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N. 95, IX ANNO, FEBBRAIO 2012 - SCRIVI A INFO@ABCVENETO.COM
L'ARTICOLO DEL MESE

Padova - Andare per Mostre: Galeazzo Viganò - Ritratti 1956-2012

Testo di Alessandra Pucci, fotografie di Luccia Danesin

Quadro di Galeazzo ViganòPalazzo Zuckermann Padova, Corso Garibaldi 33 27 Gennaio - 4 Marzo 2012

Festa intorno all'Artista e alle sue opere: inaugurazione partecipata da tanti estimatori, amici, artisti, collezionisti, critici e giornalisti, tutti consapevoli di essere di fronte ad una personalità forte, complessa che nel cammino dell'arte è rimasto fedele a se stesso, senza cedere ai richiami più o meno autentici di avanguardie e mode del nostro tempo. La mostra dei ritratti è il terzo anello dopo le due grandi esposizioni del 2008: una a palazzo Zuckermann con lavori dal 1954 al1980, e l'altra alla galleria Cavour con opere dal 1992 al 2008.
ferri del mestiere del pittore ViganòIl "ritratto" è un genere che per troppo tempo è stato lasciato in disparte dalla critica ufficiale non solo italiana. Bisogna tornare alle esperienze dei multipli fotopittorici di Andy Warhol per tornare a sentire la nuova attrazione verso il ritratto contemporaneo. Potremmo citare Bacon, Giacometti, Freud e il poeta Testori, oppure la impenetrabile Frida Kalo, ma la peculiarità dei loro ritratti e autoritratti, non ha prodotto l'interesse che invece suscitano altri generi di ricerca espressiva. Lo studio della figura non è stato ritenuto fondamentale nelle scuole d'arte e nelle Accademie: si è privilegiato il mondo tecnologico lasciando andare tante esperienze formative atte ad una cultura e conoscenza che poi si possono mettere da parte, ma prima si devono possedere perché sono la grammatica dell'artista.
Gillo Dorfles, in un articolo sul Corriere della Sera (27-11-2011) scrive a questo proposito di "recupero di manualità,....la modernità dell'espressione artistica - se anche si vale delle nuove tecnologie - non può trascurare quel "contatto" del nostro corpo con gli antichi e moderni "materiali" espressivi di cui l'arte si è sempre servita, può permettere l'avvicendarsi di nuove attività ancora latenti e che soltanto attraverso la corporeità - tanto quella mentale che manuale - può verificarsi..." Mente e corpo: sintesi necessaria per realizzare idee e progetti che sono alla base di ogni opera. Viganò conosce il mondo reale, studia la sua apparenza, ne trasforma gli aspetti secondo un codice personale ricco di simboli e significati che sono l'humus della sua cultura.
La presentazione in catalogo di Caterina Virdis Limentani, espone con ampiezza di riferimenti culturali e critici i contenuti di questa mostra - "....Manipolatore eccentrico proprio delle estensioni spazio temporali, Galeazzo Viganò ha sempre dimostrato che lo scopo della sua pittura non è certo la simulazione, ma l'evocazione simbolica, per cui ogni effetto di mimetismo è convenzionale e non referenziale: questa sua attitudine è facilmente applicabile anche ai suoi ritratti"...
L'invito alla mostra è stato scelto con cura: si tratta del "Doppio ritratto Centanini", opera densa di riferimenti speculari alle persone raffigurate e all'artista stesso. I coniugi in primissimo piano, sono colti e bloccati per sempre in uno spazio verticale, con un mare che assorbe la quinta di una tenda rosso cupo in sinfonia con gli altri rossi che vestono i personaggi e il tavolino rotondo. Su damasco del ripiano si muove una lucertola verdissima che sembra voler porgere una strisciolina di carta bianca su cui forse è scritta la firma dell'autore. Accanto alla lucertola, s'infiamma il "rosso" d'uno scialle che è il colore sigla di tutte le opere più recenti di Galeazzo Viganò. Di questa opera sono presenti in mostra molti disegni preparatori a china, insieme ad altre carte con particolari di ritratti di personaggi noti della cultura italiana. Tra le quaranta opere presenti in questa rassegna, merita particolare attenzione il ritratto del Maestro Peruzzi: netto, incisivo, ricco di una spiritualità che commuove, la sua scarna essenzialità sembra legare come in un suono, lo strumento dell'effigiato alle figure dei grandi pittori ferraresi: Cosmè Tura e il Cossa, con una sensibilità tutta nuova che fa di questa tavola un capolavoro.
La visita alla mostra in questa importante galleria cittadina, richiede tempo per una fruizione meditata di ogni opera: esse sono state selezionate con professionalità e curate nell'allestimento con la sensibilità che ne fa risaltare i significati più reconditi.
L'Assessore alla Cultura Andrea Colasio e i suoi collaboratori, meritano un grazie per aver voluto questa mostra di Galeazzo Viganò.

Testo di Alessandra Pucci, fotografie di Luccia Danesin


 
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