n.82 IX anno, 8 gennaio 2011
L'OPINIONE: strage di cristiani in Egitto

Di Raffaella Biasi
Per chi conosce la quotidianità egiziana che riguarda il rapporto tra cristiani e musulmani, le notizie che arrivano qui in Italia sembrano imprecise e fuorvianti. Non tengono conto di tutta una visione più complessa di quella che viene diramata a tam tam dai media italiani e invece tengono conto di quello che la gente ama sentirsi dire.
Innanzitutto dire al parola al-Qaeda ormai non significa più niente, rimanda solo alle antiche paure post 11 settembre. Per esempio pare che non ci fossero kamikaze nel furgoncino esploso e la bomba era cosi costosa che nessun egiziano avrebbe potuto permettersela, soprattutto per giustificare le misere motivazioni addotte alla strage. I veri intenti di questi attentati non sono di diminuire o annientare i cristiani in medio oriente, perlomeno non in Egitto, ma di destabilizzare la società civile e di creare una FITNA (guerra interna/guerra civile) in modo che si creino delle faide per far sì che si annientino uno con l'altro.
Se ogni mese, infatti, verranno uccisi qui e là alcuni gruppi, se verranno compiuti alcuni attentati, poi sarà l'altra fazione a vendicarsi e così si indebolirà la società egiziana.
Cristiani e musulmani hanno condiviso secoli di storia e gli egiziani sono in gran parte di origine copta. Infatti San Marco ha cristianizzato l'Egitto e Maometto è arrivato dopo, intorno all'anno 670. I Cristiani in Egitto sono 8 milioni e convivono pacificamente coi musulmani e non è vero che hanno meno diritti, ma sono trattati in maniera uguale, anche se ovviamente hanno tutti gli svantaggi che ha qualsiasi minoranza e come tale sembrano più deboli politicamente. Addirittura hanno il 30% dei posti in parlamento.
Il problema è politico non è religioso. Qualche terzo 'incomodo' vuole che le fazioni continuino a scontrarsi in modo che progressivamente l'attenzione venga distolta da loro e la colpa ricada sempre sui musulmani del mondo. Non è la prima volta che i servizi segreti organizzano qualche attentato per uno scopo politico.
Questi attentati avvengono periodicamente, in parte sono faide tra famiglie di due religioni diverse ma non per motivi religiosi ma sociali, e in parte sono manipolazione di fanatici delle due opposte fazioni, le quali però, sono burattini nelle mani di interessi più grandi di loro.
A difesa dei cristiani d'Egitto c'è da dire che il Papa Copto Shnoda – presente nella chiesa dell'attentato - è un personaggio molto amato e rispettato da tutti i credi religiosi e per niente ambiguo o criticato, come invece viene fatto con altri capi religiosi d'occidente e musulmani stessi (per esempio il Papa e il mufti di al-Azar).
Inoltre: che vantaggio c'è per gli egiziani, che vivono di turismo, a creare periodicamente attentati contro la loro immagine? Ci sono solo svantaggi, sia per i pesci grandi che per i pesci piccoli, perché nel turismo c'è il 70% dell'entrata nazionale.
Sentirsi minacciati religiosamente, quindi, può riportare pericolosamente alla continuazione di un Guerra Santa e deve essere assolutamente evitato.
Di Raffaella Biasi


 
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