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N. 97, IX ANNO, APRILE 2012 - SCRIVI A INFO@ABCVENETO.COM
L'ARTICOLO DEL MESE

A PUNTA DELLA DOGANA con CAROLINE BOURGEOIS e ADEL ABDESSEMED

Di Lucia Tomasi

Caroline Bourgeois con Adel AbdessemedA Punta della Dogana, ma anche a Palazzo Grassi, è stato organizzato un fitto programma di appuntamenti con artisti e operatori nel campo della cultura senza trascurare nemmeno iniziative creative per i bambini.
Tutto questo con la fondamentale convinzione che i musei non devono solo essere dei contenitori o raccolte di opere, ma anche luoghi di creazione, di incontro, di scambio, di ricerca, crocevia tra pubblici diversi, aperti all'ambiente locale ed internazionale, urbano e culturale: musei come "case" vive ed accoglienti (così sostiene soprattutto il Direttore Martin Bethenod).
Particolarmente interessante mercoledì 21 marzo l'intervento di Adel Abdessemed intervistato direttamente da Caroline Bourgeois, curatrice delle mostre nelle prestigiose sedi veneziane di Francois Pinault.

Adel Adbdessemed nasce in Algeria nel 1971, allo scoppio della guerra civile, all'inizio degli anni novanta, lascia il proprio paese, va in Francia a studiare Arte; vive soprattutto a Parigi, quindi New York, Berlino e di nuovo a Parigi.
Partendo da studi filosofici e sociologici, Abdessemed concentra il proprio sguardo sulle falle e contraddizioni del mondo contemporaneo attraverso opere che lui stesso ama definire "atti", che prendono la forma di sculture, installazioni, video, disegni.

Egli lavora soprattutto intorno al tema della violenza umana, anche quella che ci viene "servita" all'ora dei pasti in televisione!
La vera tragedia sta soprattutto nell'assefuazione a tutto questo, come se non ci fossero più nemmeno principi, principi da violare, da tradire. Questa la realtà più cruda con cui dobbiamo misurarci oggi.
L'appello dell'artista è dunque all'etica e alla responsabilitá di ciascuno, nessuno escluso.
Ed ecco il suo "urlo": "Pratice Zero Tolerance" 2006, il calco in terracotta di una automobile bruciata nelle banlieux parigine durante le rivolte del 2005; oppure "Taxidermy" 2010, un cubo formato da animali imbalsamati recuperati da rigattieri, assemblati con filo di ferro ed in seguito carbonizzati (utilizza spesso gli animali, anche con valore simbolico di vittime innocenti, ma anche testimoni di un'esperienza che precede il linguaggio, come i graffiti di Lascaux).
Abdessemed si è ispirato anche al Cristo di Grunewald, a Guernica di Picasso… Ancora l'"urlo", per dire che non c'è indifferenza, che l'essere umano può ancora, per fortuna, scandalizzarsi!

Di Lucia Tomasi


 
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