abcveneto.com
fotonotizie per la stampa: Marcellino Radogna
Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com Martedì 1 gennaio  2008
prima pagina di Abcveneto editoriale contatti archivio
Editoriale n 46: Sulla libertà di stampa

A cura di Abcveneto

In una statistica di 'Reporters sans frontiers' (rsf.org) abbiamo scoperto che l'Italia è uno dei paesi dove non c'è libertà di stampa.
La statistica in questione è denominata Worldwide Press Freedom Index 2007.
RSF dice che: "Italy (35th) has also stopped its fall, even if journalists continue to be under threat from mafia groups that prevent them from working in complete safety."

Ovvero, per chi non sa l'inglese, siamo al trentacinquesimo posto fra i paesi in cui la libertà di stampa non eccelle, (35 su 169) e sembra che questa limitazione alla libertà di stampa sia dovuta alle intimidazioni della mafia (!).
Personalmente, credo che la libertà di stampa sia, come tutte le libertà, una questione molto delicata e proprio per questo, la sua argomentazione venga in realtà lasciata da parte, nascosta, celata.
Come prima cosa, per esempio, bisognerebbe prima intendersi su cosa si intenda per 'libertà' e poi riferirlo alla stampa e chiedersi cosa sia la 'stampa'. Questa ricerca sul significato delle parole, la lasciamo al buon senso delle persone che ci leggono.

A noi preme di più dire qualcosa sulla questione sollevata da RSF. Una volta, al tempo del Ventennio, a proposito della libertà di stampa, si invocava la censura e l'autocensura e il discorso era legato a un governo ben definito.
Oggi il discorso è cambiato, RSF dice che la libertà di stampa -limitata- in Italia sia colpa delle intimidazioni della mafia.
Io non penso sia solo la mafia a intimidire la stampa, ma credo che principalmente sia l'animo umano stesso, il nostro inconscio, a scegliere quello che vuole sapere e quello che vuole non sapere.
Per esempio, tre sono le notizie a cui tutti noi siamo abbonati e che i giornalisti fanno a gara nel 'propinarci': pettegolezzi, crimini efferrati e Mussolini. In Italia i media vivono principalmente di queste tre 'banche'.
Ovvero la stampa, molto opportunisticamente, più che per timore della mafia o degli editori potenti che dettano legge, pesca nella parte più torbida e lorda dell'animo umano e ne riempie le pagine di giornale, giustificandosi dicendo che danno ai lettori quello che vogliono leggere.

Ci sono molte cose che i giornali potrebbero scrivere oltre i pettegolezzi e i crimini, io non dico di eliminarli, ma di usare e diffondere con equilibrio tutte le notizie: per esempio, ricordare i grandi uomini che hanno fatto il benessere della società e del mondo in cui viviamo. Nessuno si ricorda del compleanno di Pasteur, della storia mirabolante di Antonio Meucci e di tutte quelle scoperte che, malgrado tutto, ci regalano il benessere e la salute, a meno che non salti fuori qualche dettaglio scabroso delle loro vite. Oppure, informare la gente su quello che succede in giro per il mondo: chi si ricorda della Cecenia o di altri conflitti dimenticati? Per fortuna, c'è internet: vedi per esempio http://www.watchdog.cz/, dove si informa dei conflitti dimenticati nel Caucaso, ma non si tratta di stampa nazionale. Quindi la libertà di stampa, se c'è, è qualcosa che valica i confini nazionali..


Il nostro augurio per il nuovo anno e per la nostra Nazione è quello di migliorare il mondo, a cominciare dalle parole, è molto importante anche dare il buon esempio con le stesse e ricordare che i limiti del nostro mondo e di quello che sperimentiamo sono dati dalle parole che conosciamo e che frequentiamo.

A cura di Abcveneto

V anno,  2008
str
strr
stricca
 

 

abcveneto.com