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N. 94, IX ANNO, GENNAIO 2012 - SCRIVI A INFO@ABCVENETO.COM
L'ARTICOLO DEL MESE

A San Marco il vero oro del Natale

Di Lucia Tomasi

Forse, fra pacchetti e pacchettini, fiocchetti e lustrini si perde troppo spesso il vero senso del Natale.
Quel bimbo non è una statuetta più o meno costosa, semplice o raffinata, che crea un'atmosfera calda e piacevole nell'arredamento in tempo di Avvento, ma qualcosa veramente di grandioso, non facile da afferrare, dato che è una questione di Fede: il "Verbo di Dio fatto uomo" cioè la Rivelazione, l'essenza del Credo Cristiano.
Questa la Luce del Natale, irradiazione della Parola di Dio.
Nella Cattedrale Patriarcale di San Marco a Venezia, più che in qualsiasi altro luogo, si può capire meglio, sentire, vedere e persino toccare il prodigio di questa "irradiazione". Durante la Messa Solenne Natalizia la luce naturale entra soprattutto dal grande rosone gotico ad est, sintesi tra raffinatezza, complessità nordica e un merletto di Burano.
I raggi luminosi attraverso le vetrate piombate dai delicati colori veneziani scoprono e ci rivelano un po' alla volta i vari personaggi sacri come parte integrante dei mosaici; le tessere dorate delle vesti sono le stesse dell'apparato musivo che fa da sfondo; le figure sfavillanti nel loro fulgore divengono così parte integrante della Trascendenza.
I cangianti bagliori si sono ottenuti fissando le tessere ad una ad una, e non perfettamente allo stesso livello come si fa con le tecniche odierne, in cui la luce risulta troppo uniforme, poiché le tessere vengono fissate al muro tramite un supporto piano.
I riflessi dei faretti, delle candele che riverberano lungo gli archi, fanno apparire nella penombra le preziose volte, il catino, le cupole; superfici tonde che creano forme accoglienti, in cui non esistono spigoli vivi, poiché il rivestimento musivo non lo consentirebbe.
In modo analogo funziona pure la diffusione della musica e dei canti che rimbalzano armoniosamente nel moltiplicarsi delle casse di risonanza architettoniche.
Persino il meraviglioso pavimento, con le sue infinite soluzioni coloristiche di tessere di marmo, è curvo. Sembra di camminare sulle onde del mare, e dà un senso di piacevole instabilità e precarietà che ci destabilizza un po' rispetto alle nostre più logiche certezze; e fa venire anche in mente i piani inclinati e dolcemente arrotondati delle costruzioni di Kasuyo Sejima...
Tutto ciò mette in crisi la nostra percezione dello spazio, tutte le nostre convinzioni razionalizzanti; si potrebbe azzardare, in un certo qual senso, che anche San Marco, come tutti i grandi capolavori, è più che mai attuale e nuova.
Durante la celebrazione dalle 10.30 alle 12.00 i raggi del sole, che entrano filtrati, si spostano da Est a Sud-Est scorrendo anche sui capitelli, sulle statue; facendoceli apparire piano piano, cavandoli fuori dall'oscurità e dando loro improvvisamente nuova vita, come risvegliati da secoli di penombra e oscurità.
Si evidenziano qua e là improvvise rivelazioni, rappresentazioni, svelamenti… e la meraviglia è continua…
Così il grande libro sacro che è la Chiesa di San Marco si puó leggere un po' alla volta, e mai allo stesso modo, poiché a Venezia la luce non è mai la stessa.
Il nostro occhio viene letteralmente catturato e non può fermarsi più di tanto su di un particolare, perché in continuazione attratto e inebriato da nuovi improvvisi preziosi luccichii, che quasi non ci fanno percepire correttamente lo spazio e le forme architettoniche dell'interno.
Mai però un oro accecante, mai sfarzoso, tantomeno pacchiano, poiché carico di una meravigliosa patina che è quella del tempo, della storia della religiosità non solo della Serenissima ma di tutto l'Oriente cristiano, una patina sottilissima ma di grandissimo, anzi grandioso spessore.
Le stelle di Natale vicine all'iconostasi e le candele rosse di cui è composta la grande croce greca sospesa nella navata principale conferiscono un colore più caldo e più vivo all'oro di San Marco rispetto al resto dell'anno.
Ma cosa sono i mosaici?
Delle piccolissime tessere colorate, delle sillabe, che combinate insieme formano delle preghiere variopinte, uscite da centinaia di mani differenti che hanno creato l'infinita varietà, e ci fanno sentire la forte coralità nella realizzazione di San Marco; bagliori che sono voci… un grande coro di voci differenti destinate a farsi sentire per sempre con silenzioso fragore.

Di Lucia Tomasi


 
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