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Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com Martedì 1 Aprile  2008
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A proposito di conversioni

Raffaella Biasi

Da alcune statistiche si evince che in Europa il numero dei neoconvertiti è di circa 20.000

I motivi possono ovviamente essere molteplici ed ogni essere umano ha un bisogno particolare e specifico, diverso da ogni altro individuo, per cui non é possibile comprendere tutti i motivi. Inoltre alcune scelte di cambiamento di religione sono valide in ogni ideologia, anzi, nel cristianesimo vi sono ragioni simili.
L’immaginario ideologico dei convertiti all'islam ritiene l’Occidente come cultura debole o cultura errata perché colonizzatrice e materialista. Qualsiasi altra religione, quindi, si può assumere come propria, in particolare una cultura che ha risposte chiare e pronte. In genere il loro incontro con la religione musulmana è arrivato dopo un percorso intellettuale e spirituale segnato dai rifiuto dei valori dell’Occidente. Spesso i nuovi convertiti assumono posizioni radicali ed estremiste forse per giustificare il cambiamento di rotta. Costoro fanno della dimensione socio-politica il loro cavallo di battaglia, vuoi per farsi accettare dalla nuova comunità, vuoi perché conoscono bene la lingua e le leggi del paese e quindi si danno una nuova dimensione di utilità e di senso.
Interessante il fatto che tutti i convertiti cambiano nome, aggiungendo al loro un nuovo nome arabo, la qual cosa, comunque avviene anche in altre religioni.
Per tentare di capire il fenomeno possiamo formulare alcune considerazioni specifiche per il desiderio di convertirsi all’islam:
il compito di ogni musulmano di far conoscere l’islam (da’wa) è un compito sentito fortemente e come comunità e non visto come un atteggiamento personale e privatistico che hanno altri credenti verso la propria religione.
L’alto tasso demografico in confronto all’occidente conteggia quindi un numero elevato di musulmani.
La struttura della religione è semplice e pratica, orientata a risolvere i problemi quotidiani (cibo, abitudini, comportamenti).
Soprattutto in Africa le usanze musulmane sono più vicine ai costumi naturali africani, in particolare la poligamia e la sottomissione della donna in una concezione della famiglia di tipo patriarcale. Quindi l'Africano medio fa meno sforzi di cambiamento adattandosi ad una religione similare.
I massicci finanziamenti offerti soprattutto dall'Arabia Saudita in favore di associazioni assistenziali o di gruppi politico-religiosi, quali, solo per fare un modesto esempio, i Fratelli Musulmani, diventano un polo di richiamo per coloro che sono abbandonati a se stessi e hanno bisogno di un supporto per vivere. I governi dittatoriali non hanno molto a cuore gli strati bassi della popolazione e costoro sono costretti a rivolgersi ad organizzazioni che finanziano loro dei microcrediti per vivere. In un certo senso è una fortuna che queste associazioni esistano perche aiutano la povera gente, che ovviamente, in cambio si sente in obbligo di far parte del gruppo.
Alcune discriminazioni a livello giuridico, economico e sociale verso i non musulmani, con modifiche istituzionali (difficoltà di carriera).
Perdita di sicurezze in occidente a causa del materialismo eccessivo e dell’atteggiamento tiepido verso il proprio credo di nascita a cui corrisponde un Desiderio di Sacralità che desidera essere colmato.
Falsa credenza che “Il Cristianesimo è la religione dei bianchi” e che “L’oriente è contro l’Occidente”.
Bisogno di valori forti e chiari per vivere, soprattutto nei giovani.
Sete di certezze, soprattutto per il senso della vita e il post-mortem (Paradiso, Inferno presi alla lettera). L’Islam comunica sicurezza e senso di appartenenza (rispetto al relativismo occidentale dilagante).
Sete di novità in Occidente.
Fascino del mediorientale maschio per la donna occidentale.
Certezza che una donna si sposa e procrea, in quanto la tradizione islamica non prevede il celibato e i figli sono visti come un dono e non come una tassa sulla libertà o sulla quotidianità.
Apertura alla sessualità nel matrimonio, vista come una cosa buona e doverosa.
Sicurezza di essere accettate fisicamente anche se non conformi al rigoroso modello di bellezza occidentale perché grasse o comunque modestamente belle.
Recupero di una ideologia per ex politicanti delusi, ex militanti dell’estrema sinistra o dell’estrema destra che rielaborano il loro impegno civile alla luce delle categorie culturali dell’Islam. Questa religione, con forti e concreti risvolti sociali è un’alternativa al sistema contro il consumismo, il riscatto al neocolonialismo, l’occidente in generale.
Concezione che l’Islam sia la più recente delle religioni rivelate e quindi quella più ‘avanti’, la migliore, venuta a completare il messaggi precedenti che erano stati abbozzati da Mosè e Gesù.
Forte carica mistica e spirituale (soprattutto i Sufi e gli Sci’iti).
Desiderio di darsi una personalità originale per differenziarsi dalla comunità in Occidente, per esempio per il fatto che l’islam è una religione che fa dell’abbigliamento un vessillo, in questo modo si mette in mostra la propria ideologia (es.: l’uso del niqab in una città dove sei la sola a portarlo e non sei abituata a portarlo fin da bambina – come invece le straniere in Italia – ti rende immediatamente differente e visibile).


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Raffaela Biasi

V anno,  2008
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