n.90 IX anno, 5 settembre 2011

Cose dell'altro mondo non salva nessuno
Di Federico De Nardi
Non salva nessuno il regista Francesco Patierno, cosceneggiatore del film, insieme a Diego De Silva e Giovanna Koch, nella sua pellicola ambientata tra Treviso e Bassano del Grappa; non salva nessuno nel senso che fa sparire 'i foresti', cioè gli immigrati di colore & slavi compresi, e mette in scena, all'apparenza, un ritratto totalmente negativo dei Veneti.
La trama, in breve, è questa: Siamo in una pulita, civile, laboriosa e storica città del Nord Est. Questa città ha una percentuale altissima di lavoratori immigrati (la più alta d'Italia), tutti in regola e ben inseriti. E cosa succede? Che un buontempone d'industriale si diverte nella sua televisione, a mettere quotidianamente in scena un teatrino razzista: iperboli, giochi di parole, battute sarcastiche, tutte, ma proprio tutte, così politicamente scorrette da risultare esilaranti e irreali. Un giorno però, come per magia, il teatrino si fa realtà, e gli immigrati, invitati a sloggiare, tolgono il disturbo, tutti, dal primo all'ultimo, per sempre... "Cose dell'altro mondo" esplora questo paradosso, con lo stesso linguaggio politicamente scorretto del suo protagonista: ironia in luogo della drammaticità, imbarazzo al posto dell'ideologia, tenerezza dove si vorrebbe conforto sociologico...(la trama è tratta dai siti specializzati)
All'apparenza, sottolineo, perché se noi togliamo la cadenza veneta e il dialetto, questo ritratto si adatta all'Italia tutta (e forse al mondo?) ed è questo, secondo me, che deve essere tenuto presente e che è il valore aggiunto del film, perché regala alla vicenda, prodotta dai coraggiosi e attenti Marco Poccioni e Marco Valsania per Rodeo Drive (in collaborazione con Medusa e Sky Cinema), un respiro internazionale.

La doppiezza di molti personaggi (vedi come esempio Diego Abatantuono, l’industrialotto Mariso Golfetto, che tuona contro gli extracomunitari e poi frequenta la prostituta di colore) è infatti una delle caratteristiche negative dell'essere umano (ricordate chi rinnegò Gesù prima che il gallo cantasse?), non del veneto o del romano e chi non lo capisce, apra gli occhi perché vive secondo il principio d'irrealtà.
Diego Abatantuomo - foto Ansa -La pellicola, da me vista in una serata piovosa che annuncia i fasti di un Autunno ancora -per fortuna - lontano, in una sala semivuota di Treviso, è godibilissima e non annoia un solo istante: bravissimi gli attori, perfetto il dialetto mischiato all'italiano, di cui si fa grande uso nel film, senza che però esso risulti macchiettistico come in altre pellicole.
Colgo al proposito questo aspetto e avverto chi lancia strali di lesa maestà veneta: io ho apprezzato di questa pellicola, il fatto che il regista abbia scelto il Veneto e il suo dialetto dolce e colorato per raccontare una storia universale che riguarda tutta l'Europa e ricordo che spesso ci si lamenta che questa regione sia dimenticata e usata solo come bestia da soma e non come icona della rappresentabilità artistica e mediatica, ma offeso può essere solo chi non conosce la storia di questa splendida regione: perché Shakespeare ambientò qui alcune fra le sue opere più famose? E Alessandro Manzoni? da dove prese l'idea del suo Romanzo? Perché il Veneto era, e lo è ancora, il centro del mondo e chi non lo sa apra gli occhi.
Quindi, ripeto a chi fa l'offeso, magari senza aver visto il film, sia orgoglioso invece che il Veneto e il suo bel dialetto cantilenante sia stato messo sotto i riflettori in un film 'critico' nei confronti della parte oscura dell'essere umano, non certo solo della veneticità; ci si dovrebbe offendere più della dimenticanza di altre cose, che di un film perfettamente riuscito e che rappresenta la parte fragile dell'essere umano.
Riuscito anche il pezzo finale “Cose dell'altro mondo”, brano omonimo, che si può ascoltare per i titoli di coda di Cristicchi, interamente prodotto da Warner Chappell Music Italiana e Dueffel Music. A questo proposito, in quante pellicole ci si ferma ad ascoltare anche il brano che accompagna i titoli di coda?
USCITA CINEMA: 03/09/2011
REGIA: Francesco Patierno
SCENEGGIATURA: Diego De Silva, Giovanna Koch, Francesco Patierno
ATTORI: Valerio Mastandrea, Diego Abatantuono, Valentina Lodovini, Sandra Collodel, Maria Grazia Schiavo, Maurizio Donadoni, Vitaliano Trevisan, Riccardo Bergo, Sergio Bustric, Fabio Ferri, Laura Efrikian, Fulvio Molena
FOTOGRAFIA: Mauro Marchetti
MONTAGGIO: Cecilia Zanuso
PRODUZIONE: Rodeo Drive
DISTRIBUZIONE: Medusa film
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 90 Min
FORMATO: Colore
Sito Ufficiale:http://www.rodeodriveltd.com/
Di Federico De Nardi


 
abcveneto.com
WeBuilder


Save as pdf iconaPDF file