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Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com venerdì 1 febbraio  2008
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ANNALÙ: una conversazione tra mitologia e metamorfosi

Di Carlo Sala

Annalù Citius
Annalù Citius

Ho avuto modo di approfondire il lavoro di Annalù in occasione della sua personale che ho presentato alla Galleria Polin di Treviso.
Durante l’allestimento della mostra, alla vernice e nei giorni a seguire ho riflettuto con l’artista su alcuni aspetti della sua poetica, ora in un qual modo riassunti in questa conversazione.

Nei tuoi lavori rifletti sulle trasformazioni e sulle mutazioni, me ne puoi parlare?
Le mie opere raccontano un mondo sospeso, in metamorfosi e l’alchimia comune è la LEGGEREZZA.
L’albero sospeso, le sedie impossibili, la panchina fluttuante, i troni e le colonne di foglie, i palloncini e l’altalena di piume, le farfalle trasparenti o in cemento, sono tutte opere che racchiudono in sé il mito e la realtà, una visione ottica terrena ed una sognante.
Il problema delle trasformazioni e mutazioni è forse maggiormente evidente nei lavori legati alle farfalle mimetiche che attualmente amo particolarmente, ma anche tutte le altre opere sono in trasformazione o sospensione.
Daphne (opera in vetroresina, alloro, sabbia e cemento su porta antica) si trasforma in alloro per sfuggire al rapimento di Apollo; Giove per amare Danae (opera in cemento, vetroresina e spilli dorati) e congiungersi a lei si trasforma in pioggia dorata; Icaro (inchiostro su carta intelata) si mette le ali di piume per volare come gli uccelli.
Ci sono poi i legami ancestrali con la madre terra e gli antichi rituali e la visione di una metamorfosi intesa come metafora di crescita o salvezza, il tutto pervaso da una vena onirica.

Sky's the limit
Sky's the limit

Perché ti affascinano le farfalle? Nella mia visione sono un simbolo di libertà…
Perché le farfalle sono il simbolo del cambiamento per eccellenza e poi perché trovo eccezionale il loro portare colore nel vento. La farfalla per me è “il principe delle nubi” come l’albatro lo era per Baudelaire. Inoltre la farfalla in moltissime culture antiche rappresentava l'anima e ne rappresentava l'immortalità: si ritrova scolpita su antiche tombe cristiane come simbolo di morte e resurrezione.
La farfalla con la sua metamorfosi appare, infatti, come simbolo d'immortalità dell'anima che, grazie alla morte, si libera del suo grigio involucro terreno. In greco antico Psyche significa anima e Psyche, è anche la famosa ragazza mortale, bella come una Dea, della quale si innamorò perdutamente Eros. In questa storia, narrata da Apuleio e tratta dai miti Greci, la farfalla simboleggia l’ Amore impossibile e il Dono dell’immortalità per Psyche.
Esiste inoltre una bellissima storia sulle farfalle che raccontano gli indiani americani: se si prende una farfalla e le si sussurra un desiderio all' "orecchio" e poi la si libera, questo desiderio si avvererà. La farfalla infatti muta per natura, non potrà svelarlo ad altri Viventi e una volta salita in cielo al cospetto del Creatore glieLo sussurrerà. Questi, apprezzando il fatto che la farfalla è stata lasciata libera, farà sì che il desiderio si avveri.
Io l’ho fatto e…funziona! (ride)
La tematica delle farfalle mimetiche che traduco nel cemento, viene sviluppata come una sfida e con sottile ironia: per esprimere un concetto aereo uso il cemento, ne stendo un magma silente da cui emergono piccole tracce di volo, impercettibili movimenti alari ed uso sempre più frequentemente il bianco per smaterializzare quella che io chiamo “la mia mitologia quotidiana” e per conferirle la spiritualità ed il silenzio della memoria.

 

Da dove proviene il tuo interesse per le figure mitologiche?
In genere mi affascina tutto ciò che non ho mai approfondito a scuola come la cultura classica o la matematica. Rubo tutto ciò che queste discipline mi possono dare. Il mondo antico è ricco di immagini, evocazioni, rimandi assolutamente contemporanei. E della matematica,della fisica mi affascinano moltissimo i segni, i valori, le costanti, le variabili. Alcuni grafici scientifici sono delle vere e proprie opere d’arte.
Amo il mondo delle favole, della mitologia, ma il mio vuole essere un racconto dinamico del mito che porti alla luce una visione inaspettata dove la parte misteriosa prende il sopravvento. Per questo traccio un continuo ritmo tra assenze e presenze, tra pieni e vuoti in cui la forma si disgrega e si ricompone in una nuova immagine. Tale modo di procedere è costante sia nelle tavole, dove aggiungo materia, sia negli inchiostri, dove lavoro per sottrazione di colore e cioè smacchiando l’inchiostro con acidi ed acqua.

Nei tuoi lavori grande importanza hanno i titoli…
Assolutamente si. I titoli spesso completano o motivano l’opera.
Attualmente utilizzo moltissimo l’inglese perché trovo che spesso descriva in maniera più efficace alcune immagini. Per esempio il titolo “gravity eyelids” è in un certo senso intraducibile in quanto significa “gravità di un battito di ciglia”. In inglese il senso è più immediato.
In ogni caso nei miei lavori parola ed immagine si completano vicendevolmente.

