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©Maria Ester Nichele

Da Canova a Modigliani

Di Federico De Nardi - foto di Maria Ester Nichele
"Da Canova a Modigliani. Il volto dell'800", sì è inaugurata venerdì due ottobre 2010 e sarà possibile ammirarla fino al ventisette febbraio 2010. È la prima rassegna a prendere in considerazione il ritratto lungo tutto il corso dell'Ottocento italiano. È una mostra che confronta ritratti dipinti e ritratti in scultura, mettendo in rilievo le affinità e le profonde differenze tra le due tecniche. Ed è ancora la prima volta che viene offerta l'opportunità di ammirare molti dipinti inediti, o mai visti, di pittori importanti, come Appiani, Hayez, Piccio, Signorini, Corcos, Modigliani. Tante le sorprese provenienti da artisti meno noti e che nel ritratto hanno raggiunto risultati eccezionali che sorprendono per la calma grandezza e composta armonia che fanno trapelare.
Durante la visita, a cui sono stati invitati giornalisti ed esperti, si è udito spesso il commento:" Come si fa a parlare di arte contemporanea? Oggi i pittori non sanno più dipingere! Questi si che erano pittori!"; "Passi Fontana e Burri, ma i pittori di oggi, perché non riprendono a fare il figurativo?" e, "sanno ancora dipingere?". Non possiamo che unirci a queste voci; la visione di questa mostra, ci ha portato gran pace nell'anima, forse l'Ottocento fu un'epoca turbolenta, colma di guerre, rivoluzioni e cambiamenti epocali, tuttavia la calma e la soddisfatta emozione che lasciano trapelare queste opere, ci porta a invidiare i personaggi ritratti, i panorami che fanno da sfondo, la luce trasparente e l'aria priva di inquinamento e preoccupazioni. Attraversando le sale, si giunge al Futurismo di Boccioni e ai ritratti di Modigliani... dipinti ancora riconoscibili, ma che iniziano a decomporsi, il colore a sciogliersi come una lastra di ghiaccio che porterà alla pura schizofrenia delle opere contemporanee, che appaiono graffi dell'anima, nuclei di inconscio senza un centro e senza una direzione che turbano e non convincono fino in fondo, lanciandoci l'idea, oggi del tutto superata, che l'Arte debba essere ribellione e rottura: contro chi oggi? Forse negli anni Sessanta... aveva un senso, ma oggi? Sembra che la ribellione artistica sia diventata un lavoro fisso. Ho insomma fortemente invidiato la placidità e i colpi di pennello e di carminature di questi poeti ottocenteschi. Oggi avremo una medicina che paragonata a quella ottocentesca appare fantascientifica, avremo internet, ma tutto il resto è povertà, confusione, eccesso.
La mostra è stata preceduta da una conferenza stampa in cui erano presenti curatori e i mecenati che hanno finanziato questa mostra: Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, Francesco Leone e Maria Vittoria Marini Clarelli, Federico Bano. Flavio Zanonato, Chiara Matteazzi e tutti gli altri che ringraziamo, compresi il rinfresco organizzato da Darioricevimenti nello stupefacende Palazzo Giusti di via San Francesco.
Di Federico De Nardi - foto di Maria Ester Nichele



 
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