n.92 IX anno, 1 novembre 2011
INTERVISTA: MARY ARKAMI, direttore dell'AFGHAN Women's Skills Development Centre

Di Raffaella Biasi
La fondazione Pio Manzù, che come sempre ha uno sguardo sul futuro, ha intitolato il convegno di quest'anno XXI femminile, sperando che questo secolo sia davvero il riscatto per le donne da molti punti di vista. C'è chi tra noi ha già tutti i diritti e li esercita, ma centinaia di milioni di persone, soprattutto donne non hanno neppure diritti minimi. Penso che sia giusto riportare l' attenzione della gente su questo tema e risvegliare la coscienza di ognuno di coloro che leggeranno questo articolo in modo che passino parola finché non si creerà una catena di solidarietà femminile.
Tra le tante donne eccezionali invitate al convegno vi racconto la storia di Mary Akrami, una dele prime afghane che hanno avuto l'opportunità di essere invitata all'estero e di poter parlare dei loro bisogni. E' fondatrice e direttore di diversi centri per le rifugiate afghane. Mary Akrami nel 2007 è stata – per quanto discutibile sia la persona - perfino insignita di una onorificenza dalla allora Segretaria di Stato Condoleeza Rice e selezionata fra le 80 donne che hanno contribuito alla pace e alla giustizia. Per la sua capacità di umanità e di leadership.
E' abbastanza raro intervistare una donna afghana in Italia, considerando tutte le difficoltà che avete avuto per avere il visto e per parlare liberamente: Allora parliamo dell'organizzazione che lei ha messo in piedi “le sciarpe verdi”. Cosè?
E' un movimento cominciato con un piccolo gruppo di dieci persone che dà rifugio alle donne che sono state martoriate dagli eventi post bellici, ma soprattutto per aiutarle a ricostruirsi una personalità per poter andare a scuola o per sentirsi protette. Ora siamo migliaia e diamo rifugio a tantissime donne picchiate maltrattate martoriate stuprate e allontanate dalla comunità.Altre hanno sofferto di violenze domestiche o hanno accettato i matrimoni forzati, con loro teniamo i loro figli che hanno assistito a queste violenze estreme. Dal 2004 ad ora l'organizzazione 'SCIARPE VERDI' , sostenuta dal SAFE e aiutata a molte persone coscienti e generose, ha aperto i centri, sovvenzionato la permanenza delle donne e dei bambini nelle case di accoglienza, ha dato loro istruzione e conoscenze minime sulle malattie e sul post partum.
Cosa c'entra con noi? Perchè noi italiani dovremmo interessarci ad un mondo così lontano?
Non possiamo farcela da sole. Noi chiediamo solidarietà e cerchiamo di farci conoscere dal mondo per far sapere la nostra condizione di donne dopo l'avvento dei Taliban, e dopo tutte le guerre che da trent'anni hanno distrutto le nostre menti e l'immagine e il territorio dell'Afghanistan: america/russia ecc. Ma chi soffre di piu in queste guerre e in questi periodi? Ovviamente tutti, ma secondo me i bambini che hanno perso l'infanzia. Io stessa da quando sono nata vedo solo guerre e non saprei dimensionarmi con altro.
L'aiuto che volete di che tipo è? istruzione, ospitalità, visite, soldi? Che ne è del denaro che arriva dall'estero?
Anche se arrivano soldi dall'estero, e ne arrivano, la gente non è capace di gestirli. abbiamo bisogno che la gente venga a trovarci e a insignarci e a parlare bene di noi.  Tre persone di Glencree Peace and Reconciliation Centre sono venute a Kabul ad attivare un Peace Education course in Kabul al Politecnico. L'organizzazione SAFE ha dato dei contributi per gli alti costi. Abbiamo bisogno di amicizia, perchè l'amicizia aiuta a scambiare esperienze. Inoltre il nostro scopo è di parlare di diritti alle donne che neanche hanno idea di averne. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto un certo successo.
Anche solo con 2 dollari al giorno possiamo farcela per il nostro futuro progetto per ottenere l'elettricità permanente, 5 computer uno scanner 2 stampanti e il mantenimento dei pannelli solari gia montati.
Nel nostro sito potrete stare in contatto con noi e qualsiasi amicizia o gesto di solidarietà sarà il benvenuto:
www.ch16.org/afghanwomen
E che ne pensa dei giornalisti assetati di afghanistan? Che ne parlano come l'inferno per antonomàsia, spesso per scrivere un articolo di colore?
