Lettera aperta di Davide Fiore: Italia = discarica?
Di Davide Fiore Delegato ambiente e paesaggio FAI-Fondo Ambiente Italiano_Vicenza
Quale delegato per l’ambiente e il paesaggio di Vicenza del FAI-Fondo Ambiente Italiano, non possorimanere indifferente di fronte alla decisione del Governo, di proseguire nell’apertura di una discarica in
località di Corcolle, a pochi passi dai siti UNESCO di Villa Adriana, villa d’Este e villa Gregoriana (ora gestita
dal FAI) e da quello scorcio abbastanza integro di agro romano nel quale ogni viaggiatore d’Europa e del
mondo ha colto la sublimità del lavoro umano in dialogo con il contesto selvatico.
Non vi fu europeo del
Grand Tour che per secoli non rabbrividì d’ammirazione d’innanzi alla bellezza paesaggistica che si sposa
con l’opera umana, come ne sono esempio il tempietto di Vesta e delle cascate d’acqua realizzate accanto a
quelle naturali e contribuendo in tal modo ad un dialogo mirabilmente orchestrato.
Negli ultimi trent’anni si è raccontato, anche in contesti specifici come le facoltà di Architettura e
Urbanistica, che dal secondo dopoguerra agli anni ’80 il Paese doveva crescere e costruire, dando un senso
all’annientamento di territori quali la Liguria o il Lazio, la pedemontana nel nord Italia o molti piccoli centri
storici, senza dimenticare realtà più raccolte quali le contrade contadine presenti in tutte le vallate venete,
o comuni non capoluogo quali Recoaro, Monselice o Thiene.
Aver partecipato, la scorsa settima alla protesta contro la discarica di Corcolle è un atto dovuto ad uno di
quei luoghi che hanno contribuito nel corso dei secoli a definire l’identità stessa del nostro paese, una volta
riunitosi, facendo da tramite poi per il decollo del sistema economico, culturale e turistico della nazione.
Tivoli ora è la sommatoria esemplare della sporcizia sociale, della corruzione e dell’individualismo, alle quali
si uniscono la bruttura dell’abusivismo edilizio o dei permessi concessi a suon di tangenti o di “amichevoli”
favoritismi, dove tuttavia capita ancora di incontrare viaggiatori sensibili avviliti nel vedere quei siti
straordinari preda di un turismo distratto o disinteressato. E in tutto questo, nell’alternanza di governi e di
prefetti prosegue il piano per la nuova discarica, pronta a condannare un territorio per decenni. Senza
contare la perdita di credibilità internazionale che da sempre contraddistingue il nostro sistema di gestione
e tutela dei beni culturali e la pressione dell’opinione pubblica internazionale che denuncia le violenze
inferte sul territorio italiano e in tal modo disincentiva il sistema turistico.
Se Tivoli fa notizia allora punto il dito contro le amministrazioni pubbliche del nostro territorio, di qualsiasi
colore o bandiera: non mi risulta siano in atto piani concreti per ridurre l’impatto ambientale delle
infrastrutture, parlo non solo di strade ma anche di viadotti dell’alta tensione (arrivati a ricoprire il Veneto
come una foresta) e fonte di fenomeni tumorali. Nulla si è fatto per impedire l’espansione della zona
industriale vicino a villa Cordellina Lombardi, proprietà del carrozzone Provincia, o per la salvaguardia della
palladiana villa Forni Cerato a Montecchio Precalcino. Quali sindaci vicentini hanno impugnato, in accordo
con L’ARPAV e con le numerose direttive in materia, un piano di risanamento da amianto che produrrà
secondo le stime, 40 mila morti in Italia nei prossimi 20 anni? Ho personalmente denunciato negli scorsi
anni un ampio tetto di Eternit degradato sotto le finestre della scuola elementare Scalcerle di Thiene, dove
in tempi non sospetti anch’io sono stato studente. Ebbene: il sindaco, il dirigente d’Istituto, i maestri o i
genitori, dov’erano prima di quella denuncia?
Quando i miei concittadini, le istituzioni e gli organismi di controllo preposti, saranno consapevoli che la
mancanza di regole condivise per la tutela del territorio e dell’equilibrio idrogeologico, sono prima di tutto
un crimine contro se stessi e contro la propria famiglia o comunità?