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N. 95, IX ANNO, FEBBRAIO 2012 - SCRIVI A INFO@ABCVENETO.COM
L'ARTICOLO DEL MESE

LA BELLEZZA DELLE DIFFERENZE COMPATIBILI

Testo di Elsa Dezuanni, Ennio Pouchard

Il ciclo delle mostre annuali allestite negli spazi d´attesa della Struttura Complessa di Cardiologia del civico ospedale di Ca´ Foncello a Treviso, cui rimane in permanenza il titolo bene augurante L´arte fa bene al cuore, arriva, in questo febbraio 2012, alla quarta edizione.
L´intento che le motiva rimane ovviamente immutato: attirare sulle opere esposte l´attenzione sia dei pazienti che sostano negli ambienti ambulatoriali, sia degli accompagnatori - che a loro sono fisicamente e spiritualmente vicini, e a volte soffrono delle medesime inquietudini - offrendo un diversivo utile per allentare la tensione. L´esperienza dei precedenti tre anni ha portato non soltanto a confermare la positività dell´iniziativa in tal senso, ma anche a riscontrare un atteggiamento favorevole, sia direttamente sia di riflesso, nell´ambito degli stessi collaboratori interni alla struttura.
Locandina dei quattro pittori trevigianiDa ciò si è tratto un motivo valido per ottenere l´adesione degli artisti invitati a partecipare al progetto, che cambiano di anno in anno. Come si arriva all´accordo con essi? La scelta e il successivo contatto finora sono stati originati dalla conoscenza personale e diretta da parte degli organizzatori e curatori della mostra. Particolare attenzione viene posta nel mettere insieme personalità con caratteristiche diverse per garantire al meglio, con la varietà, l´attrazione dei fruitori. Le opere selezionate, pur presentando poetiche differenti, devono però armonizzare tra loro ed essere visivamente rasserenanti. A oggi, sono diciotto gli artisti che hanno aderito prestando le proprie opere, le quali rappresentano qualitativamente quanto si è affermato o si sta affermando nel campo dell´arte in area veneta: un territorio storicamente tanto generoso di figure di pittori e scultori di buon livello da rendere arduo e non molto frequente, per molti di loro, il poter acquisire un successo proporzionale al merito.
A differenza dalla prima e terza mostra (2009 e 2011), ma parzialmente anche dalla seconda (2010), la compagine di quest´anno è costituita esclusivamente da artisti del pennello: una pittrice giovane, Lisa Perini, e tre pittori di "lungo corso", Toni Buso, Silvio Gagno e Franco Renzulli, tutti trevigiani meno l´ultimo che è veneziano. I loro lavori presentano tecniche e soggetti dissimili, seguendo ognuno una propria strada, ma egualmente accattivanti e godibili, sia quando la composizione è figurativa sia quando si avvicina formalmente all´astratto. Al primo rapido giro d´orizzonte ci si può tuttavia rendere conto che hanno qualcosa in comune, ed è quel pizzico di favolistico, di irreale, di magico che rende lirico il loro operato.
Le nature morte di Lisa Perini sono uno sfolgorio di colori che animano festosamente la raffigurazione di fiori, frutti, brocche e strumenti musicali con pennellate pastose; le sue composizioni hanno un dinamismo dirompente, costruito sulla ricchezza dei particolari, su un´affabulazione dal ritmo incalzante. Nessuno di questi insiemi di elementi formali obbedisce ad altra regola che non sia di studiata invenzione - nella struttura, negli accostamenti, nei valori timbrici, nei rapporti di dimensione - ma certamente tutti agiscono come rivelatori di stati d´animo. Quindi mutevoli, quindi sinceri, eccezionali nella loro capacità di esprimere la personalità dell´artista. Un´analoga verve narrativa la ritroviamo nei lavori di Toni Buso, che si presentano con vivacità coloristica, affidata a un sapiente accordo dei colori primari, ma con un rapporto tra segno-forma-colore retto da geometrismi che sconfinano nell´astratto. Il suo non è un fare immediato, bensì basato su progressive elaborazioni segniche per approdare a un determinato esito formale, che egli persegue secondo un preciso filo conduttore, sviluppato sulla traduzione simbolica di fatti reali vissuti o percepiti. Ogni suo dipinto racconta una storia, evocata dai titoli, come Storia di un pescatore, ma piuttosto che cercare di sceverare il significato del racconto illustrato, è preferibile abbandonarsi all´incantamento del mistero contenuto in quei segni e in quelle forme: meditati dall´artista uno ad uno, ma nel loro insieme resi accortamente illeggibili, forse per lasciare spazio alla fantasia del singolo osservatore.
Al limite dell´astratto sono anche le composizioni di Franco Renzulli, il quale con una raffinata tavolozza narra eventi e richiama paesaggi che egli sembra aver frantumato per ricomporli restituendoli quale pura emozione. Tecnicamente il suo è un modus operandi all´antica costruito sulla base di magistrale sapienza e dominio di materie pittoriche sparite, e di una versatilità creativa spinta a un´inimitabile fusione di valori di pittura e linguaggio. Nei dipinti in mostra, il senso del suo continuo peregrinare - fisico e mentale - in mondi diversi si rivela con riferimenti precisi, come nel dipinto Tramonto al Lido, o fantasiosi, come in quello intitolato Degli amorosi sensi; ma in ambedue le situazioni persiste e domina, irrinunciabile, la sbrigliata vocazione a inventare armonie di forme e di colori per creare un oggetto d´arte assoluto.
Sono invece fortemente evocativi della natura i dipinti di Silvio Gagno. Con pennellate fluide, stese in fini assonanze cromatiche, rimanda a elementi quali un fiume, una cascata o un bosco, in un coro di voci coerenti perché nate insieme come fasi diverse di un unico tracciato, che pare sostanzialmente riferirsi a un suo intimo sentire. Le opere che espone dipanano esempi di un decennio della sua pittura, che presenta motivi sempre nuovi di interpretazione dei fenomeni naturali: si veda a tal proposito Vento tra i pini e Limolium del Tagliamento o Dove nasce il fiume, in un dinamismo che non si concede momenti di pausa e tende ad eludere il dettaglio per privilegiare l´incantamento dell´insieme. è una pittura che resta attualissima, che traduce visivamente l´antico motivo filosofico del "tutto scorre" di Eraclito.
è evidente che questi quattro artisti non formeranno mai un quartetto: sono solisti di valore e ognuno va apprezzato e gustato a sé, con quell´attenzione che la loro arte merita.

Testo di Elsa Dezuanni, Ennio Pouchard


 
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