L'afghanistan non è tutto cosi. Se guarda le foto della mia casa io vivo bene in una casa che è quasi come le vostre occidentali, anche per l'ampiezza e l'arredamento, ma soprattutto ciò che non mi piace dei media è la strumentalizzazione che fanno delle nostre tradizionie e anche, perché no, la presa in giro dei nostri tabu. Quindi ho rispetto per chiunque viene - ma non bisogna prendere i tabu (per esempio il nostro atteggiamento verso la verginità) e usarli per fare denaro anche perché la gente afghana non è pronta a sentir parlare di tabu che li riguardano. Insomma i giornalisti non devono aprofittare di storie per fare soldi. Abbiamo bisogno di dare una buona visione dell'Afghanistan dove si capisce che la gente è flessibile e intelligente. C'è un proverbio che mi sta a cuore ed è: “quello che vedono i tuoi occhi non è come ciò che sente il tuo cuore”.
Non possiamo fare finta di non vedere che la religione islamica è strumentalizzata in tutto questo gioco contro le donne...
Certo che l'islam ha un problema di interpretazione, ma siamo molto lontane dal parlare di religione qui, noi la pratichiamo al massimo della possibilità, per cui ci battiamo solo sui diritti umani. A dire il vero i Taliban stanno in zone abbastanza lontane dal centro ma comunque ci osteggiano, mi osteggiano, mi odiano perche dicono che proteggo le prostitute e queste poverette sono chiamate prostitute solo perchè si sono ribellate a dei soprusi dei mariti e sono scappate- Sono venute nei nostri rifugi e quindi sono considerate puttane. Insomma i religiosi mi osteggiano e il governo cerca di barcamenarsi per non scontentare nessuno, neanche gli osservatori dell'ONU e intanto ci da pochissime sovvenzioni, che invece ci servono per salvare vite umane.
Vi racconto, per esempio, che nel luglio 2008 sono entrata nel ufficio del giudice Abdul Jabbar Sabit per accompagnare una donna che aveva lasciato suo marito. Il giudice le ha urlato di tornare immediatamente dal marito e mi ha accusato di accogliere e sostenere prostitute e quindi di pagare anche le cauzioni. E così ci hanno messo in carcere per niente. Ma nessuna intimidazione mi ha mai fermato. Rischio la vita tutti i giorni ma per un buon motivo.
Che ne pensa dei soldati che sono venuti in afghanistan? hanno fermato i taliban? Hanno contribuito al processo di pace o no?
In dieci anni di impegno hanno dato aiuto e sicurezza alla gente ma gli aspetti negativi sono peggiori perché la guerra ha lasciato una traccia negativa nella mente della gente ed è ora di finirla.
Che ne pensa degli autori afghani che sono tanto di moda (es: il cacciatore di aquiloni) e parlano di afghanistan? Alcuni musulmani affermano che tutti questi autori sono americanizzati e approfittano di raccontare storie raccapriccianti solo per diventare famosi o fare denaro . Che ne pensa?
Non li conosco ma spero che parlino anche bene dell'afghanistan anche se per quello che conosco dicono proprio la verità. I libri che parlano di noi, anche se hanno delle esagerazioni – che poi sono tutte quelle dei libri – in realtà hanno una base che è sicuramente vera. Certo è che abbiamo bisogno di farci una fama diversa e che i giornalisti parlino bene di noi. E' anche importante che veniate a visitarci perchè per noi è difficile uscire ed avere un visto per viaggiare per cui gli ospiti sono la nostra voce. Sono molto grata alla croce rossa perche ci ha aiutato moltissimo.
Gli italiani sono incuriositi e prevenuti riguardo agli afgani ma gli afghani sono prevenuti su di noi?
Sì, per esempio, i capelli fuori e la nudità sono un segno speciale. Certo che se c'è poca cultura ci si guarda con troppi pregiudizi.
Cosa succederà quando torna? come la accoglieranno?
Mio marito è con me e mi aiuta tantissimo. Il bello della nostra storia è che io lo ho scelto e ho lottato per 4 anni per stare con lui, il nostro non è un matrimonio combinato. Sono stata brava, ho lottato per lui e lui per me, abbiamo superato difficoltà con le famiglie e la società.
Io sono di famiglia ricca di discendenza principesca, invece lui no.
Come è la sua famiglia di origine?
Sono nata a a Kabul. Mia madre ha avuto dieci figli: siamo sei sorelle e quattro fratelli. Quando abbiamo dovuto scappare in Pakistan mio fratello mi ha fatto capire che era meglio se rimanevo chiusa in casa e così sono rimasta per tre anni. E' stata questa la molla che mi ha fatto scattare la coscienza della mia condizione di ingiusta detenzione per cui mi sono ribellata. Ma noi siamo considerate come persone che incoraggiano le donne ad essere cattive, siamo mal viste e considerate quasi puttane.
AGIRE ORA: Il 5 dic 2011 i governi saranno alla Conferenza di Bonn, in Germania, in cui il processo di pace in Afghanistan sarà un punto importante di discussione. Usa questa petizione per invitare i governi a garantire le voci delle donne afgane, e che gli accordi presi alla conferenza di sostenere esplicitamente i diritti delle donne in Afghanistan.
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