n.87 IX anno, 1 giugno 2011
Cristo della domenica

Di Chiara Voltarel - Foto Maria Ester Nichele
Arte e spiritualità, che da sempre caratterizzano San Pietro di Feletto, domenica 29 maggio hanno raggiunto altissimi livelli con l’inaugurazione della mostra “Dies Domini. Precetto festivo nell’arte contemporanea, omaggio a Papa Giovanni XXIII”. Una domenica dedicata ad una riflessione sul tema iconografico del “Cristo della Domenica”. L’immagine, affrescata nel XIV secolo nella facciata della chiesa di San Pietro di Feletto, è ricordata come un unicum nella Marca Trevigiana e molto rara nelle Venezie. Oggi giovani artisti hanno voluto riportare alla luce e in vita anche il senso di questa immagine prettamente legata alla cultura medievale. Apparentemente anacronistica, perché è una sorta di monito al rispetto del precetto del giorno festivo: ricordati di santificare le feste. L’iconografia tradizionale si presenta con un Cristo ammonitore attorniato dagli strumenti di arti e mestieri o altri simboli, collegati al suo corpo da tratti rossi che rappresentano i flutti di sangue. Sono quindi gli oggetti che feriscono il Redentore, allo stesso modo in cui avvenne con gli strumenti della passione. È un tema che oscilla tra sacro e profano, carico di significati e valenze: culturali, antropologiche, sociologiche e artistiche.
Ispirati a questa curiosa immagine, 21 studenti dell’Atelier 13 dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, guidati dalla loro insegnante Maya Nagy, hanno preparato delle opere ora esposte a San Pietro di Feletto nella mostra realizzata in collaborazione con il Clan Verdurin, la Parrocchia e la diocesi di Vittorio Veneto. L’importante evento è stato aperto con la lettura di una poesia di Rodolfo Vettorello e alla presentazione sono intervenuti la dott.ssa Cristina Falsarella direttore dell’ufficio per l’Arte Sacra e i Beni Culturali della diocesi di Vittorio Veneto, la dott.ssa Chiara Voltarel storica dell’arte, l’avvocato Alessandro Faldon e la prof.ssa Maya Nagy.
A distanza di molti secoli si ritorna a riflettere su quelli che sono i valori, rinnovando quelli evidenziati in quest’immagine del Trecento posta nella pieve millenaria. Ecco allora come l’opera d’arte può continuare a parlare al cuore degli uomini, l’arte vuole come un tempo comunicare, suggerire riflessioni, elevare l’uomo, come in maniera semplice si faceva nel medioevo. Fu un anonimo frescante a dipingere quel Cristo proprio sulla facciata, sotto il portico dove i fedeli sostavano a lungo prima e dopo le funzioni, lo ha rappresentato in maniera chiara, comprensibile a tutti, perché questi affreschi erano la Bibbia dei poveri e dovevano istruire le menti degli indotti.
Hanno esposto: Giulia Adiletta, Edoardo Amodio, Nunzia Brillantino, Elena Bussolaro, Piergiorgio Del Ben, Elena Patrizia Dell’Andrea, Amedeo Fernandes, Roberta Giuliani, Anna Lazzarini, Renzo Marchiori, Fiorella Nicoletto, Chiara Lucilla Polloni, Christine Runggaldier, Rita Ronconi, Ester Sallai, Lara Scarpa, Giovanna Serra, Eugenia Varese, Alex Casagrande, Nicolò Maddalin Chiaffoi, Georgiana Petrovici.
La mostra resterà aperta il sabato dalle 14.00 alle 19.00 e la domenica dalle 11.00 alle 19.00 fino al 26 giugno. Chiara Voltarel

Di Chiara Voltarel - Foto Maria Ester Nichele


 
abcveneto.com

WeBuilder

Salva comepdf icona per una stampa in formato A4.