Mi pare che talvolta nelle tue opere vi sia anche una componete ludica …
Ebbene sì. In realtà quando creo spesso gioco come quando ero piccola.
Mi diverto ad immaginarmi come Alice nel Paese delle meraviglie ed entro e viaggio all’interno delle mie installazioni. Nascono così tutte le mie Architetture dell’immaginario: Selfportrait (buste di carta in equilibrio su un filo; installazione per Banner Biennale Venezia 2001); PeterPan (sedia sospesa di buste bianche); Citius, Alitus,Fortius (installazioni per Biennale Pechino 2008), Fun-Go (funghi fatti di sottovesti in vetroresina).
Quando ho ideato Fun-go ho ragionato semplicemente come pensano i bambini e subito ho visto nella gonna rovesciata di una sottoveste l’idea di uno strano ed accattivante fungo.

Annalù Altius
Annalù-Altius

Quali sono i tuoi stimoli creativi? Mi sembra che trai spunto dalle più svariate discipline.
Mi stimola tutto ciò che è stimolante e tutto può essere stimolante.
Dalle impronte nere lasciate sulla neve bianca che poi io traduco in cemento e cenere, alle parole dette velocemente dalle persone: certi modi di dire infatti sono per me spesso motivo di creazione. E poi la musica, i viaggi che faccio: ogni volta che vedo un posto nuovo questo  corrisponde ad un salto nel mio lavoro, è inevitabile!.

 

Hai un peculiare uso dei materiali. Che valore hanno per te? Vi è un legame tra la materia scelta e il contenuto che vuoi esprimere?
Ogni materiale che utilizzo corrisponde ad un messaggio preciso. I materiali sono fortemente simbolici.
Il problema della leggerezza ritorna nei materiali che uso: le foglie sono esse stesse leggere e volatili; l’impronta del corpo fatta di vetroresina trasparente sulla porta nell’opera titolata Daphne non è che l’ombra del suo corpo senza peso.  E così i prati delle Isole Flore-Ali fatti in cemento sono prati volatili che evaporano sotto il colore; le piume che ricoprono Su-Nar(uovo di legno e piume) capovolgono il senso comune tra interno ed esterno, contenuto e contenitore.
L’operazione che svolgo non è poi così lontana dalle alchemiche stregonerie (ride)…e cioè dalla trasmutazione di una materia in un’altra.

Dove si sta dirigendo la tua opera? che lavori stai realizzando?
Sono alla scoperta di nuove forme. Ho in testa molti lavori che però non ho ancora tradotto in materia, nei quali vorrei creare nuove metamorfosi mediante forme ibride che evochino l’antico ma nello stesso tempo siano fortemente ancorate al contemporaneo. Una sorta di nuovi miti post moderni. Ma non dico altro finchè non mi metterò all’opera!

Un sogno?
Lavorare con una Galleria importante italiana che creda nel mio lavoro e che investa in esso.

Un rimpianto?
Non ne ho.

Una soddisfazione?
Aver esposto in luoghi (GAM Bologna, Fiere d’Arte in Italia) nei quali andavo a vedere le mostre da studente.

Progetti futuri?
Davvero tantissimi. Sono felice di tutte le collaborazioni che ho creato soprattutto in questi due ultimi anni. E per il futuro prossimo (2008) ci sono diverse mostre in Italia ed una a Miami.
Poi lavorare tanto! Pretendo moltissimo da me: ogni cosa che finisco è già superata, appartiene al passato. Spostare la frontiera del noto dentro l’ignoto: penso sia questo il ruolo dell’ Artista…quindi ho molto da fare!!

Annalù Fun-go
Annalù Fun-go

BREVI NOTE BIOGRAFICHE
Annalù (Annaluigia Boeretto) nata a San Donà di Piave (Venezia) nel 1976. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Partecipa nel 1999 a Percorsi d’Arte presso la GAM di Bologna e alla Biennale di Venezia nel 2001. Prestigiose esposizioni al Museo di Storia Naturale di Venezia e nella Rocca Paolina di Perugia nel 2005. Le sue prime personali, Architetture dell’immaginario, Fabbrica Eos di Milano e I can Fly, Galleria Radar di Mestre (Ve), nel 2005; Hyperballad nel 2006 con la Venice Design Art Gallery di Venezia. Partecipa ad Artissima 13 di Torino ed alla Fiera d'Arte di Verona nel 2006. Nel 2007 ad Arte Fiera di Bologna con un video. Atmosphere, da Marzo ad Aprile del 2007, è stata la Personale organizzata dal Comune di San Donà di Piave (Venezia)presso la Galleria Civica Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea. Le principali collettive del 2007 sono Animals presso la Galleria Barbara Mahler di Lugano (Svizzera); The desert Generation presso la Ha’Kibbutz Art Gallery di Tel Aviv e la Artist House di Gerusalemme; Genius Loci: i giardini segreti di Venezia presso il Palazzo Cà Cappello di Venezia ed il Premio Internazionale di Pittura Arte Laguna di Treviso. La prossima personale sarà a febbraio 2008 presso la Galleria Zaion di Biella. Annalù parteciperà inoltre alla Biennale di Pechino del 2008. che si terrà durante i Giochi Olimpici. L’artista vive e lavora a San Donà di Piave Venezia.

Di Carlo Sala

V anno,  2008
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