle sempre definirsi,e come si legge a solenni lettere capitali ,nei frontespizi dei suoi numerosi volumi, sfidò col suo lavoro le concezioni tecniche e stilistiche che lo avevano preceduto,privilegiando la “magnificenza” dell’architettura romana (egli la riteneva derivata da quella etrusca e di gran lunga superiore a quella greca), recuperò e mescolò con alchemico eclettismo repertori decorativi antichi e contemporanei, fonti classiche e rinascimentali reinventando la poetica della “meraviglia”. Nel 1743 Piranesi stesso nella introduzione del suo primo volume a soli 23 anni dichiara: “Altro partito non veggo restare a me, e a qualsivoglia altro Architetto moderno, che spiegare con disegni le proprie idee,e sottrarre in questo modo alla Scultura ed alla Pittura l’avvantaggio che hanno in questa parte Sopra l’Architettura, e per sottrarla altresì all’arbitrio di coloro,che i tesori posseggono,e che si fanno credere di potere al loro talento disporre delle operazioni della medesima”… il disegno, dunque, è l’opera d’arte finale altrettanto importante che l’opera realizzata!.
Educato per essere Architetto si concentra e dedica all’arte dell’incisione “con le carte e l’acido” lavora come vedutista trasformando il genere da semplice descrizione della realtà a mondo sognato così mentre i suoi studi archeologici sui monumenti di Roma danno vita alla incomparabile opera delle “Antichità Romane” realizza le “Carceri d’Invenzione “ da molti, non a caso, considerate il suo capolavoro, complesse architetture visionarie che la sua “mente nera”(così Altare di Piranesilo chiamava la Youcenar) imbeve di oscura inquietudine, mentre la scoperta dell’Arte Egizia porta alle “Diverse Maniere di adornare i Camini” qui da sfogo alla sua genialità sentendosi completamente libero in quanto mai prima del suo era stato pubblicato un volume del genere, citazioni e teatralità ce lo mostrano visionario progettista che rimescola reperti antichi e moderni diventando un vero anticipatore di un nuovo gusto per l’antico che trainerà un’intera generazione di artisti, architetti e decoratori dell’età neoclassica.
La Mostra ideata dall’architetto Michele De Lucchi in collaborazione a FactumArte di Madrid ,laboratorio di Adam Lowe è una immersione totale nel multiforme mondo di una delle più complesse figure del‘700 europee.
Piranesi poliedrico,affascinante, anticonformista, individualista,genio universale ossessionato dal desiderio di eguagliare la grandezza degli antichi romani, viene presentato da circa 300 acqueforti (scelte dal corpus quasi integrale conservato presso le collezioni grafiche della Fondazione G.Cini) e da una serie di creazioni realizzate a partire da alcune delle sue invenzioni con materiali pregiati ed avanzate tecnologie, al centro della mostra fermandosi all’interno di una torre ,che sembra materializzarsi dai disegni stessi dell’Artista, ci si può immergere nella ricostruzione della invenzione delle Carceri in 3D.
Nell’ultima sessione della mostra il fotografo,documentarista Gabriele Basilico ispirato dalle pagine della Yourcenar,ripercorre i luoghi delle vedute piranesiane, i suoi scatti sono fatti cercando lo stesso punto di vista del “visionario veneziano” e paradossalmente guardandoli si ha l’impressione che siano le sue fotografie ad appartenere al passato mentre le incisioni, frutto d’invenzione, ci sembrano appartenere ad un futuro prossimo venturo.
A cura di Federico De Nardi


 
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