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N. 53, V anno, 2008 Venerdì 1 agosto  2008
 
 
 


  Intervista alla pittrice Giò Ferrante

Virginia Men

Giò Ferrante, foto di Maria Ester NicheleAbcveneto: dopo la mostra di Londra, quella di Parigi, ci vuol parlare di questi due eventi internazionali?

Giò Ferrante: Sicuramente sono gratificata da questi due importanti appuntamenti: gli inglesi amano molto l’acquerello e io amo molto Turner che è uno dei massimi acquerellisti di tutti i tempi; Parigi, poi, è sempre stata la città di cui tutti gli artisti, prima o poi, avrebbero voluto respirare l’aria.

Abcveneto: come ha scoperto questa passione per la pittura?

Giò Ferrante: Sin da piccola ho visto girare per casa tavolozza, colori e pennelli, dato che mio padre dipingeva per diletto. Ho seguito il suo esempio e ho cominciato anch’io a disegnare e “colorare”, come si diceva allora; poi però mi sono dedicata alla musica, al pianoforte, che ho studiato per tanti anni. Solo nel 1981, a Treviso, ho ripreso la pittura.

Abcveneto: Lei è un'acquarellista...

Giò Ferrante: Acquerellisti si nasce, è qualcosa di innato, almeno per me, e quindi credo di esprimermi al meglio attraverso questa tecnica. Naturalmente, frequentando vari maestri si imparano altri modi di espressione ed altre tecniche. La natura, in tutti i suoi aspetti, è la mia fonte di ispirazione: cerco di trasporre sulla carta le sensazioni che io provo davanti ad un paesaggio, ad un fiore ad un qualsiasi soggetto e trasmetterle, con emozione a chi guarda.

Abcveneto: ora passiamo ad altre domande. Lei è nata e ha studiato a Torino, meravigliosa città, costruita per i re, poi da sposa è arrivata a Treviso. Come si è trovata in una cittadina così piccola così poco di tutto?

Giò Ferrante: A Treviso tutta la mia famiglia si è trovata meravigliosamente bene; a quei tempi, nel 1974, si viveva veramente bene. Ora la città si è ingrandita e tutto è più caotico e difficile, ma credo che sia un destino comune a molte città.

Abcveneto: Quali sono i cibi che preferisce qui nella Marca trevigiana? E cosa ricorda ed ama della sua città natale, e cosa le è mancato?

Giò Ferrante: Essendo una buona forchetta apprezzo tutti i cibi e le specialità locali, soprattutto il radicchio, che è qualcosa di veramente speciale, apprezzato e conosciuto dovunque. Di Torino ricordo molto bene i luoghi della mia infanzia e della mia giovinezza e quell’aria di vecchia, aristocratica signora con molti ricordi di storia del Risorgimento.

GIò Ferrante, foto di Maria Ester NicheleAbcveneto: quali sono le sue letture preferite e i suoi hobby?

Giò Ferrante: In realtà ho sempre letto di tutto, dai saggi storici ai gialli classici, ma i miei autori preferiti sono gli umoristi famosi (Campanile, Guareschi, Woodehouse, Wilde ecc.) che ho letto anche dai microfoni di Radiovita, in trasmissioni che ho condotto in diretta per ben quindici anni. Mi piace molto recitare: infatti, dopo essermi diplomata in dizione e recitazione, ho fatto parte per un po’ di tempo, con molta soddisfazione, della Compagnia “E.Duse” diretta da Silvana Bolzan.

Abcveneto: cosa pensa che il progresso delle scienze e delle arti abbiano contributo a corrompere o a purificare i costumi?

Giò Ferrante: Il progresso, come sempre, porta vantaggi e svantaggi: quando assisto a tanto degrado, in vari campi, mi auguro sempre che la terra e gli uomini di buona volontà possano essere in grado di trovare il rimedio per ogni male.

Abcveneto la ringrazia del tempo che ci ha dedicato.

Virginia Men



 

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