La FIDAPA ricorda la Grande Guerra
Di Giò Ferrante
Il 20 novembre scorso a Palazzo Rinaldi la FIDAPA di Treviso ha voluto ricordare il novantesimo dalla fine della 1° guerra mondiale con Alessandro LiVolsi, vicepresidente del Gruppo Storico de “La Grande Guerra”: “…e la vittoria sciolse l’ali al vento…” .In questo verso de “La leggenda del Piave” di E.A.Mario si percepisce il senso di liberazione per la fine di tante sofferenze e lutti... 650.000 morti per un fronte di 650
kilometri, dai monti al mare: un morto ogni metro.
Il prosindaco Gentilini ha portato la testimonianza, umana e toccante, vissuta dalla sua famiglia a Vittorio Veneto e Floriano Zambon, vicepresidente della Provincia, nel suo indirizzo di saluto, si è compiaciuto per l’iniziativa della FIDAPA. Erano presenti la pronipote del Gen. Armando Diaz, signora Bianca e la signora Imelda, vedova della Medaglia d’Oro E.Reginato. Fra il foltissimo pubblico che ha gremito la sala erano
presenti alcuni rappresentanti delle istituzioni cittadine, i presidenti di varie associazioni, ragazzi delle scuole superiori e tanti amici che hanno seguito con attenzione ed emozione la narrazione delle vicende belliche. Il relatore, con l’aiuto di supporti grafici, ha sintetizzato i fatti storici con estrema chiarezza partendo dall’assassinio di Sarajevo e ripercorrendo luoghi e personaggi indimenticabili e indimenticati: fra gli altri il Monte Grappa, la Bainsizza, il Montello, il Piave; il generale Cadorna e il generale Diaz, le battaglie dell’Isonzo e del Piave, la disfatta di Caporetto e la riscossa fino alla battaglia finale di Vittorio Veneto. Non sono mancati momenti di commozione, nel momento in cui Gio’ Ferrante ha letto il bollettino della Vittoria e quando Alessandro LiVolsi ha
ricordato, dal diario di un reduce, il momento del ritorno a casa e l’
incontro struggente con la moglie e i figli.
La manifestazione si inserisce perfettamente nel tema nazionale della FIDAPA “il rispetto”; bisogna conoscere e ricordare questi avvenimenti, per non dimenticare il debito di gratitudine e il rispetto che la nostra generazione e quelle future debbono nei confronti di quegli uomini, che, pur tra mille difficoltà, sacrifici e patimenti, hanno anteposto, al loro
tornaconto personale, il bene comune.
Di Giò Ferrante
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