Poetesse italiane del Novecento al Clan Verdurin di S.Pietro in Feletto
Di Vitaliano Angelini
Bella giornata, quella di domenica primo aprile 2012, al Clan Verdurin. Giornata calda di presenze reali ed evocate: le persone convenute da Lia e Flaminio De Martin e le autrici di versi, lontane ma rese "presenti" da Maria Lenti, poetessa e scrittrice di Urbino.
L'incontro per la poesia è stato anche occasione per una "Buona Pasqua" rivolta a tutti.
L'esordio è stato affidato a Gesuina Maccari, fine e sensibile lettrice, che ha aperto l'iniziativa recitando alcune poesie di Maria Lenti. La poetessa urbinate ha rivolto quindi un ringraziamento ai padroni di casa, Lia e Flaminio, a tutti i convenuti, tra cui alcuni suoi amici che l'hanno raggiunta da Padova, e ai poeti Vitaliano Angelini, Luigi Crivellaro, Emilio Gallina, Maria Marino lì in sala.
La chiusura è stata affidata al basso Gino Fiorin, che ha cantato alcuni brani operistici.
Poetesse italiane del Novecento… Tenute fuori, almeno fino a qualche decennio fa, dalle antologie scolastiche - e quindi poco note al grande pubblico - le poetesse sono numerose e davvero singolari nella loro poetica. Maria Lenti ha parlato di Antonia Pozzi e Maria Luisa Spaziani, di Alda Merini e di Margherita Guidacci, di Amelia Rosselli, Dacia Maraini, di Tomaso Binga e di Biancamaria Frabotta ed altre del secondo Novecento, arrivando poi a quelle che hanno pubblicato i loro libri di poesia in questo decennio del Duemila (da Renata Morresi a Barbara Coacci, da Lella De Marchi a Sara Ventrone, ecc.).
Maria Lenti, anche sollecitata da alcune considerazioni del pubblico, ha evidenziato una caratteristica della poesia delle donne: l'attenzione alla vita come particolarità da vivere nelle dinamiche, negative o positive, di un presente che contiene sì il passato ma prefigura il futuro, in quella linea che non si ferma alla giovinezza ma prosegue in tutte le stagioni della esistenza di ognuno.Di Vitaliano Angelini
