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Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com Giovedì 17 Aprile  2008
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Le icone di Uglič a Treviso

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Uglic a TrevisoUglič è una delle più antiche città della Russia. Le cronache locali fanno risalire la data della sua fondazione all’anno 937. L’orgoglio di Uglič è rappresentato dal suo cremlino e dal museo di storia e arte, entro le cui mura sono conservate, ormai da più di un secolo, le testimonianze dell’antica storia e della cultura della città. Particolarmente importante è la collezione di opere a tempera dei secoli XV e XVII, eseguiti dalle principali scuole di pittura di icone dell’antica Rus’.

Le icone proposte dal museo di Uglič per la mostra in Italia, presso la città di Treviso, al semiario Vescovile, costituiscono i migliori esempi di tale collezione.

Nel XVII secolo Uglič divenne una delle città imperiali poste sotto la protezione della dinastia regnante di quel tempo: i Romanov. La spiegazione risiede nel fatto che la madre del primo principe di tale dinastia, Ksenija Šestova, aveva ereditato nel territorio di Uglič un feudo di famiglia molto esteso e i suoi parenti per parte di madre, i Grjaznov, erano sepolti presso le mura del monastero della Resurrezione di Uglič.

Inoltre, la stessa Ksenija Šestova, nel 1606, fondò sul territorio del cremlino di Uglič il monastero femminile dell’Epifania, a cui in seguito venne dato l’altisonante nome di “pellegrinaggio delle sovrane”. Presso tale luogo si recavano sovente le zarine, le loro figlie e sorelle che ad ogni viaggio elargivano donazioni al monastero, non solo sotto forma di preziose suppellettili, ma anche di icone oggetto di venerazione.

Per tale ragione nel corso del XVIII secolo Uglič fu “letteralmente colmata” di tesori imperiali e i migliori iconografi delle scuole dello zar e del patriarca come Nazarij Istomin, Nikolaj Vurgarov, Ivan Bobylev, Fëdor Rožnov, lavorarono alla decorazione delle sue chiese e dei suoi monasteri, abbellendoli con icone di elevato pregio artistico. Gran parte di tali icone si sono conservate e le migliori tra queste sono presentate all’attenzione del pubblico italiano.

All’inizio del XVIII secolo il cugino di Pietro I, A. I. Naryškin, fu nominato Landrat di Uglič, ovvero presidente del distretto della città. Verso quest’ultima cominciarono nuovamente ad affluire doni “imperiali”: paramenti sacri finemente ricamati, oggetti smaltati, preziosi vangeli rivestiti in argento e, ovviamente, icone. Alcuni esemplari di tale produzione artistica si sono fortunatamente conservati e quest’anno entreranno a far parte della mostra permanente.

In quegli anni Uglič era una delle città più ricche dell’Alto Volga e i suoi mercanti intrattenevano fruttuosi rapporti commerciali con molti paesi occidentali e orientali, in particolare con la Persia e l’India. Quando nel 1702 fu soppressa la corporazione dei pittori di icone del Palazzo imperiale dell’Armeria di Mosca, numerosi artisti privati delle commitenze, si recarono nelle zone di provincia. In tal modo giunsero a Ugličc Pëtr Bilindin e Pëtr Chomjakov, allievi dell’illustrissimo maestro Simon Ušakov, i quali continuarono a lavorare su committenza dei mercanti del luogo.

La fervente attività degli iconografi di Mosca nel XVIII secolo favorì, a Uglič, la comparsa di una locale scuola di pittura di icone. Con il tempo i maestri di Uglič elaborarono un proprio stile, che si distingueva per un particolare linguaggio figurativo che non trovava esempi analoghi nell’arte iconografica dell’epoca. Sfortunatamente i nomi di tali maestri restano sconosciuti, tuttavia le loro numerose opere si trovano non soltanto nel museo di Uglič, ma anche nelle collezioni delle grandi città e, in particolare presso la Galleria Tretjakov di Mosca.

Solo verso la fine del XVIII secolo, le fonti locali cominciarono a tramandarci delle testimonianze relative alle generazioni di pittori di icone, il cui primo esponente fu Ivan Burenin.

A cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, Uglič divenne un importante centro del movimento dei Vecchi Credenti nella zona dell’Alto Volga. Sul significato spirituale di tale movimento scrissero importanti autori come P. I. Mel’nikov e Andrej Pečerskij. All’epoca in città si trovava il celebre monastero femminile “comunità Vyžilovskaja” presso il quale venivano rigidamente osservati i rituali precedenti alla riforma attuata dal patriarca Nikon. I pittori che eseguivano icone per questo monastero rifiutavano le innovazioni della pittura europea, preferendo seguire scrupolosamente i canoni iconografici elaborati già in epoca bizantina e consolidatisi grazie alle opere di Andrej Rublëv e di Dionisij. Nel novero di tali lavori rientra un’immagine praticamente sconosciuta all’iconografia occidentale, ma largamente diffusa nell’iconografia dei Vecchi Credenti, ovvero la rappresentazione della “Trinità Neotestamentaria”, eseguita da uno sconosciuto maestro di Uglič.

All’inizio del XIX secolo, accanto alle opere eseguite dai talentuosi maestri di Uglič, sostenitori dei rituali di fede precedenti alla riforma di Nikon, Uglič ospitò il lavoro di pittori provenienti da altre zone e di alcuni loro allievi. All’abile mano di uno di questi, Ioann Ušakov, si deve la splendida icona “Natività di Cristo”, eseguita per la cattedrale della Trasfigurazione. Lo stile pittorico e figurativo dell’icona rievoca l’omonima icona del geniale Andrej Rublëv custodita presso la Galleria Tret’jakov.

In breve, per la presenza di opere eseguite dai principali artisti di Mosca dei secoli dal XV al XVII e dai loro allievi, la collezione di icone di Uglič è considerata una delle migliori della provincia russa. Inoltre, includendo i lavori realizzati da maestri locali, la collezione acquisisce un grande valore e una connotazione del tutto particolare, che ci auguriamo siano apprezzati dal pubblico italiano.

A. N. Goritka

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V anno,  2008
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